I Larian forse non saranno noti ai più, ma il loro nome fa girare parecchie teste tra gli appassionati di gdr. Parliamo pur sempre degli sviluppatori di Divine Divinity e Beyond Divinity, titoli tra i più osannati del genere, e di un gruppo che, nonostante il numero esiguo di giochi sviluppati, ha sempre mantenuto un certo seguito.
Di recente i Larian sembrano avere una marcia in più: hanno rilasciato da poco il buon Dragon Commander, uno strategico ibrido sempre ambientato nel loro universo fantasy pieno di draghi e magia, e sono al lavoro su Divinity: Original Sin, un gioco di ruolo vecchio stile che dovrebbe fare da prequel proprio agli storici predecessori. Kickstartato in breve tempo, il titolo dovrebbe uscire quest’anno, ed è recentemente spuntata una versione early access nelle librerie di Steam. Pur consapevoli di trovarci di fronte a un prodotto incompleto, abbiamo voluto testarlo, più che altro per analizzare le complesse meccaniche di combattimento utilizzate dai Larian, e vedere fino a che punto lo studio belga si è spinto con la fantasia.
Original Sin si è rivelato molto più incompleto di quanto ci aspettassimo, ma le belle sorprese non sono mancate, vediamo perché.
L’importanza dell’elementalista
Nell’ultima opera Larian interpreterete una coppia di Source Hunters, cacciatori di individui in grado di utilizzare la magia per scopi malvagi. I due sono stati convocati per indagare su un misterioso omicidio nella città di Cyseal, che al contempo deve vedersela con un agguerrito gruppo di orchi desideroso di raderla al suolo. Molto semplice come premessa, ma le cose si fanno rapidamente più complicate, e tra magia nera, segreti, e strambi imp che decidono di affidarvi il futuro del tempo e dello spazio per ragioni imprecisate, la storia non ci mette molto a prendere una piega complicata.
La peculiarità maggiore risiede nel sistema di dialoghi e relazioni del gdr: estremamente profondo e basato su innumerevoli caratteristiche. In pratica fin dall’inizio controllerete sempre una coppia di personaggi, utilizzabili anche in cooperativa online. Le risposte dei due durante le conversazioni non dovranno necessariamente essere sempre le stesse, e variarle porterà i protagonisti a sviluppare personalità completamente diverse. Potreste ad esempio ritrovarvi con un guerriero spirituale e altruista, e con una maga materialista e priva di scrupoli, la scelta sta soltanto a voi. Il bello è che i due potranno cozzare anche in momenti importanti, dove la scelta morale vincente sarà quella del personaggio con le capacità sociali più sviluppate.
Si tratta indubbiamente di un sistema unico e molto curioso, che aggiunge un pizzico di caos alle partite in coppia, ma può tranquillamente venir ignorato da chi preferisce un’esperienza più classica. Le novità alla formula “vecchia scuola” adottata non terminano però qui.
Anche il combat system è infatti ben diverso dal solito, pur mantenendo una struttura a turni. Vedrete con chiarezza l’ordine di priorità dei vari combattenti, ma durante ogni turno potrete muovervi e attaccare in base a un numero specifico di punti azione. I maghi non avranno limitazioni legate a mana o ad altri indicatori, e l’uso delle abilità verrà frenato esclusivamente dai tempi di ricarica delle stesse. Nulla di particolarmente innovativo fin qui, tuttavia Original Sin sorprende sfruttando come pochi altri giochi le magie elementali, che provocano status utilissimi contro i nemici. Per farvi un esempio più concreto, vi basterà evocare un po’ di pioggia per bagnare un gruppo di nemici, al che le probabilità di paralizzarli con un fulmine aumenteranno sostanzialmente. O ancora, eliminare un elementale del ghiaccio potrebbe formare una lastra sul campo di battaglia, facendo scivolare chiunque sia così sfortunato da passarci sopra, e così via.
Queste chicche legate agli elementi si diffondono anche al gioco base, visto che ci sono alcune quest da completare usando la magia, magari spegnendo incendi o congelando determinati oggetti. Le possibilità sono parecchie, e donano una varietà notevole agli scontri di Divinity persino a inizio partita.
Parla che si passa
A sorprenderci comunque non è stata solo la gestione delle battaglie, ma anche il feeling del resto dell’avventura. Per avanzare è obbligatorio esplorare ogni angolo della città, raccogliendo indizi, completando dialoghi e scoprendo nuove quest e zone da esplorare. Di facilitazioni praticamente non ce ne sono, tolti degli indicatori buggati nella versione da noi provata, che non comparivano nemmeno nella maggior parte dei casi.
Il gruppo, poi, non è limitato a due soli eroi, visto che già in questa prova abbiamo trovato e assoldato una guerriera e un mago extra, dotati di personalità e poteri ben definiti. Questi compagni non partecipano alle conversazioni principali, ma sembrano dotati di un valore di affinità che sale o scende in base alle vostre scelte.
In poche parole, è un gdr di quelli duri e puri, dove le cose da fare sono innumerevoli, il sistema di sviluppo è estremamente profondo, e le conversazioni sono importanti quanto i massacri di nemici. Si coglie subito perché è stato kickstartato con facilità.
Non mancano ad ogni modo i problemi. Come detto all’inizio, la versione provata era molto più arretrata di quanto ci aspettassimo e piena zeppa di bug. Si tratta di una alpha, certo, ma non credevamo di trovare intere zone sbarrate da cartelli con scritto “lavori in corso”, o glitch macroscopici capaci di far prendere perennemente fuoco alla nostra maga, impedire ai personaggi di salire sopra il terzo livello, o di teletrasportarli senza ragioni apparenti durante il movimento e alcuni combattimenti. Di lavoro da fare ce n’è davvero ancora moltissimo.
Il comparto tecnico, infine, non ci ha fatto gridare al miracolo, ma tra i tanti singhiozzi il look del titolo Larian non ci è affatto dispiaciuto, anche grazie a musiche di sottofondo che accompagnano ottimamente l’avventura.
– Complesso, profondo e molto “old style”
– Dialoghi con scelte multiple che mutano nel dettaglio le personalità dei protagonisti
– Combattimenti costruiti attorno agli status elementali
Indovinate un po’? Divinity Original Sin sembra proprio essere tutto ciò che i fan dei Larian e dei gdr vecchio stile desideravano. Un titolo estremamente complesso e profondo, con un sistema di combattimento interessante e costruito attorno agli status elementali, e dialoghi importanti quanto gli scontri. Le basi per un grande gioco ci sono tutte, peccato solo per la build ancora estremamente limitata e ricchissima di bug, perché avremmo voluto esplorare di più questo promettente gdr. Se tutte le problematiche verranno risolte in tempo per il lancio, comunque, aspettatevi una gradita sorpresa.