Dragon Quest Builders su PlayStation 4 ci aveva affascinato, ma non convinto. Il titolo sviluppato da Square-Enix è, però, con il senno di poi, uno dei sandbox con l’idea più interessante sui quali abbiamo messo le mani negli ultimi anni: chiaramente il paragone con Lego World è ingeneroso, perché il prodotto realizzato da TT Games era abbastanza lacunoso, ma di più avere dei binari guidati sui quali condurre la nostra esperienza aveva trasformato l’esperienza di Builders più appagante e meno dispersiva. L’arrivo su Nintendo Switch promette maggior divertimento, soprattutto grazie alla portabilità del titolo, che sebbene perda molto nella sua risoluzione grafica riesce sicuramente a declinarsi al meglio nella sua natura. Abbiamo provato le prime ore di gioco, senza andare oltre il primo capitolo, quindi rimanendo ancorati alla prima città e alla prima macro-missione di ricostruzione, e vi raccontiamo quali sono le prime impressioni.
Un nuovo risveglio
Alefgard, regno caro ai combattenti di Dragon Quest. In una realtà parallela a quella nota a chiunque abbia sconfitto il malvagio Dragonlord, le forze del male hanno provato a sedurre il nostro eroe, proponendo una spartizione del regno: piuttosto che vincere la battaglia, la proposta è quella di cedere e condividere il potere con le forze del male. Una seduzione che non può lasciare inerme il nostro eroe, nonostante le tantissime battaglie compiute, e la possibilità di annusare una forza ancora sconosciuta lo conduce dritto nella trappola che, ad armi riposte, lo annienta sotto gli occhi del Dragonlord. Lasciato oramai indisturbato, il nostro antagonista ha la possibilità di dominare incontrastato sul regno e assoggettarlo come meglio crede nel futuro. Gli anni passano e un nuovo eroe si risveglia accanto a un focolare, pronto a ridare vita a un mondo oramai desolato, con un grande marchio sulla fronte: si tratta del Costruttore, l’eroe che potrà ridare vita a tutto ciò che le forze del male e i mostri disseminati nel territorio di Alefgard hanno distrutto. Per ridare vita e linfa alle terre disgraziate.
Downgrade tecnico
La differenza tra la versione per PlayStation 4 e quella per Nintendo Switch è più che altro visibile nella realizzazione tecnica. La versione di cui vi stiamo parlando qui è bloccata sui 720p, sia nella sua versione portatile che inserita nella dock, mentre la versione PlayStation 4 arrivava a 1080p. In modalità portatile, poi, Switch mantiene i 30fps, mentre nella sua versione da console fissa arriva ai 60fps supportati anche dalla PlayStation 4 (la versione per console Sony non aveva differenze con la PlayStation 4 Pro). Per il resto la visuale, sia quella normale che quella dall’alto per avere un’idea più sommaria di quanto avete costruito, è rimasta la stessa e nel dettaglio soltanto la resa delle ombre sembra meno raffinata di quanto realizzato per il Dragon Quest Builders
pubblicato un anno fa. L’aspetto più soddisfacente, però, è dato dalla telecamera che su PlayStation 4 era abbastanza fastidiosa, soprattutto nell’esplorazione dei dungeon: su Nintendo Switch la visuale ci accompagnerà in maniera saggia, facendoci entrare nei vari cunicoli senza eccessivi problemi e donandoci una vista quasi un prima persona, soprattutto all’ingresso di eventuali prigioni. Per il resto la realizzazione è la medesima, perché Dragon Quest Builders replica pedissequamente le missioni richieste, i dialoghi, i personaggi che andranno a riempire le vostre città e così via. I contenuti aggiuntivi che erano stati annunciati non si palesano nelle prime ore di gioco: del Sabrecub che dovrebbe velocizzare i nostri spostamenti non c’è ancora segno, ma arriverà sicuramente, così come tutti gli altri oggetti che Nintendo ha mostrato in alcuni recenti screenshot. L’aspetto sul quale focalizzarsi, però, è l’effettiva comodità del giocare in portatile con Builders: cedendo quindi un po’ sulla risoluzione e sull’aspetto grafico, il titolo di Square-Enix riesce a soddisfare nella sua immediatezza, nella sua linearità che vi spingerà a portare a termine le varie missioni anche in maniera frastagliata, non necessariamente con un long-play di ore (anche perché la console, separata dal dock, non regge per più di tre ore).
– In portatile è più immediato e divertente
– Il downgrade grafico è sopportabile
Le prime ore di Dragon Quest Builders, per noi che avevamo completato già l’esperienza su PlayStation 4, scorrono senza eccessivi intoppi e consegnano solo una sensazione di “già visto” che era d’altronde inevitabile essendo un porting a tutti gli effetti. Per tutti i novizi, siamo sicuri, Builders promette di essere una buona esperienza, con una qualità grafica che ne risente leggermente, ma che non danneggia eccessivamente l’esperienza. L’appuntamento è tra circa una settimana per la valutazione finale.