Anteprima

Detroit: Become Human

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a cura di Francesco Ursino

Se state leggendo questo articolo, è perché avete effettuato una serie di scelte. Per prima cosa, avete deciso di aprire il browser e di raggiungere il nostro sito. Dopo, sulla homepage, per un qualche motivo, avete nuovamente scelto di cliccare su questa preview; forse è stato il ricordo dell’espressione di Kara, protagonista della tech demo del 2012, o forse perché David Cage vi sta sulle scatole e avete solo voglia di vedere quale nuovo esperimento sta per propinare ai giocatori. Qualsiasi sia il motivo, ora siete qua, a leggere queste prime righe. Tutto questo per dire che, evidentemente, ogni nostra azione è la conseguenza di una serie di scelte che comportano conseguenze più o meno inaspettate. Questa è la lezione data all’E3 da Detroit: Become Human, il prossimo titolo Quantic Dream. Andiamo a scoprirne qualcosa in più.

Un dramma coraleRicordate le prime sequenze di Fahrenheit? Nel gioco (che tra l’altro tornerà su PlayStation 4 il prossimo mese), dovevamo scegliere come nascondere le nostre malefatte, coprendo le nostre tracce. Avevamo delle scelte da compiere, e dovevamo fare attenzione al tempo: da un momento all’altro, infatti, qualcuno avrebbe aperto la porta, scoprendo il nostro dramma. La sensazione è che con Detroit: Become Human, difatti, Quantic Dream voglia tornare a due degli elementi che avevano segnato proprio Fahrenheit, ma anche Heavy Rain. Il perché di questa affermazione è presto detto: da quanto mostrato all’E3, il titolo poggia molto su quelle che saranno le decisioni del giocatore, le quali saranno basate sia sul tempo, sia sulle informazioni in proprio possesso. Il materiale visto a Los Angeles si rifaceva proprio alle sequenze mostrate durante la conferenza Sony, disegnando uno scenario da fantascienza; in un futuro dove gli androidi sono relegati a svolgere compiti umili, allora, una macchina ribelle, evidentemente vittima della rabbia, ha ucciso il suo padrone, e si è barricata sul tetto di casa con una bambina di nome Emma. Nei panni dell’androide (nonché detective) Connor dovremo cercare di sventare una tragedia: sarà il nostro acume da investigatore, dunque, l’unica arma che può evitare una ennesima vittima innocente. Secondo Cage, Detroit: Become Human sarà un titolo più corale di Beyond: Due Anime: non solo saranno presenti più personaggi (tra i quali la già citata Kara), ma i vari protagonisti potranno morire, senza per questo interrompere il flusso narrativo. Una soluzione, questa, già vista in Heavy Rain, che porterà proprio a un numero notevole di finali, probabilmente maggiore di quello visto nelle vicissitudini di Ethan Mars.

Tic, tac, tic, tac…Appena arrivati nell’appartamento, Connor potrà interagire con una serie di oggetti e persone. Ogni azione, però, avrà conseguenze in termini di informazioni e tempo. Non è detto, infatti, che ogni iniziativa porti a una maggiore consapevolezza dell’ambiente a noi circostante; il gioco, a questo proposito, ci informerà della possibile riuscita della nostra missione tramite una percentuale che salirà o scenderà a seconda delle nostre scelte. Qualsiasi sia la nostra azione, in ogni caso, assisteremo allo scorrere del tempo, per cui sarà bene non cincischiare e perdersi in particolari. Ad esempio, durante le sequenze mostrate Connor aveva la possibilità di rimettere un pesce rosso nella sua vaschetta: azioni di questo tipo, evidentemente, fanno perdere tempo, e non aiutano più di tanto a contestualizzare la vicenda.In ogni caso, il materiale mostrato ha chiarito come si possa anche tentare la via della fortuna, agendo cioè senza raccogliere informazioni; in questo caso, si è arrivati al confronto tra il folle androide e Connor con una percentuale di riuscita del 50%. Dal momento del confronto vero e proprio, questo dato numerico ha iniziato ad oscillare a seconda delle risposte date, fino ad arrivare al tragico epilogo in cui, purtroppo, la bambina e il suo carnefice hanno trovato la morte gettandosi dal palazzo. Un secondo approccio, invece, ha previsto una maggiore fase di ricerca, grazie alla quale si è scoperto il nome dell’androide impazzito (ovvero Daniel), nonché una sorta di movente (la possibile sostituzione con un androide nuovo per far felice Emma). Queste fasi di indagini, difatti, sembrano ricalcare un po’ quelle già viste in Heavy Rain, in special modo quelle di Norman Jayden; una volta entrati in uno specifico ambiente, infatti, si potrà interagire con i vari oggetti selezionabili, cercando così di ricostruire cosa sia successo. Forti delle informazioni raccolte, allora, la percentuale di successo si è alzata fino a toccare circa il 70% ma, anche in questo caso, sono state le risposte alle sollecitazioni di Daniel a determinare l’esito dello scontro. Mentire sul fatto che si sia armati o meno, infatti, farà oscillare la percentuale, così come cercare di aiutare un agente ferito. In ogni caso, avere a disposizione più informazioni sbloccherà nuove opzioni di dialogo, che potrebbero aiutare a ottenere il proprio scopo.

Obiettivi sacrificabiliIl fatto che il gioco consideri il salvataggio della bambina come obiettivo primario della missione lascia ben trasparire come gli androidi, in Detroit: Become Human, siano elementi sacrificabili; difatti, la sequenza mostrata all’E3 termina con un successo anche nel caso della morte di Connor, che in quanto non umano rimane dunque un essere inferiore. Un mondo in cui gli androidi provano sentimenti che non dovrebbero provare, e in cui due macchine si trovano faccia a faccia nei panni della guardia e del ladro, fa sicuramente venire in mente Blade Runner. A questo proposito, Cage ha tenuto a sottolineare che l’opera di Philip K. Dick – così come il film di Ridley Scott –  non rappresentano l’ispirazione primaria per il prossimo titolo Quantic Dream; la storia che l’autore francese vuole raccontare, dunque, dovrebbe vertere su altre dinamiche. Proprio per questo, allora, capire che tono avrà la narrativa, e comprendere in che modo verrà svelato l’intreccio, rappresentano due dei punti più importanti che andranno chiariti nel corso dello sviluppo del titolo, che ricordiamo non ha ancora una data di uscita precisa.

– Sembra riprendere elementi propri di Fahrenheit ed Heavy Rain

– Promette di dare realmente peso alle azioni del giocatore

Detroit: Become Human sembra essere un progetto intrigante nonostante, al momento, non ci si possa sbilanciare molto con i giudizi. Nel concreto, infatti, non si conosce né la finestra di lancio (ferma a un generico 2017), né come il gameplay si adatterà alla presenza di più personaggi giocabili che, lo ripetiamo, potranno morire senza interrompere l’intreccio narrativo. Un altro punto interrogativo riguarda il modo in cui verrà narrata la vicenda, e il tono generale che Cage vorrà dare all’intreccio. In ogni caso, non possiamo nascondere un certo interesse verso un titolo che sembra richiamare elementi già visti in Fahrenheit ed Heavy Rain, e che promette un reale impatto delle nostre decisioni sulla storia. Nell’attesa di sapere come andrà avanti la rivolta androide, allora, il consiglio è sempre quello di rimanere sulle nostre pagine.

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