Dark Souls III è un gioco che scatena in noi emozioni contrastanti. Da una parte siamo esaltati per il fatto che Miyazaki sia alle redini e completamente concentrato sul progetto (ha recentemente affermato di voler con forza tornare a una struttura gdr complessa, dopo Bloodborne), dall’altra abbiamo il terrore che possa rivelarsi il capitolo della stanchezza, quello incapace di rinnovare degnamente una formula che è sì solida ed esaltante, ma inizia anche ad essere abusata.
Per evitare un retrogusto di stantio, From sembra aver puntato sulle innovazioni del gameplay, aggiungendo una pletora di manovre a un combat system già molto complesso. Bloodborne, a sua volta, è stato un esperimento da cui la software house ha imparato parecchio…
Dopo la comparsa di nuovo gameplay al Tokyo Game Show, quindi, cerchiamo di fare una piccola analisi dei cambiamenti noti, concentrandoci sulle novità.
Skills of a warrior
Le meccaniche alla base di Dark Souls III sono molto familiari per chi bazzica nella serie da anni. Sembra esserci stata una generale velocizzazione delle animazioni, in particolare per quanto riguarda la cura tramite Fiaschetta Estus, ma gli sviluppatori hanno confermato l’importanza del peso portato e la presenza quindi di build “massicce” basate più sulla protezione che sull’agilità. Non è questo ciò che è stato svelato al TGS però, poiché alla fiera giapponese i From si sono concentrati sulle Weapon Arts e sull’uso della magia.
Partiamo dalle Weapon Arts, vere e proprie abilità extra che permettono di utilizzare mosse alternative con le varie armi. Da un paio di gameplay, ad esempio, è chiaramente visibile la Ready Stance, una posa che consente di usare un affondo a due mani con spade lunghe, senza dover per forza mettere da parte lo scudo. Chiaramente le manovre sono più complesse di così per quanto riguarda il combattimento melee, e vanno da cariche che scagliano in aria i nemici a colpi roteanti continuati. Una sola cosa accomuna ogni manovra: consumano tutte mana. Esatto, mana, perché la barra blu è tornata ed è andata a sostituire il numero limitato di utilizzi delle magie. Questo importante indicatore scende ad ogni incantesimo o tecnica speciale e non si rigenera naturalmente, bensì con una seconda Estus chiamata Ash Flask. Avrete dunque due Estus a disposizione nel gioco, che si ricaricheranno con ogni probabilità alla solita maniera.
Le Weapon Arts sono sfiziose per chi ama i guerrieri “puri”, non c’è che dire, ma la situazione si fa ancor più colorita se le si utilizza con i catalizzatori. Tali abilità sono infatti presenti anche per chi fa della magia il suo principale alleato e donano bonus non indifferenti. Un esempio? Una speciale Weapon Art dona poise e difesa temporanei durante il casting di una magia sacra, impedendo ai nemici di farvi cadere rovinosamente mentre siete indifesi. Un’altra abilità, invece, potenzia tutte le magie successive per un certo periodo di tempo, aumentando sensibilmente il loro danno.
Impossibile precisare al momento fino a che punto queste tecniche avanzate modificheranno l’approccio alle battaglie e quanto varie risulteranno, ma la loro aggiunta ci piace, e molto anche. Al contrario non apprezziamo il ritorno in pompa magna del “backstab facile”, visto che su nemici umanoidi pare una passeggiata mettere a segno poderose esecuzioni, al punto da far preferire il loro spam a qualunque altra tecnica (si è ancora invulnerabili mentre si esegue un backstab).
Al di fuori di questo, il counter con scudo sembra tornato istantaneo, e la risposta ai comandi pare più rapida e affidabile. Meno bene la gestione delle aree, con nemici che, ancora una volta, colpiscono spesso attraverso i muri di pietra. I miglioramenti tecnici ci sono stati insomma, ma sono principalmente estetici. Va detto che comunque il gioco è davvero bellino da vedere, e che l’importanza dell’illuminazione è tornata ad essere elevata.
– Le Weapon Arts sembrano sfiziose
– Più rapido e responsivo
Dark Souls III promette, prevedibilmente, molto bene, specialmente grazie alle novità introdotte nel gameplay e alle migliorie del comparto tecnico. Ora resta da vedere se la campagna saprà tenerci come al solito incollati allo schermo senza pietà alcuna, e fino a che punto il titolo saprà essere impegnativo ed esaltante. La permanenza di qualche difetto storico stona, ma non ci spaventa. Non vediamo l’ora.