Anteprima

Dark Souls III

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a cura di FireZdragon

All’E3 Hidetaka Miyazaki ce lo aveva fatto annusare, ci aveva fatto pregustare il sapore ferroso di sangue sulle lame, e la gioia di riagguantare una manciata di anime prima di spenderle al falò più vicino.Era tutto li, davanti a noi, e una demo ci mostrava il nuovo titolo di casa Bandai Namco reclamare le maledizioni dei giocatori mentre morivano sotto i colpi dei non morti in una Lodeleth meno cupa di quanto ci si potesse aspettare.Le nostri mani fremevano, e scalciavamo alla sola idea di strappare il pad e farlo nostro per provare quel gioco tanto atteso… non abbiamo dovuto aspettare poi molto tuttavia, perché oggi, a poco meno di due mesi dalla fiera losangelina, abbiamo toccato quella stessa demo, spingendoci molto più in là di quanto non avessero fatto i ragazzi di from software.

Bloodborne c’èPartiamo dal principio, da quella selezione del personaggio che per questa build si divideva in due scelte: il cavaliere in armatura già visto mille volte e un guerriero nordico dotato di ascia a una mano e armatura.Abbiamo puntato ovviamente sulla seconda opzione, anche se il gameplay, essendo strettamente legato all’arma utilizzata, non si è discostato poi molto da quanto avevamo visto in precedenza. Il nostro personaggio, ad ogni modo, aveva a disposizione uno shout speciale, perfetto per aprire la guardia dei nemici o da usare come veloce counter per i colpi leggeri.Gli esperimenti e i giochetti con la nuova abilità sono però durati poco, perché non appena sulla nostra strada è comparso lo spadone a due mani l’abbandono della combinazione arma singola più scudo è stato praticamente istantaneo, in favore di una stance speciale del guerriero che permetteva di colpire a gran distanza e con una potenza notevole, ma anche di lanciare in aria i nemici per poi andare a segno nuovamente in volo.Avendo il completo controllo del personaggio abbiamo tentato di seguire strade inesplorate, di percorrere viottoli non visti nella demo nella speranza di incontrare qualcosa di inedito e così è stato. L’ambientazione perde in parte la linearità di Dark Souls 2 tornando invece ad abbracciare quel complesso level design intricatissimo dei primi souls. Abbiamo visto certamente poco, ma da quanto siamo riusciti a intuire c’erano almeno quattro o cinque vie differenti per raggiungere il primo boss e un paio di falò pronti a salvarci da lunghe camminate tra i tetti infestati dopo ogni morte.Avrete visto tutti il non morto invaso da quella misteriosa melma nera, che trasforma i posseduti in demoni degni del miglior Kentaro Miura e, ovviamente, con la nostra scorciatoia gli siamo finiti proprio in bocca, eppure questo ci ha anche permesso di scoprire che è possibile uccidere questi temibili avversari poco prima che la trasformazione abbia il sopravvento, spazzandoli via con un paio di colpi veloci.La nostra avventura è poi proseguita passando tra le guglie del castello, schivando frecce infuocate e imboscate continue di non morti che saltavano fuori da ogni dove. L’arma che abbiamo trovato era particolarmente potente, tanto da oneshottare ogni nemico, e il ritrovamento delle doppie scimitarre non è stato motivo sufficiente per cambiare nuovamente setup anche perché con il timing lento e le rotolate contate al centimetro ci stavamo ormai facendo l’abitudine.

Camminando a zonzo per il livello ci siamo imbattuti finalmente in un nuovo nemico: un cavaliere in armatura dall’aspetto particolarmente goffo e dotato di un’alabarda che riusciva però a roteare con estrema grazia e velocità. Il pattern, anche se prevedibile, è risultato particolarmente pericoloso: oltre al classico fendente verticale e la stoccata in profondità questo nemico era in grado di roteare come una trottola devastando ogni cosa sul suo cammino e anche di evocare una tempesta di fulmini nell’area a lui circostante. Un osso davvero duro che ha richiesto un paio di tentativi prima di essere abbattuto, ricorrendo a un infame combattimento a distanza con pugnali da lancio e bombe esplosive: a mali estremi estremi rimedi.Avremmo voluto provare anche l’arco a dire il vero, ma non abbiamo purtroppo trovato l’arma dalla distanza in nessuna delle nostre scorribande e dovremo rimandare il test al prossimo hands on. Mancava inoltre tutta la gestione dell’inventario e ancora una volta la magia è stata mantenuta segreta, elementi che potranno dare ancora più profondità ad un combat system che sembra promettere davvero bene.Qualcosa però non ci ha ancora convinto del tutto e stiamo parlando ovviamente del comparto tecnico, di sicuro impatto ma tutt’altro che pulito, e ovviamente delle compenetrazioni poligonali, evidenti e problematiche come sempre.

– Ottimo level design

– Difficoltà immutata

– Tanti stili di combattimento

Abbiamo provato per circa una mezz’oretta il nuovo Dark Souls III, morendo un paio di volte ed esplorando in lungo e in largo la demo alla ricerca di nuove sfide e non siamo assolutamente rimasti delusi. Il gameplay leggermente velocizzato non sembra comunque poter rovinare la perfetta alchimia vista in Dark Souls II e la grandissima varietà di stili di combattimento e stance appaga sin dai primissimi minuti di gioco.

L’hype rimane considerevolmente alto, nella speranza di vedere miglioramenti sul fronte tecnico prima della release finale.

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