Grande assente al lancio di PlayStation 4 e ripetutamente rinviato,
DriveClub si è presentato all’E3 decisamente più in forma rispetto a come lo avevamo lasciato. Dopo aver saltato la finestra di lancio della nuova console Sony, qualche voce troppo frettolosa aveva bollato il racing di Evolution Studios come uno di quei progetti che difficilmente si sarebbe ripreso, dandolo quasi per spacciato. Per certi versi, anche noi nutrivamo qualche preoccupazione in più del previsto, e quando abbiamo appreso del suo nuovo rinvio, non abbiamo potuto fare a meno di scuotere la testa da un lato all’altro.
Accelerazione in curva
All’interno del booth di Sony c’erano ben sei postazioni dedicate al racing game, a dimostrazione del fatto che nel progetto è riposta una buona dose di fiducia.
DriveClub vuole chiaramente rilanciarsi alla grande, cancellando con un colpo di spugna un passato un po’ incerto e non proprio brillante; vuole far ricredere tutti e affermarsi come una nuova ip degna di nota, in grado di diventare un titolo rappresentativo per questa prima ondata di prodotti made in Sony. E in parte è così, perché dall’ultima volta – bisogna ammetterlo – la situazione è completamente cambiata. La build di parecchio tempo fa aveva dei grossi problemi tecnici che adesso sono quasi spariti. Non ci sono più quelle inguardabili scalettature che lo facevano sembrare un gioco cross-gen in grande difficoltà, è sparito quell’impatto generale poco incisivo ed è migliorato a dismisura il feeling alla guida.
Driveclub è qualcosa di radicalmente diverso rispetto a prima, ma è anche vero che in fiera abbiamo solo provato la modalità competitiva in multiplayer con altri giocatori, pertanto non è ancora possibile farsi un’idea a 360 gradi dell’offerta di Evolution Studios, che rimarrà comunque fortemente incentrata sugli aspetti social del proprio team e sulla condivisione dei risultati. Bisogna innanzitutto dire che graficamente non è ancora perfetto, anche per via di un piccolo downgrade che deve esserci in quasi ogni modalità online, che probabilmente ne evidenziava alcuni difetti. Preso nell’insieme,
DriveClub fa certamente una buona figura, ma prestando un po’ più di attenzione ai dettagli si nota come ai bordi della strada ci sia bisogno di un ulteriore fase di polishing. Le foglie sembrano finte. La mescola dell’asfalto è a tratti gommosa e il livello di definizione non è esaltante; tuttavia, il frame rate è stabile e prima di smettere di giocare ci hanno dovuto chiedere se potevamo gentilmente cedere il posto.
Neve calda
Abbiamo provato cinque piste e la varietà in termini di design ci è sembrata davvero buona. Nel nostro hands-on non c’erano condizioni atmosferiche mutevoli né tantomeno un ciclo giorno/notte, ma solo delle finestre meteorologiche e temporali pre-impostate. Con la neve e la pioggia, la vettura tendeva a slittare molto di più e il controllo (soprattutto in curva e nei cambi di direzioni improvvisi) era più complesso da gestire. Nonostante ciò, DriveClub si presenta come un arcade che di simulativo ha poco o niente. Ci spieghiamo meglio: il modello di guida è molto amichevole e non impone un livello di attenzione elevato, non è restrittivo ed esigente, e si sbilancia quindi in maniera netta verso l’arcade, senza tuttavia scadere nemmeno per un attimo nell’irrealismo. Non ci sono infatti assurdità, velocità improbabili o accelerazioni improvvise: DriveClub, in sostanza, non è una simulazione; ma non è nemmeno uno di quegli arcade sfrontati dove si spegne completamente il cervello. Ecco dunque perché non abbiamo visto alcun sistema di danni ben strutturato, ma solo ammaccature, profondi graffi e le conseguenze degli urti contro auto e guardrail. Contro quest’ultimi, inoltre, era anche facile appoggiarsi per superare più agevolmente le curve, mentre con le vetture non era esattamente la stessa cosa: bastava infatti spintonare l’avversario con la parte anteriore ed ecco che la nostra auto faceva un improvviso testacoda. Stessa cosa quando le curve venivano affrontate in modo sin troppo aggressivo nelle piste con pozzanghere o con la neve. In questo senso, DriveClub mostra una certa aderenza con la realtà, che però si ferma qui. I segmenti dei circuiti avevano poi dei mini obiettivi che, se portati a termine, aumentavano il contatore del punteggio finale, importantissimo se accostato a quello dei rivali. Si trattava essenzialmente di derapare o di raggiungere velocità più elevate in una determinata sezione; e soluzioni simili, vista la natura del gioco, non fanno altro che mettere ulteriore pepe a ogni gara. DriveClub sembra dunque in buona forma, e ha ancora qualche mese per mettere a posto ciò che è ancora un po’ debole.
– Finalmente è migliorato
– Missioni a checkpoint dentro le gare
– Forte componente social
Evolution Studios ha fatto fare un buon passo in avanti a DriveClub, che si è trasformato da prodotto acerbo in titolo finalmente apprezzabile. Tuttavia, c’è ancora qualcosa da sistemare a livello tecnico, e bisogna anche verificare la bontà delle altre modalità. Online funziona piuttosto bene, ma c’è bisogno di uno sprint in più per far balzare sul podio questo gioco sin troppo rimandato. Bisogna solo aspettare con fiducia, sperando che questa venga ripagata.