Beyond: Due Anime
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a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Quantic Dream
- Piattaforme: PC , PS4 , PS3
- Generi: Avventura grafica
- Data di uscita: 9 ottobre 2013 - 26 novembre 2015 (PS4) - 2 marzo 2016 (Collection) - 27 luglio 2019 (PC)
A poco più di un mese dall’uscita e con una gran quantità di filmati pubblicati e dichiarazioni rilasciate sulle caratteristiche del gioco, possiamo ormai affermare con certezza che Beyond: Due anime, esattamente come Heavy Rain, dividerà pesantemente i giudizi di critica e pubblico. I suoi estimatori lo bolleranno come l’avanguardia del videogioco, la definitiva consacrazione dell’espressività videoludica al pari di arti più vecchie e nobilitate, un raro esempio di come raccontare una storia con un carico emozionale probabilmente senza precedenti; i suoi detrattori, invece, lo etichetteranno come un prodotto che scimmiotta il cinema, un gioco fortemente guidato e con una libertà sin troppo limitata, la prosecuzione di una filosofia che toglie al videogioco più di quanto si creda gli possa donare, una presunta evoluzione che di nuovo, in realtà, non ha davvero nulla. La verità, probabilmente, sta un po’ in mezzo. Sta in mezzo perché è il suo autore ad aver fatto questa scelta; è David Cage che ha deciso di usare gli strumenti comunicativi del cinema per raccontare la sue storie, adattandole con un’offerta di interazione schematizzata e uno storytelling che di videoludico ha ben poco.
Her life, your worldSi potrebbe parlare per pagine e pagine su quale sia la visione più adatta per portare il videogioco all’eccellenza e all’attenzione di tutti, come ci si potrebbe anche confrontare con lunghissime discussioni su chi abbia ragione sul fatto che Beyond sarà un capolavoro o l’incarnazione di quel fumo negli occhi su cui in tanti hanno già scommesso. Fatto sta che il giudizio finale arriverà solo nella nostra recensione, ma quello che al momento balza senz’altro all’occhio, sono le conferme e i dubbi con cui Beyond è costretto giocoforza a convivere per via della sua struttura. Seppur con le dovute differenze, tutti i giochi di Quantic Dream hanno sempre messo in rilievo la parte narrativa sacrificando la purezza e la libertà del sistema di gioco: se in Fahrenheit accadeva spesso di dover muovere le levette a tempo come in un rhythm game, anche in momenti in cui sembrava completamente fuori luogo, in Heavy Rain si assisteva a un uso sin troppo invasivo di quick time event e di binari per svolgere le azioni. Cage ha raccolto i pareri negativi del pubblico e incassato parecchie critiche per questo, ma ha anche ricevuto gli elogi da coloro che da quelle storie, nonostante tutto, sono rimasti autenticamente coinvolti e colpiti. Potenziare l’aspetto narrativo delle proprie opere è per Cage un naturale passo in avanti da compiere con grazia e decisione, una via da proseguire e un obiettivo verso il perfezionismo da raggiungere senza troppi dubbi. Per far sì che ciò accada, per rendere il gioco qualcosa di emotivamente indimenticabile, sono stati ingaggiati Willem Defoe ed Ellen Page, due attori hollywoodiani di primo livello in grado di poter abbattere alcune barriere tecnologiche ed elevare al contempo l’interpretazione dei personaggi per renderli ancora più credibili, reali, vivi e capaci di comunicare i propri drammi, le proprie debolezze e il peso di una vita tribolata, offrendo così agli utenti quegli strumenti di immedesimazione che in pochi, finora, hanno saputo veramente dare. In Beyond verrà raccontata la storia di Jodie e di Aiden, un’entità irascibile che la protegge fin da piccola ma con la quale la protagonista è costretta suo malgrado a convivere. La trama si dispiega lungo un arco narrativo di ben quindici anni, ma la trama viene presentata in modo non lineare, pertanto capiterà spesso di vedere e controllare Jodie in età adolescenziale, per poi passare a uno spezzone in cui è solo una bambina e continuare subito dopo quando è ormai diventata una donna. Da quanto abbiamo potuto vedere, questo schema discontinuo sembra funzionare piuttosto bene, illustrando l’evoluzione di Jodie coi suoi struggimenti, le ribellioni da ragazza, la rassegnazione verso un’entità che le limita e condiziona l’esistenza e la profondità dell’interazione con gli altri personaggi – alcuni decisamente poco raccomandabili. Se da questo punto di vista la storia sembra possa segnare un passo decisivo verso un nuovo livello emozionale e di autenticità, configurandosi come una potenziale conferma che ha stavolta il dovere di non lasciare per strada buchi narrativi, lo stesso non si può dire per il gameplay, che nonostante la limatura di alcune asperità ed evidenti forzature, lascia ancora parecchi dubbi sulla sua efficacia.
Rat in a CagePotremmo cinicamente affermare che i giochi di David Cage sono l’evoluzione dei punta e clicca classici: stessa enfasi sulle storie e tutta una serie di limitazioni sul sistema di controllo, ma con le migliorie tecnologiche che permettono di mascherare bene quella che è fondamentalmente la base su cui poggia l’intera struttura. I quick time event ci sono anche in Beyond, sappiatelo. Non sono stati eliminati ma sono forse presenti in minor quantità. Ciò che sembra sia rimasta è però una rigidità che lascia spazio a ben poca libertà di manovra all’interno delle ambientazioni stesse, seppur le aree in cui muoversi sono adesso molto più ampie e sicuramente più ricche di interazione. Ne abbiamo avuto la netta impressione in una scena in cui Jodie veniva circondata da una squadra Swat che la braccava. Rimanevamo accovacciati dietro un automobile, coi cecchini appostati in punti strategici della zona che non ci permettevano di filarcela: toccava ad Aiden doversi muovere, librandosi per tutta la mappa mentre si destreggiava indisturbato tra i soldati. Lo spirito invisibile ha la possibilità di scagliare oggetti lontano e tramortire i nemici, innescare reazioni a catena interagendo con alcuni oggetti dello scenario e anche impossessarsi di un nemico per indurlo al suicidio o ad uccidere altri nemici. Qui, tutto appariva essere piuttosto semplice, pesantemente scriptato e, neanche a dirlo, c’erano pure i QTE. Ci impossessavamo di un soldato e lo facevamo strangolare; ci dirigevamo in cima a un palazzo per controllare il cecchino, dovendo premere un tasto a tempo per compiere l’uccisione, la stessa cosa col soldato successivo; entravamo poi nel corpo di un nemico all’interno di un auto, ma non potevamo guidare il veicolo liberamente, no, dovevamo semplicemente premere il grilletto di destra e far partire la scena in cui la vettura si andava a schiantare contro una vetrina, creando così un diversivo; un violento colpo alla pompa di benzina per spargerla tutt’intorno, l’interazione con un’insegna al neon per far scoccare la scintilla, ed ecco che una grande esplosione creava il putiferio, mentre un’altra parte di filmato partiva, mostrando i soldati che prendevano fuoco fino ad accasciarsi e lasciarci così la via sgombra. Tutto molto bello, spettacolare, con grandi esplosioni e degli effetti speciali di grande impatto. Ma anche tutto non molto esaltante e costrittivo. Se ricordate invece le scene di combattimento o quelle in cui erano presenti delle colluttazioni in Heavy Rain, non farete fatica a riportare alla mente come ogni movimento o reazione fosse legata al giusto tempismo nella pressione dei tasti su schermo. Ebbene, in Beyond questo effettivamente non accade: non avrete tasti che appaiono in sovrimpressione, ma l’azione rallenterà inducendovi a dare l’input giusto in modo molto intuitivo. Il che non è poi troppo diverso, a ben vedere, ma è già qualcosa. Con Aiden ci si può muovere liberamente all’interno di spazi precalcolati e si può interagire con elementi dello scenario e con altri personaggi, dando così vita a una risoluzione delle situazioni spesso differente da quella precedente. Dobbiamo ancora verificarne la bontà, ma almeno sulla carta, questa trovata dovrebbe garantire una certa varietà d’azione. In definitiva, Beyond: Due Anime ci lascia addosso delle sensazioni contrastanti: da una parte abbiamo la quasi totale certezza che la storia e la narrazione possano raggiungere una profondità emotiva mai sperimentata prima; dall’altra, permane una rigidità di fondo che non può essere affatto trascurata e che potrebbe incidere non positivamente sul pacchetto finale.
– Recitazione a livelli stellari
– Trama interessante ed emotivamente coinvolgente
– Movimento libero e a 360 gradi con Aiden
Beyond: Due Anime è quasi giunto a destinazione. Il titolo Quantic Dream punterà pesantemente, ancora una volta, su una storia che vuole pizzicare le corde più profonde dei giocatori, e stavolta con un cast stellare in grado di poter veicolare autentiche e vibranti emozioni. Rimangono dei forti dubbi sul sistema di gioco, ricco di script e limitazioni che potrebbero controbilanciare in negativo quanto di buono mostrato finora a livello di trama e narrazione.
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