Presentato alla conferenza di Sony col nome definitivo di Bloodborne, il “Project Beast” di From Software si è svelato davanti ai nostri occhi per una buona mezz’ora, sfoggiando dei toni se possibile ancora più cupi e oscuri rispetto a quelli visti nella serie Souls. Bisogna innanzitutto premettere che non si tratta di un seguito nato con un altro nome, ma di una nuova IP in esclusiva per PlayStation 4, sviluppata assieme al talentuoso team di Japan Studio.
Morte e malattia
Pochissime le informazioni sulla storia e sul protagonista, su cui gli sviluppatori hanno voluto tenere la bocca chiusa. Sappiamo però che una terribile malattia di natura sconosciuta ha reso folli gli abitanti, che cercano continuamente di attaccare le mostruosità presenti nel mondo di gioco e chiunque venga visto come una potenziale minaccia. È possibile intervenire in queste lotte intestine o semplicemente passare oltre: nel primo caso, aiutare un abitante può tornare utile in futuro perché potremmo ricevere un suo inaspettato aiuto nei momenti più difficili; nel secondo caso, invece, evitare la battaglia è sia una saggia scelta, sia una necessità. Capiterà infatti (come in Dark Souls) di trovarsi davanti a mostri molto più forti del nostro livello attuale, che non vanno assolutamente ingaggiati se non si vuole morire all’istante. Non sappiamo chi sia il protagonista, né da dove provenga, ma sappiamo per certo che è lì proprio a causa di questa misteriosa malattia.
L’ambientazione novecentesca ha fortissime influenze lovecraftiane e una massiccia presenza di architettura gotica. Nella sezione che ci è stata mostrata, infatti, attraversavamo ponti e stradine costeggiate da antiche carrozze, mentre sullo sfondo si ergevano maestose cattedrali con guglie aguzze che sembravano graffiare il cielo funereo. L’ispirazione è chiaramente di matrice occidentale, così come lo stile del lungo abito che indossa il nostro alter ego, che somiglia quasi a quello di un risoluto cacciatore di demoni. Gli sviluppatori ci hanno assicurato che sarà possibile indossare altri tipi di vestiario, come a rimarcare il fatto che la componente tattica avrà un ruolo fondamentale durante gli scontri. Oltretutto, in Bloodborne sarà possibile usare due armi diverse contemporaneamente.
Col braccio destro, reggevamo una particolare arma da taglio simile a una falce, che poteva essere allungata nei momenti in cui bisognava esibirsi in attacchi ad ampio raggio, mantenendo una certa distanza dai nemici più aggressivi. Con la mano sinistra, invece, stringevamo un fucile a pompa, utilissimo per aprirsi un varco tra i mostri quando le situazioni diventavano molto più complesse da gestire. Questo, tuttavia, non significa che potremo sparare all’impazzata come se fossimo all’interno di un frenetico action game. Gli sviluppatori ci hanno spiegato che per sparare bisogna fare sempre attenzione al giusto timing, e che la componente tattica viene prima di qualsiasi apertura verso l’azione.
Anima Oscura
Bloodborne ha un ritmo leggermente più sostenuto rispetto a Dark Souls, e i movimenti del personaggio che controlleremo sono più fluidi e immediati. Ciononostante, cedere alla foga significherà andare incontro a una disfatta pressoché certa; ogni singolo scontro ha un certo peso nell’economia di gioco e non bisogna mai sottovalutare chi abbiamo davanti. Ci sono agguati improvvisi, trappole e mostruosità assortite modellate avendo bene in mente un design incredibilmente ispirato, cupo, malato e macabro, quasi horror. Quando abbiamo chiesto se ci sarà la possibilità di recuperare l’esperienza perduta da una “pozza di sangue”, dopo un sorriso imbarazzato ci hanno spiegato che è previsto un sistema punitivo che penalizzerà il giocatore nel momento in cui morirà. Nessun dettaglio in proposito, ma anche in questo senso, i punti in comune con la fortunata serie di From Software sono fortissimi e immediatamente riconoscibili. Anche la narrazione non sarà esplicita, ma si presenterà in punta di piedi, quasi in modo sussurrato. Ci saranno dei dialoghi, ma non esisterà un sistema di scelte che andrà a influenzare l’andamento della trama. Ancora una volta, sarà come ricevere dei suggerimenti su ciò che nasconde il passato e su ciò che il terribile presente ha da raccontare.
La presentazione di Bloodborne si concludeva con una boss battle piuttosto impegnativa, contro quello che sembrava una sorta di enorme lupo mannaro contaminato da rami rinsecchiti che fuoriuscivano grottescamente dal suo corpo gonfio e osceno. La zona, neanche a dirlo, veniva immediatamente chiusa da una fitta nebbia che bloccava il passaggio fino alla fine della battaglia. In questo scontro, bisognava rotolare spesso per evitare i violentissimi attacchi del boss, ma non potevamo capire effettivamente quanta energia togliesse per via della totale assenza di indicatori su schermo. Nel gioco finale ci saranno, ma la build mostrata era a uno stato ancora iniziale, pertanto erano normali anche i problemi di frame rate e di tearing, che dovrebbero essere risolti già quando ci verrà mostrata – chissà quando – una nuova sessione di gameplay. In attesa di mettere le mani sul gioco e testarlo in prima persona, possiamo confermare che From Software ha per le mani qualcosa di davvero promettente e speciale, con delle potenzialità semplicemente sbalorditive. Bloodborne, per Sony, potrebbe essere veramente un gran colpaccio.
– Profondità del combat system assicurata
– Potenzialmente più complesso e articolato di Dark Souls
– Affascinante, tetro, brutale e ispirato
Bloodborne non è un nuovo capitolo della serie Souls, ma ne incorpora saggiamente tutti i punti di forza, ampliando concettualmente quella filosofia di gioco amata da milioni di giocatori in tutto il mondo. Sembra molto impegnativo, pieno di combattimenti più rapidi (ma non per questo meno tecnici), ha un’ambientazione evocativa che enfatizza il lato più oscuro della produzione, e non vediamo l’ora di saperne di più su questo attesissimo progetto. I fan della serie Souls sono avvisati: questa è roba che scotta.