Dragon Ball Xenoverse 2 finalmente si mostra e si lascia provare. L’ultima trasposizione videoludica del manga di Akira Toriyama aveva cercato di cambiare il modo di proporre Dragon Ball all’utenza videoludica, riuscendo a convincere in alcuni punti, ma lasciando l’amaro in bocca in molti altri. Tra questi sicuramente la realizzazione dell’hub di gioco, che nonostante le moltissime pretese non si presentava in maniera adeguata alle necessità del medium videoludico. Con il secondo capitolo, diretto sequel del primo, Dimps prova a ripercorrere la stessa strada vincente, ma aggiungendo qualche novità che possa svecchiare alcune meccaniche e rendere più immediato l’intero prodotto. Alla Gamescom di Colonia, oltre al sito ufficiale online completamente rinnovato e una molto dettagliata action figure di Goku SS2, abbiamo potuto scovare le novità che sono pronte per arrivare nel corso dell’autunno su PlayStation 4, Xbox One e Steam.
Toki Toki City si evolveXenoverse 2 richiede l’arruolamento di nuovi patroller, controllori del tempo che possano chiudere le tante fratture che si sono venute a creare nel primo capitolo e che, inevitabilmente, sono anche aumentate nel corso delle battaglie. Tale espediente vi permetterà di avere una molto più intersecata modalità online, che analizzeremo a breve con tutte le sue novità. Intanto ci siamo concentrati su quella che era la scaletta proposta dagli sviluppatori presenti, che parte con Conton City, la nuova metropoli che funge da hub alla nostra avventura. Dimenticate le limitazioni di Toki Toki City, che non vi permetteva di spostarvi nemmeno in maniera rapida e veloce: stavolta a Conton potrete volare e osservare tutto dall’alto, così da avere a vostra disposizione uno spostamento che non vi costringa a minuti di cammino, noiosi e anche inutili. Inoltre non ci saranno più stanze da attraversare, caricamenti da attendere: l’open world, sebbene limitato alla nostra metropoli, che dovrebbe essere grande sette volte quella precedente, ha conquistato anche i Dimps, che hanno scelto così di farvi spostare liberamente da un angolo all’altro della città. Chiaramente in tutta l’area sarà possibile rintracciare gli altri giocatori connessi e provenienti da tutto il mondo, proprio come Dimps puntava a fare col primo Xenoverse, strizzando l’occhio alle meccaniche MMO. Proprio rispettando le richieste di un’esperienza votata al massive multiplayer, Xenoverse 2 propone inedite missioni co-op proposte per cinque giocatori, che chiaramente possono essere gestite anche offline con la CPU a controllare gli altri combattenti, smorzando però quella che è l’esperienza finale. Ciò che ci è stato mostrato, durante la presentazione, verteva esclusivamente su due battaglie, con la prima che ci ha mostrato come il boss affrontato aveva la capacità di prendere il controllo della mente di uno dei nostri compagni: il nostro obiettivo pertanto era sconfiggere dapprima uno di essi, nella sua versione doppelganger, risvegliare il nostro alleato e poi dirigersi verso la lotta principale, supportando l’attività degli altri. Un espediente che allunga la battaglia, ma che inserisce anche una sorta di sfida interna fra giocatori, perché più alte saranno le abilità acquisite e più sarà difficile il combattimento finale contro il nostro alleato. L’altra battaglia, invece, ci ha costretto a entrare in diversi portali temporali, all’interno dei quali venivano rintracciate delle sotto-sfide contro degli avversari casuali, che potevano essere o di semplice portata, come per esempio i Saibamen, o di ben più difficile risoluzione: è stata citata la possibilità di ritrovarci dinanzi a Nappa e Vegeta, in sequenza, pur non avendo potuto vedere tale battaglia, che quindi dovrà essere poi provata e approfondita in sede di recensione o di un hands on più approfondito.
Contro lo spam, ma con la stessa formulaGli sviluppatori hanno assicurato maggior varietà anche nella realizzazione del nostro combattente: oltre a scegliere la propria razza, potremo personalizzare ben altro, pur non perdendo eccessivamente nel bilanciamento complessivo del gioco. Per ora segnaliamo soltanto la presenza di una customizzazione più profonda, ma, come al solito, vi rimandiamo a una prova più capillare per capire quanto effettivamente si possa definire migliorato tale aspetto. Dal punto di vista del roster, invece, c’è da apprezzare l’inserimento di qualche personaggio in più, a partire da Majin Vegeta e Gohan dal futuro: il primo è stato protagonista della battaglia mostrataci dagli sviluppatori, contro Majin Bu, durante la quale è stato possibile apprezzare alcune novità nel combattimento, che resta simile a quanto visto nel primo capitolo. Dimps ha comunque lavorato per evitare lo spamming dei colpi dalla distanza, che rendevano monotone le sfide: ora sarà possibile, con un colpo ben assestato, rompere la catena dell’avversario e proiettarsi contro di lui per il contrattacco. La stessa barra della stamina cerca di rendere più strategicamente pregnante l’azione nostra e dell’avversario, facendo attenzione ai momenti in cui, incapaci di poter volare o scattare sfruttando la stamina terminata, saremo più esposti a un colpo ben assestato. Per il resto definire il tutto come un’apparente copia del primo capitolo è il modo più semplice per spiegare l’intero gameplay di Xenoverse 2, che pur mirando a un perfezionamento del combat system non apporta grandi modifiche.
– Battle system leggermente ridefinito
– Nuovi combattenti
– L’hub è finalmente al passo con i tempi
Dragon Ball Xenoverse 2 rimane lo stesso prodotto di Dimps proposto un anno e mezzo fa, con la stessa intenzione: soddisfare i fan con un titolo che possa permettere loro di tornare a vestire i panni di Goku e compagni e vincere la battaglia per le 7 sfere del drago e salvare la Terra. Con qualche combattente in più nel roster e con una maggiore accortezza nel combattimento, gli sviluppatori si sono concentrati sul donare un’esperienza più completa dal punto di vista dell’esperienza online, ma soprattutto più variegata. Sfruttando anche l’esperienza acquisita con il primo Xenoverse, lo stesso hub è più ricco e più gradevole da visitare, ma siamo abbastanza lontani dall’aver creato qualcosa di universalmente interessante. I fan siano pronti: le prossime prove diranno sicuramente di più dopo questo primo assaggio.