Anteprima

Deadlight Director's Cut

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a cura di Gottlieb

Aspettando il prossimo lavoro di Tequila Studios, l’open world in terza persona Rime, la software house di Madrid permetterà a tutti gli utenti PlayStation 4 di rivivere l’avventura di Randall Wayne, protagonista di Deadlight, il survival horror pubblicato nel 2012 in esclusiva Xbox Live. A distanza di quattro anni, grazie a un Director’s Cut, il titolo arriva con una distribuzione fisica affidata a Deep Silver, in Italia pubblicata da Koch Media, che pochi giorni fa ci ha permesso di provare il porting su next gen giocando in un’ora al primo capitolo della nostra fuga verso la vita, verso la sopravvivenza.

The walking shadow
Seattle, 4 giugno 1986. Sono trascorsi 145 giorni dal ritrovamento del paziente zero. La società è stata completamente decimata da un’epidemia scatenata da un virus che ha permesso ai morti di tornare in vita, sotto forma di zombie, da tutti chiamati ombre. Randall Wayne, una guardia forestale originaria di Hope, in Canada, è stato tragicamente separato dalla famiglia, dalla moglie Shannon e da sua figlia Lydia, e una volta ritrovate lotta per condurle a quella che è una zona franca nella zona a nord ovest del Pacifico. Purtroppo, però, il “Save Point” non è come Randall se lo aspettava: qui la giurisdizione è finita nelle mani della New Law, un gruppo di guerriglia armato che gestisce a proprio piacere l’ordine pubblico, e che ammazza chiunque non accetti le loro regole. Nel tentativo di sfuggire a tale giogo, il ranger Wayne inizia una lotta su due fronti, da un lato la forza clandestina da debellare, dall’altro le ombre da evitare. Ma in tutto questo non si accorgerà che, purtroppo, la sua famiglia è scomparsa nuovamente. Deadlight ci metterà dinanzi alla necessità di sopravvivere alle minacce che hanno colpito l’America, in uno dei classici cliché legati all’espansione di una minaccia batterica, che ha ancora una volta messo a ferro e fuoco, oltre che in ginocchio, la popolazione dell’Oltreoceano. L’intera narrazione è affidata a degli espedienti collegati a oggetti rintracciati durante il nostro cammino, in side scrolling, come anche pagine di diario, o cut scenes che vengono realizzate in stile cartoon. La trama, però, resta abbastanza scontata, banale, ripetitiva e non offre nulla di più rispetto a quelli che sono i classici survival che costringono il protagonista di turno a sfuggire dall’invasione zombie. 
Side platforming
Piuttosto che usare il termine zombie per i nostri avversari, ci troveremo dinanzi alle ombre, che ben vanno ad amalgamarsi a quello che è il concetto di side scrolling cupo e ansioso del nostro titolo. D’altronde per poter essere un survival horror, con tali tematiche oramai eccessivamente trite e ritrite, serve l’atmosfera a donare l’ansia necessaria: è così, quindi, che Deadlight non ci permetterà mai di avere un’idea precisa di quello che è Randall, ma semplicemente ci darà una sagoma alla quale affezionarci, da manovrare e da sfruttare nell’ambiente per poter arrivare alle inquadrature successive. Le fasi di platforming e di risoluzione di puzzle sono state completamente mantenute, rappresentando l’aspetto principale del gioco, perché d’altronde è questo il modo che abbiamo per sfuggire dalle ombre, fino a quando non riusciremo, a metà strada del primo capitolo, a ottenere delle armi da sfruttare a nostro piacimento, dai martelli alle pistole. Partendo, quindi, con tre punti salute che scenderanno di una unità a ogni colpo subito, avremo la possibilità di provocare le ombre con un fischio, il che fungerà anche da ottimo espediente in alcune situazioni ambientali per sfruttare il loro peso, o anche di ingaggiare un corpo a corpo che ci permetterà, dopo la pressione di uno specifico tasto, di districarci dalla morsa di uno dei nostri anelanti carnefici. Soluzioni che chiaramente non danno libero sfogo alla fantasia, perché la strada da inseguire è una e univoca, ma che comunque vi costringeranno a spremere le meningi: soprattutto per superare alcune sessioni di puzzle che a prima vista sembrerebbero facili, ma che in realtà rappresentano un ostacolo non da poco. La morte potrebbe essere dietro l’angolo, soprattutto se beffati da uno degli elementi ambientali posti a mo’ di trappola per le ombre nei quali, però, potreste cadere anche voi. 
Director’s cut
Chiaramente trovandoci dinanzi a un titolo che rappresenta un vero e proprio porting, semplicemente impreziosito da alcuni elementi che fanno parte del director’s cut, di Deadlight e del suo arrivo su next gen bisogna parlare dal punto di vista tecnico. Partiamo dal presupposto che il titolo in questione rappresentava già quattro anni fa un ottimo esempio di stile, di direzione artistica ispirata e anche di un buon level design, proponendo una città devastata che si muoveva perfettamente insieme con Randall, entrambi alla ricerca di qualcosa: la città di una quiete dopo la tempesta, il Nostro della sua famiglia, da recuperare dalle grinfie di chi aveva fatto scattare quella tempesta. La riproposizione del titolo arriva con una risoluzione a 1080p, nuove animazioni, che diventano meno legnose e più fluide, in funzione di quelle che sono state le migliorie in questi quattro anni dei motori tecnici, nonché di controlli leggermente rivisti per perfezionare, ad esempio, l’utilizzo della pistola o delle armi da fuoco, che richiedono di mirare in un ambiente 2D. Allo stesso tempo sembrano completamente risolti i bug che affliggevano la precedente versione del titolo, che spesso creavano anche dei problemi nei salti, mal calibrati e inficiati da un lag impietoso. Tra le novità troviamo anche una modalità che, però, non abbiamo avuto modo di provare nella nostra ora di gioco, che ci ha permesso di testare esclusivamente il primo capitolo: parliamo, in ogni caso, della Survival Arena, che dal nome ci lascia intendere facilmente quali sono le sue mire, che avremo modo di analizzare in maniera capillare in sede di review. 

– Level design che si presta bene a puzzle ambientali

– Meccaniche più moderne rispetto alla prima versione

– Prezzo contenuto

Deadlight Director’s Cut arriverà il prossimo 24 giugno su PlayStation 4, XboxOne e PC, spogliandosi di quella che fu la sua natura di esclusiva Microsoft. Sia per avvicinare il mondo Sony a quello che è l’universo Tequila, in procinto di arrivare con una nuova IP sul mercato, sia per riportare in vita un prodotto che aveva colpito per stile e per realizzazione, Deep Silver ci proporrà un’avventura dalla storyline scontata, ma dal gameplay affascinante: tra puzzle, platform, sparatorie, proiettili da dosare e decisioni da prendere in pochi secondi, riusciremo a vivere quella che è l’esperienza di Randall Wayne con una grafica completamente rinnovata. Un’ottima possibilità per chi nel 2012 non poté, ma anche per chi ha già portato a termine l’anabasi da Seattle e che, con un prezzo ridotto, vuole rivivere quell’avventura, con un tono più moderno.

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