Anteprima

Detroit: Become Human

Avatar

a cura di Forla

Era già nell’aria da tempo. I più attenti di voi sicuramente ricorderanno la tech demo rilasciata qualche anno fa da Quantic Dream intitolata Kara. In quel toccante video un androide veniva assemblato sotto i nostri occhi e sottoposto ad una serie di test per verificarne il corretto funzionamento. Dopo averli superati tutti brillantemente la giovane si rende conto che il suo destino è quello di essere venduta al pari di un semplice elettrodomestico. Questa rivelazione la sconvolge ed ella mostra di possedere una coscienza. L’esaminatore decide dunque che è difettosa e procede allo smontaggio, ma proprio mentre viene smembrata dalla stessa macchina che poco prima l’aveva generata, la ragazza implora di essere risparmiata e il suo carceriere, probabilmente commosso quanto noi spettatori da quelle suppliche, cede, e le consente di prendere la sua strada. Per chi invece se lo fosse perso potete reperire il video qui.
Alla recente Games Week di Parigi, David Cage ha ufficializzato il nuovo progetto in cantiere presso gli studi Quantic Dream e legato proprio a quella tech demo, stiamo parlando di  Detroit: Become Human.
La città degli Androidi
Nel video mostrato alla fiera parigina possiamo vedere Kara girare per le strade di una Detroit del futuro. La protagonista è l’unica sintetica in città che non “appare” come un robot, è vestita come un comune passante e percorre le vie rivolgendosi a sé stessa. É affascinata dal mondo, simile ad un bambino che scopre per la prima volta cose che a noi sembrano normali, come la carezza del vento sul viso o la luce del sole che le scalda la pelle. Presto però si rende conto che la città ha un lato oscuro e brutale, un lato in cui quelli come lei sono considerati alla stregua di oggetti e trattati anche peggio. La metropoli americana sembra molto evoluta e la tecnologia che più balza agli occhi è proprio la presenza costante di androidi per le strade. D’altronde sono facilmente identificabili: tutti vestiti con specifiche uniformi con il nome del modello impresso sul petto, e in gran parte dei casi raggruppati in speciali aree riservate. Nel video vediamo alcuni di loro disposti in una zona di sosta coperta, una specie di fermata per autobus dedicata. Inoltre all’interno di un vagone del treno una parte di carrozza, stretta e senza posti a sedere, è occupata esclusivamente da esseri umani artificiali. Questa ghettizzazione vuole sicuramente porre l’accento su una sorta di razzismo nei confronti dei non umani, plausibilmente uno dei temi centrali del nuovo titolo di Cage. Nel trailer non mancano anche scene di vera e propria violenza, in particolare una in cui una folla inferocita, con tanto di cartelli di protesta, aggredisce fisicamente un androide.
Sarebbe possibile ipotizzare, dato che i sintetici vengono venduti come lavoratori di vario genere, che questo abbia portato uno squilibrio nell’economia della città e che le classi meno abbienti stiano avendo difficoltà finanziarie. 
Detroit: Become Human si posiziona quindi a tutti gli effetti nella più classica della fantascienza, accostandosi come tematiche a prodotti come Blade Runner. Quello che personalmente mi preoccupa è che autori come Dick e Asimov (giusto per nominarne due a caso) hanno già esplorato a fondo l’argomento, sviscerando tematiche impegnate come l’autocoscienza delle macchine e i loro diritti all’interno di una ipotetica società.
Per il buon Cage quindi la sfida è ardua: realizzare un nuovo Sci-Fi drama con tutte le carte in regola per non risultare un riciclone di vecchi capolavori e tirare fuori da strade già percorse degli itinerari del tutto nuovi.
Non come Beyond e Heavy Rain
David Cage ha dichiarato che questo nuovo titolo manterrà alcuni punti di contatto con le vecchie produzioni Quantic Dream, ma sarà comunque un’esperienza differente sotto vari aspetti. Quello che è certo è che sarà un gioco emotivamente coinvolgente e fortemente incentrato sulla narrativa, in cui le scelte del giocatore incideranno sensibilmente sulla storia e sul mondo in cui è ambientata. D’altro canto le tematiche trattate ben si prestano a toccare il cuore delle persone e il binomio macchina-sentimenti ha sempre saputo creare grovigli morali difficili da districare. Le dichiarazioni in merito al suo distacco rispetto alle precedenti opere, legato ad un aumento della parte narrativa, potrebbero quindi portare ad una riduzione ancor più drastica della componente gameplay, facendo infuriare gli amanti dello smanettamento furioso sul pad.
Per quanto concerne il versante tecnico sembra che il livello della produzione si attesti su standard estremamente elevati, così come i precedenti titoli della casa francese. Per Detroit infatti è stato sviluppato un engine 3D apposito in grado di sfruttare al meglio le potenzialità di PS4 e offire animazioni facciali credibili, effetti di luce di alta qualità e ambientazioni vive e pulsanti. 
Per concludere vogliamo ricordare che il gioco non ha ancora una data di uscita ufficiale ma sarà esclusiva per il monolito nero di Sony.

– Narrativa di qualità

– Ambientazione futuristica ben strutturata

– Comparto tecnico di alto livello

Sia i fan che gli accaniti detrattori di David Cage possono iniziare a fregarsi le mani. Detroit: Become Human sarà un altro titolo basato sullo storytelling d’impatto, che punterà a far vivere al giocatore una toccante storia, accompagnandolo per mano senza pretendere da lui acrobazie sul pad. Probabilmente chi ha apprezzato i vecchi titoli Quantic Dream lo amerà, mentre chi li ha odiati non cambierà idea. C’e solo da sperare che la narrativa risulti fresca ed emozionante come è stato promesso, senza scadere nel “già visto” a causa delle tematiche ampiamente navigate.

👋 Partecipa alla discussione! Scopri le ultime novità che abbiamo riservato per te!

0 Commenti

⚠️ Stai commentando come Ospite. Vuoi accedere?


Questa funzionalità è attualmente in beta, se trovi qualche errore segnalacelo.