Quando quasi cinque anni fa uscì Lost Planet: Extreme Condition, Capcom diede alla luce un gioco più che discreto, che faceva della frenesia dell’azione e della modalità online i suoi punti forti. Da lì, la casa giapponese, è riuscita ancora a migliorarsi nel secondo capitolo e le previsioni per il terzo non possono che apparire ancor più rosee. A parte le gelide atmosfere che condivide con la serie principale, lo spin-off E.X. Troopers è tuttavia un gioco sé, che non ha proprio null’altro da spartire con i predecessori se non il genere. La nostra curiosità era tale che ci siamo gettati a capofitto sulla demo resasi disponibile pochi giorni fa sul PSN giapponese, senza paura della barriera linguistica, toccando con mano ciò che vuole proporci Capcom, tuffandoci nuovamente nelle lande innevate di un pianeta non nostro, dove strane creature e robottoni sono all’ordine del giorno. Questa volta però, l’esperienza di gioco è stata totalmente differente se confrontata ai prequel. Vediamo perché.
Videogioco o anime?Una volta partita la demo, una signorina di nome W.I.Z. ci accoglierà con tanto di presentazioni ufficiali nel menù principale. Nella versione di prova ovviamente non c’è grande scelta, per cui selezionando la prima voce abbiamo avviato la campagna in singolo. Comincia subito a mostrarsi l’essenza del gioco, ovvero un third person shooter in cel shading dove lo stile dell’animazione giapponese ricalca completamente il design. In poche parole, se le cut scene vi porteranno all’interno di un layout di un manga, durante il gioco e in alcune sequenze vi sembrerà davvero di far parte di un anime. La scelta di distaccarsi totalmente da tutti gli altri titoli della serie potrebbe non essere condivisa da molti vecchi fan ma, il dettaglio delle animazioni e la cura degli sviluppatori profuse in un progetto completamente nuovo, regalano un’esperienza più che riuscita. Una volta preso il controllo di Bren, il classico protagonista combina guai della scuola per piloti NEVEC, ci troveremo a seguire il nostro insegnante dando inizio ad una sorta di tutorial, utile per prendere confidenza con i controlli. La fluidità ci ha lasciato davvero soddisfatti, come anche le ambientazioni che mantengono lo stile da cartone animato nipponico. Dopo una nuova sequenza animata, che ci mostrerà il nostro istruttore alle imprese con una sorta di insettone che aveva afferrato la nostra caviglia, siamo invitati ad andare avanti per imbatterci nei temuti Akrids e le Vital Suits, altro richiamo alla serie di appartenenza. È giunto il momento di imbracciare le nostre armi e far fuoco a più non posso. Ne avremo due a disposizione: quella più potente, la quale ci metterà ben più tempo a ricaricarsi ma che ovviamente infliggerà danni più ingenti, e quella più rapida ma meno dannosa. La schermata apparirà chiara fin da subito, la nostra energia nella parte alta, le munizioni (pressoché infinite, servono solamente per indicarci il tempo di ricarica) nella parte in basso a destra e gli HP degli avversari sopra ognuno di loro. Lo stesso metodo è stato utilizzato per i nostri due compagni, July e Luan, i quali avranno sempre ben in evidenza la propria barra di energia in modo da poter avere una visione chiara di quanto succede sul campo di battaglia. Specializzati proprio come noi, i nostri due commilitoni, ci aiuteranno nello svolgimento delle missioni durante il corso del gioco, sia attraverso una IA ben sviluppata in singolo, che per mano di un altro giocatore nel multiplayer. Sparare a tutto spiano è davvero divertente, l’azione è frenetica e ci si muove liberamente, senza intoppi. Ogni qualvolta si elimina un avversario si potrà raccogliere del materiale di colore giallo, il quale servirà non soltanto a ripristinare la nostra energia, ma anche per riempire delle stelline proprio sotto i nostri HP. Una volta che queste saranno completamente cariche, potremo infatti eseguire la final, mossa che servirà per dare il colpo di grazia ai nemici più ostici. Nella versione giapponese, infatti, viene indicata da una parola i quali primi due kanji sono 必殺(hissatsu) che significa “morte certa”. Queste mosse speciali, potranno anche essere eseguite in combo con i nostri compagni, a seconda delle situazioni.
Mech boss enormi sulla neveUna delle caratteristiche di Lost Planet è quella di dare sfoggio ad ambientazioni innevate con un’atmosfera futuristica che fa da contorno. In questo contesto, la seconda parte della demo ci portava dinanzi ad un portone che ci bloccava la strada, con un meccanismo vicino da manomettere. Lasciato il compito a July, spetterà a noi coprirle le spalle a suon di colpi. Spesso e volentieri ci troveremo davanti a queste situazioni, con un respawn di avversari che cesserà solamente quando li avremo eliminati tutti. Dopo aver reso sicura la zona e aperto la strada, giungeremo davanti al boss di turno. Senza perdere tempo a pensare come affrontare il grosso robot che è sceso dal cielo (nel vero senso della parola!), seguiamo i consigli dei nostri compagni (è un bel problema per chi non mastica un po’ di giapponese) e cerchiamo di colpirlo sul retro, dove sembra accusare i colpi. L’intelligenza artificiale dei boss sembra essere più che sufficiente, spesso il nemico ci seguirà nonostante i nostri agili spostamenti. I comandi sono semplici e tutto sommato abbastanza comodi, con i due analogici per muoversi e spostare la telecamera, un tasto per interagire con l’ambiente e il quadrato ed il triangolo per le due armi. Molto utile sarà il lock-on sui nemici per mezzo dei dorsali durante le sparatorie, facilitandoci molto nel disintegrare tutto ciò che ci circonda. Quasi del tutto inutili saranno i calci che potrà sferrare Bren, che ci metteranno più facilmente sotto tiro dell’avversario e non faranno niente di più di ciò che fa l’arma da fuoco, perlomeno nella demo. Il sonoro svolge bene il suo compito, le voci dei personaggi in giapponese ricreano le atmosfere di un vero anime e le canzoni j-pop che ci accompagnano in alcune fasi si adattano perfettamente all’atmosfera.
– Stile anime giapponese
– Gameplay frizzante
– Modalità multiplayer promettente
Siamo amareggiati di non essere in Giappone e non poter godere di questo titolo perché promette davvero bene. Nonostante lo stile molto nipponico che Capcom ha deciso di adottare possa non piacere a tutti, il lavoro finale (o almeno quello della demo) è assolutamente soddisfacente e riesce a donare al giocatore un’esperienza di gioco appagante. Gli amanti dell’animazione giapponese sarebbero senza dubbio felicissimi di poter mettere le mani su un titolo del genere, ma non solo. La validità del gameplay lo rende assolutamente fruibile per tutti gli amanti dei TPS.