Parigi – Come si cresce nel competitivo mondo dei publisher? Semplice, si trovano sviluppatori appassionati e talentuosi, gli si affidano licenze con delle potenzialità economiche, e si tenta pian piano di costruire una solida base di titoli per portare in cassa i guadagni necessari a fare la stessa cosa l’anno successivo, magari con ancor più giochi e software house su cui contare. Oddio, il processo in verità “semplice” non lo è per niente, perché tenere sotto controllo la qualità dei titoli in fase di sviluppo non è già una passeggiata, figuriamoci poi infilarsi accuratamente in un mercato dove quasi ogni nicchia sembra esser stata presa di mira, e sulle fette più grosse si sono ormai da tempo avventati colossi affamati a cui è difficile rubar persino le briciole.
Eppure Focus Home Interactive sembra sulla buona strada per scrollarsi di dosso il suo status di outsider, proprio puntando su team poco conosciuti e su marchi non ancora sfruttati a dovere. Durante la presentazione della line-up del distributore a Parigi abbiamo visto applicare a più prodotti questa rischiosa strategia, e il piano della casa si è fatto ancor più evidente quando ci siamo trovati davanti all’ala dell’edificio in cui stavano presentando Battlefleet Gothic Armada, uno strategico per PC basato sulla licenza di Warhammer 40K.
Al comando del progetto i Tindalos Interactive, un team piccolo ma specializzato proprio nella produzione di giochi dove la tattica è tutto. Vediamo se Focus, dopo aver detto la sua con vari prodotti tratti da noti giochi da tavolo, può far sentire la sua voce anche nello spazio sconfinato.
Chaos in the universe
Battlefleet Gothic Armada è un rts, e fin qua tutto chiaro. Si tratta però di uno strategico basato esclusivamente sulle gigantesche navi da guerra spaziali di Warhammer 40K, e gestito in modo molto simile ai Total War, anche se le mappe galattiche differiscono non poco dalle piane ricche di edifici e ostacoli naturali dei titoli Creative Assembly. Il gioco è pensato per i fan del marchio e contiene una storyline, ma visto il budget limitato questa non viene narrata con pomposi filmati in cg, bensì con schermate bidimensionali animate a malapena.
Voi interpretate un nuovo ammiraglio della flotta imperiale, impegnato a liberare vari settori dell’universo dagli avversari dell’imperatore. L’interfaccia che permette di selezionare gli scontri è piuttosto intuitiva, tuttavia le cose si complicano non appena si accede a Port Maw, un porto stellare dove si sbloccano man mano tecnologie e navi sempre più poderose per la propria armata.
Già le opzioni di personalizzazione ci hanno impressionato, poiché non si tratta di semplici modifiche estetiche, bensì anche di armi e potenziamenti con un effetto diretto in battaglia. Figuriamoci poi quando abbiamo notato la possibilità di selezionare l’equipaggio delle navi e di ottenere il “favore” di una specifica fazione. Certi membri dell’equipaggio influenzeranno infatti vari fattori nella vostra armata, a partire dalla percentuale di insubordinazione delle truppe, mentre essere affiliati a una fazione vi donerà bonus passivi correlati alle preferenze di quel gruppo. Non abbiamo avuto modo di addentrarci nei sistemi durante la dimostrazione, ma considerando il numero di elementi coinvolti la profondità del gameplay ci è parsa evidentissima.
In combattimento si respira lo stesso mix di tattica complessa e accessibilità nasato nelle schermate di preparazione: dopo una divertente cutscene che riguardava gli Orki, gli sviluppatori hanno mostrato un menu di selezione dell’armata, con un totale di punti limite da rispettare per non avere sbilanciamenti nello schieramento dei due eserciti (come ovvio, le navi più poderose hanno un costo in punti molto elevato). Una volta posizionate le varie truppe sul campo, abbiamo scoperto che nella vastità del cosmo gli sviluppatori hanno inserito campi di asteroidi e nubi gassose per nascondere le truppe, e che in certe zone le radiazioni solari limiteranno la visibilità, costringendo il giocatore a scoutare per scoprire la posizione esatta dei nemici.
Gli scambi tra gli eserciti non si limitano a una semplice schermaglia tra navi animate a casaccio, intervallata dalle immancabili pause tattiche. Ogni mezzo nel gioco ha abilità attive specifiche molto utili, e può puntare specifiche parti delle navi nemiche, come il motore per limitarne la mobilità o i cannoni per renderle innocue. Alcuni incrociatori hanno anche la possibilità di speronare il nemico, facendo partire un abbordaggio devastante e in grado di ribaltare una situazione critica.
Insomma, anche quando l’azione si fa brutale resta necessario mantenere i nervi saldi, calcolare attentamente i propri bersagli, e tentare di limitare le perdite al minimo, poiché le navi sono tutte ricomprabili ma le risorse necessarie non risultano sempre facili da reperire, e accumulare vittorie di Pirro è il modo migliore per perdere la guerra.
Niente di che il comparto tecnico, ma vista l’essenza tattica del titolo non siamo particolarmente preoccupati dalla mancanza di meraviglie grafiche a far da contorno.
– Molto complesso e profondo
– Atmosfera del marchio catturata in toto
Battlefleet Gothic Armada sembra catturare l’atmosfera di Warhammer 40K in toto, nonostante il focus sulle battaglie galattiche. Si tratta chiaramente di un titolo complesso ed elaborato, pensato sia per i fan della saga che per gli amanti della strategia dura e pura. Un progetto sicuramente interessante all’interno del suo cubicolo, che potrebbe stupire nonostante la vicinanza ad altri videogame del genere.