Anteprima

Death Stranding

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Quando Hideo Kojima annunciò sul suo iper-attivo profilo Twitter di essere in partenza per gli Stati Uniti, avevamo ricollegato alla sua conferenza alla PlayStation Experience e all’assegnazione del premio Industry Icon ai The Game Awards. Invece, a cavallo tra i due eventi, è arrivato il nuovo video di Death Stranding, la prossima fatica della ora indipendente Kojima Productions, le cui atmosfere continuano ad intrigare, in attesa di scoprire quelle che saranno le meccaniche di gioco.

Vediamo tutto nel dettaglio.
I’ll keep coming
Al trailer di annuncio del gioco, presentato all’E3, avevamo visto un Norman Reedus protagonista di un mondo decadente, dove la moria delle specie la faceva da padrona. Perfino il bimbo tra le braccia dell’attore veniva risucchiato via, mentre cavi che tessevano collegamenti indecifrabili sembravano quasi infestare gli scenari, come ragnatele spietate, assassine di un sole che non sorge più. 
Il tema non è cambiato nel nuovo trailer: il mondo è ancora in rovina e, a quanto pare, in guerra. Lo dimostra il carro armato, carico di viscere simil-umane, che si aggira per una città distrutta sotto il controllo dei bombardieri. Lo dimostra, ancora di più, l’ufficiale da cui si nasconde il protagonista del trailer che, in uno squadrone della morte, è accompagnato da soldati già passati a miglior vita, collegati a lui dai cavi già visti nel video precedente. Kojima disse che il gioco si sarebbe occupato di parlare di legami e, a quanto pare, questi saranno rappresentati visivamente all’interno del gioco. In un mondo dove macchine e umani si uniscono in un solo corpo e si perde il confine tra vita e morte, Kojima sembra voler parlare ancora una volta della necessità di salvaguardare il futuro—il bimbo all’interno della capsula, ignaro del tetro mondo che lo attende. Come potremmo farlo, grazie alle meccaniche di gioco, rimane tutt’ora un mistero, perché purtroppo non sono mai trapelati dettagli sul gameplay dell’opera. Sappiamo, però, che sarà estremamente ambiziosa, e non solo perché si tratta di Hideo Kojima, ma anche per il cast sfoderato fino ad ora: dopo Norman Reedus (The Walking Dead), infatti, Death Stranding vanta Mads Mikkelsen (Hannibal) nei panni dell’antagonista. Entrambi i noti attori interpreteranno il loro ruolo a trecentosessanta gradi, come reso noto da Kojima durante la PlayStation Experience: sia Reedus che Mikkelsen, quindi, registreranno il motion capture per le animazioni dei loro personaggi e ne doppieranno le battute. Non sarà lo stesso, invece, per il regista Guillermo del Toro: dopo il tentativo di collaborazione non andato a buon fine nel cancellato Silent Hills, Kojima ha chiesto all’artista di partecipare al progetto almeno nelle fattezze di un personaggio, che abbiamo visto proprio nel nuovo video. Nel caso di del Toro, però, le animazioni saranno registrate da un altro attore, così come le battute per il doppiaggio. Secondo Kojima, infatti, il regista non aveva a disposizione sufficiente tempo libero, quindi si è proceduto con il suo scan 3D, con diverse espressioni e differenti outfit, per includerlo comunque all’interno di Death Stranding. Un tributo che probabilmente il game designer sentiva come dovuto, dopo che ha rivelato che è stato proprio del Toro a metterlo in contatto con Norman Reedus, a suo volta parte dell’infelice progetto Silent Hills.
Non abbiamo idea di come si chiamino, per ora, ma abbiamo conosciuto quindi tre personaggi di Death Stranding: Reedus, Mikkelsen e del Toro. All’interno di questo mondo di vita e morte intrecciate, però, ci saranno anche protagoniste femminili: interrogato in merito durante la PlayStation Experience, Kojima ha infatti assicurato che ci saranno anche delle donne all’interno della narrazione, ma non è ancora pronto a rivelarle. Visto il peso del cast (che lascia intendere il budget di cui il progetto sta disponendo) ci possiamo aspettare qualche attrice sulla cresta dell’onda, magari a sua volta nota per la serialità televisiva.
La Decima fatica di Kojima (e Guerrilla)
Dicevamo che non sappiamo nulla del gameplay del gioco, ma qualcosa—atmosfere a parte—non può non colpire: il livello di dettaglio grafico dei trailer proposti. In questo secondo video, ancora più che nel primo, il muro tra cinema e videogioco è sottilissimo e impercettibile, non solo per la brillantezza della ricercata regia e per gli interpreti, ma anche per il fotorealismo della componente grafica. Se, in un primo momento, lo scetticismo aveva fatto urlare al video in computer grafica, Kojima ha voluto ribadire a più riprese che si tratta di un trailer in-engine, che girava a 4K in real-time su PlayStation 4 Pro. Non solo: il game designer ha assicurato che “il gioco finale avrà un aspetto molto migliore di questo“. Com’è possibile? La risposta di Kojima è chiara: “grazie al nostro nuovo engine“.
Qualche mese fa, lasciata Konami, il game designer si era messo in viaggio insieme a Mark Cerny, lead architect di PlayStation 4 per conto di Sony, dichiarando di essere in cerca di tecnologie per il suo prossimo progetto. Tecnologie che ha trovato in Olanda, presso Guerrilla Games: “appena sono entrato nella loro sede, sono venuti da me con questo cofanetto, al cui interno si trovava il loro engine. Me lo hanno donato senza nessun contratto” ha raccontato Kojima. Presente alla PlayStation Experience, il managing editor della software house, Herman Hulst, ha confermato la cosa, spiegando che Guerrilla lo ha fatto per aiutare Kojima Productions a ricominciare a fare giochi: “è stato per il bene dei videogiochi” ha ribadito più volte. Per questi motivi, Hideo Kojima ha dichiarato di essersi trovato subito bene con Guerrilla Games, con la quale ha instaurato un legame di forte e stretta collaborazione. “È come se gli avessi detto che volevo andare sulla Luna e loro mi avessero risposto ‘andiamo fino a Giove!‘” ha aggiunto il game designer.
Dopo che i due team hanno cominciato a lavorare insieme per migliorare l’engine, hanno trovato anche un nome: Decima Engine. Le motivazioni che hanno portato a questa scelta sono di natura storica e particolarmente interessanti: nel periodo Edo del Giappone, infatti, l’isola artificiale di Dejima, a Nagasaki, era l’unico porto che consentiva scambi con l’esterno della nazione. Per oltre duecento anni, venne utilizzata proprio dagli olandesi. In latino, il nome Dejima venne traslitterato “Decima”, da cui quindi il nome definitivo dell’engine.
Stretta questa collaborazione, i due team intendono portarla ulteriormente avanti in futuro, con un vero e proprio “Decima Team” composto da elementi sia di Kojima Productions che di Guerrilla che possa continuare a migliorare l’engine, dopo l’addio forzato a FOX Engine, rimasto a Konami. Il legame tra le due parti, quindi, rimarrà saldo: “i legami non sono solo il tema del gioco per come è presente al suo interno, ma anche per le relazioni che abbiamo dovuto intraprendere per riuscire a renderlo realtà” ha raccontato Kojima alla platea della PlayStation Experience.
Se fin da ora Decima, che muove anche Horizon: Zero Dawn, mostra queste potenzialità, siamo impazienti di scoprire quale sarà l’aspetto finale di Death Stranding.

– L’atmosfera del mondo di gioco è decisamente ispirata e ricercata

– Il Decima Engine sembra splendido

– Cast di primissimo livello

Death Stranding è, probabilmente, ancora molto lontano. Non ci sono riferimenti all’anno di uscita, né alle meccaniche di interazione con il titolo. Continuiamo, però, ad entrare nelle sue atmosfere soffocanti, nei suoi risvolti horror, nelle palette scure, nei simbolismi visionari, nella decadenza di un’umanità che non solo sembra essersi fatta del male da sola, ma anche intenzionata a continuare a farlo. In un mondo dove l’eponimo filo della morte si attorciglia attorno ad ogni cosa e si prepara a succhiarla via, Kojima sta dando le prime pennellate su una tela tutta nuova, più ampia che in passato, della quale siamo impazienti di scoprire tutte le sfumature.

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