Anteprima

Empires Apart, la prova dello strategico in tempo reale tutto italiano

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a cura di Daniele Spelta

Redattore

Avete danzato sulla tomba del morto troppo presto: per quanto i neri auguri predichino la morte degli RTS da molti anni a questa parte, il genere è ancora vivo e vegeto e se anche dall’Italia iniziano ad arrivare buone nuove, significa che i generali da mouse e tastiera possono dormire sonni tranquilli. Pubblicato da Slitherine – da sempre grande fucina di strategici – e sviluppato dall’italiana DESTINYbit, Empires Apart è uno strategico in tempo reale di antica memoria, anche se, dopo qualche minuto, ci si accorge come sia allo stesso tempo un prodotto moderno e al passo con i tempi. Se al primo impatto pare di trovarsi davanti ad un clone low budget di Age of Empires, dopo un po’ di partite si notano le piccole innovazioni che hanno contraddistinto gli RTS più recenti, le quali rendono Empires Apart un titolo che, pur strizzando l’occhio ai grandi classici, rimane proiettato verso il futuro. Grazie ad un codice inviato dal publisher, ho avuto modo di testare la versione beta di Empires Apart, in attesa della release finale, prevista per il 29 marzo, e le sensazioni sono state molto positive.
Che vinca il migliore
Trattandosi di un codice provvisorio, i contenuti messi a disposizione erano limitati, ma comunque sufficienti per dare un’idea di cosa sia Empires Apart, ma soprattutto di quale sia il suo vero focus. L’assenza di una vera e propria campagna mette subito in luce la natura competitiva di Empires Apart che, anche al momento del suo rilascio definitivo, vivrà soprattutto di intense battaglie online: per valorizzare questo aspetto, sin da questa build erano infatti presenti sia i match liberi, sia le partite utili per scalare il ranking online. Purtroppo, visti i pochissimi giocatori presenti in questo momento, non è stato possibile testare la solidità dei server, un interrogativo che occorrerà necessariamente verificare quando Empires Apart verrà aperto a tutto il pubblico. Accanto all’online, vi erano due modalità singleplayer su cui imparare le meccaniche di base: la prima era rappresentata dalle classiche schermaglie contro l’IA, dove era possibile impostare la difficoltà, le modalità di vittoria e le varie alleanze, nulla di veramente innovativo, ma questi tipi di partite sono indispensabili per prendere confidenza col gioco ed è giusto che siano sempre presenti. Accanto a questi match molto standard, la modalità sopravvivenza rappresentava invece qualcosa di realmente inedito, uno schema preso in prestito da altri generi che, con non poca sorpresa, ha mostrato la sua validità anche in Empires Apart. Lo svolgimento della partita era scandito da ondate sempre crescenti di nemici, su una mappa dalle dimensioni ridotte in cui la direzione degli attacchi era sempre differente.
 
Tempi moderni
Questa tipologia di match mostra come Empires Apart sia stato progettato per essere un RTS snello, senza troppi fronzoli, rapido e frenetico. All’interno dell’opera di DESTINYbit convivono infatti due animi ben distinti, ma che alla prova dei fatti si dimostrano perfettamente complementari. Di base, Empires Apart è uno strategico in tempo reale molto canonico e se avete giocato a qualche altro titolo del genere nella vostra vita da videogiocatori, non ci metterete molto a prendere confidenza né con le varie meccaniche di gioco né con l’UI, immediata e di facile interpretazione. Empires Apart si basa infatti sulla raccolta delle risorse – cibo, oro, pietra e legno… Dove ho già visto questi elementi? – indispensabili per costruire i vari edifici, altri attori già presenti in numerosi altri strategici: c’è il centro città per produrre i coloni, il granaio serve per accumulare le risorse e la scuderia e le baracche sono indispensabili per reclutare le truppe con cui difendere la base. Dopo pochi minuti ci si accorge però di esser passati attraverso tutte le ere – l’avanzamento è distinto tra tecnologie civili e militari, che richiedono un quantitativo diverso e distinto di risorse – di aver costruito tutto quello che c’era da costruire e che il fabbro ha già migliorato le armi di tutte le truppe. Quello che potrebbe apparire però come un segnale di una certa superficialità, si rivela invece la chiave di lettura esatta di Empires Apart, un’opera dove tutto è visto in un’ottica di massima rapidità: i compiti dei cittadini possono infatti essere automatizzati, ci sono le code per il reclutamento e le fattorie si rigenerano in automatico. Queste semplificazioni tolgono vari inutili compiti dalle spalle dal giocatore, che così non è costretto a sprofondare in una spirale fatta di microgestione. 
A ciascuno il suo
Grazie a questi piccoli – ma oramai necessari accorgimenti – le partite che ho disputato non sono mai durate più di una decina di minuti e hanno sempre mantenuto un ritmo serrato, fatto di attacchi e ritirate strategiche, con un occhio alle poche risorse sparse sulla mappa. Tutte queste semplificazioni potrebbero però far storcere il naso ai giocatori più tradizionalisti, spiazzati davanti ad una gestione fin troppo semplificata delle basi. Tranquilli, perché Empires Apart, a differenza del suo padre spirituale Age of Empires, propone sei fazioni completamente differenti – franchi, bizantini, aztechi, mongoli, cinesi e arabi (assenti in questa beta) – ciascuna con i propri tratti caratteristici, alcune più adatte in difesa e altre perfette per degli attacchi fulminei: ad esempio, con le loro orde a cavallo, i mongoli sono l’ideale per chi ama gli attacchi mordi e fuggi, mentre i franchi sono una fazione più tradizionalista, perfetta per chi ama condurre le partite passo dopo passo. Le truppe di ciascuna fazione sono differenti, ma Empires Apart segue comunque un classico sistema di carta, forbice e sasso per determinare l’esito degli scontri, niente che premi quindi particolare manovre tattiche, nonostante la presenza delle formazioni per gli eserciti. 
Semplice ma funzionale
Dal punto di vista grafico, Empires Apart è un titolo molto leggero, le unità sono stilizzate e anche gli scenari non vanno oltre ai pochi dettagli rappresentati da una scarsa fauna. Anche se non si può di certo parlare di un colpo d’occhio notevole, grazie al suo stile artistico estremamente lineare e pulito, assieme ad una palette di colori dai toni accesi, Empires Apart gode comunque di un buon impatto visivo e, grazie alle loro profonde differenze, anche le fazioni risultano ben caratterizzate e distinte. L’unico vero difetto a livello grafico è rappresentato dalla visuale isometrica, penalizzata da un livello di zoom troppo stretto, che non permette un’adeguata visone della mappa. Infine, occorre segnalare qualche piccola incertezza dal punto di vista della stabilità del codice, come crash improvvisi o salvataggi irrimediabilmente persi: ovviamente non è nulla che non possa essere risolto da qua al lancio, ma sono incertezze su cui gli sviluppatori dovranno necessariamente lavorare.

– Partite rapide e senza troppi fronzoli

– Fazioni ben differenziate

– La modalità sopravvivenza è un’interessante novità

Empires Apart è uno strategico in tempo reale che vive sospeso tra un passato, fatto di schemi di gioco classici e di una forte tradizione che proviene dai nomi nobili del genere – uno su tutti Age of Empires II – e un futuro, in cui le partite sono segnate dalla rapidità di esecuzione e da uno sviluppo ben strutturato, fatto di pochi passaggi ma tutti ben interconnessi fra di loro. Incertezze tecniche a parte – si tratta pur sempre di una beta – il vero interrogativo gira attorno alla futura community che Empires Apart riuscirà a creare attorno a sé: il suo orientamento verso il competitivo potrà essere sia croce che delizia e tutto dipende da quanti strateghi popoleranno i suoi server.

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