Dopo due grandiosi capitoli dedicati al Cavaliere Oscuro, capaci di riportare all’attenzione in modo eccelso un personaggio tanto amato dai cultori dei fumetti quanto da coloro che hanno apprezzato la lunga trafila di pellicole a lui dedicate, Rocksteady si è fatta momentaneamente da parte per dedicarsi con ogni probabilità a un nuovo progetto su console di prossima generazione, lasciando così l’onerosa eredità a Warner Bros. Games Montreal per Batman: Akham Origins e ai ragazzi di Armature Studio per quanto riguarda
Batman: Arkham Origins Blackgate, il gioco sviluppato in parallelo per PS Vita e 3DS, in uscita il prossimo 25 ottobre.
Spread your wings and fly
Blackgate è un gioco ben diverso dai titoli per home console. Per PS Vita e 3DS, si è deciso infatti di optare per un titolo che avesse certamente le caratteristiche principali dei giochi Arkham (e che rispecchiassero anche alcune scelte stilistiche viste nella trilogia cinematografica di Nolan), ma che al contempo si adattasse ai piccoli schermi delle console portatili. Ora, siate voi a decidere quanto azzeccata sia questa volontà, perché a dirla tutta, 3DS e PS Vita hanno tutto il potenziale per poter ospitare un gioco ampio a tutti gli effetti, con scenari molto grandi e liberamente esplorabili e con tutte le innumerevoli informazioni sparse lungo l’avventura, esattamente come avveniva in passato. Da quanto abbiamo visto finora, Blackgate non vi permetterà di dirigervi sulla cima di un grattacielo, osservare tutta la bellezza della città notturna illuminata dalle sue insegne al neon e dai riflettori, spiccare il volo e planare col vostro mantello come un re oscuro e silenzioso che protegge Arkham dalla follia e della criminalità che la dominano. Non avrete quella sensazione superomistica di controllare la vostra città e di dirigervi verso un punto d’interesse, risolvere il problema e poi schizzare via verso il cielo per sventare un’altra malefatta. Batman: Arkham Origins Blackgate sembra più l’evoluzione di un picchiaduro a scorrimento in due dimensioni e mezzo, dove il focus principale è quello di sterminare i nemici che vi si presenteranno davanti, mantenendo alla grande il feeling degli attacchi melee concatenati e in libero fluire che hanno fatto la fortuna della serie. Sebbene il movimento di Batman durante le scazzottate sia effettivamente a tutto tondo, spesso la ristrettezza degli spazi lo fa sembrare un picchiaduro a cui effettivamente manca il movimento in profondità, soprattutto per via di alcune caratteristiche nella costruzione dei livelli che acuiscono questa sensazione. Vi basti pensare a uno stage ambientato all’interno di un treno, con inquadrature all’esterno delle finestre: è palesemente un binario entro cui doversi muovere avanti e indietro per superare le mini missioni che il gioco vi chiederà di portare a termine. Considerando poi che il sistema di combo, parate e contromosse prevede repentini movimenti automatici, ecco che il rischio di sminuire la bellezza dei combattimenti diventa evidente in modo piuttosto pressante. Detto questo, non temete: controllare Batman è ancora una meraviglia come nei precedenti capitoli.
Detective Wayne
Naturalmente in
Arkham Origins Blackgate non ci saranno solo combattimenti da affrontare a viso aperto; a tal proposito, ritorna la modalità detective in cui potrà entrare Batman, essenziale per pianificare le proprie mosse e mettere in evidenza alcuni particolari dello scenario e dei nemici per poter poi sgattaiolare in assoluto silenzio e cogliere di sorpresa i delinquenti che sorvegliano le aree. Attraverso l’uso del versatile rampino si possono raggiungere dei punti sopraelevati da cui osservare la situazione, il colore della visuale si affievolisce e vengono evidenziati punti di interesse come altri appigli, grate, muri fragili da poter abbattere ed è possibile eseguire le tipiche mosse come il calcio in volo e le uccisioni furtive. Adesso, è possibile rendersi conto di quale sia il campo visivo del nemico e fin dove questo è in grado di arrivare, avendo così la possibilità di agire indisturbati anche a poca distanza dal cono visivo di chi vi vuole fare fuori. Quest’ultima caratteristica potrebbe essere vista come una semplificazione della componente stealth, ma considerata la struttura dei livelli che troveremo in
Blackgate, la novità risulta in verità una gradita aggiunta per sollecitare il giocatore a rapidi spostamenti e ad agire con prontezza nei momenti in cui la vigilanza si fa più serrata. L’obiettivo degli sviluppatori, tra l’altro, è quello di dare la sensazione ai giocatori di essere a caccia. In questo senso, diversamente da quanto avviene per i combattimenti, è possibile spesso usufruire della profondità dei livelli e del loro ottimo sfruttamento della verticalità, con edifici attorno a cui ruotare e piattaforme sullo sfondo da raggiungere, che cambiano completamente la vostra prospettiva. Tornano anche i gadget dell’uomo pipistrello, tra cui anche il gel esplosivo, che adesso può essere sparato come visto negli ultimi film e non obbligatoriamente essere spruzzato sulle pareti “deboli” per ricavarsi una via di fuga o scoprire i segreti celati al di là della copertura. I due tasti in meno sul dorso delle due console portatili hanno influito sulla scelta di non forzare troppo la mano con l’integrazione di tutte le abilità apprezzate su console maggiori, scelta obbligata che non castra più di tanto l’offerta del prodotto, a maggior ragione per la sua natura decisamente diversa rispetto al fratello maggiore Origins. Poggiando un polpastrello sul touch screen in prossimità di un punto di interesse partirà l’analisi ambientale, che si focalizza sulla descrizione visiva di un oggetto o un elemento dello scenario che può fare al caso vostro qualora trovaste difficoltà nel proseguire; lo scan funziona anche sui nemici ed è utile per capire qual è il momento propizio per fare un irruzione in grande stile.
Choose your boss
Secondo quanto dichiarato recentemente da Mark Pacini, director del gioco, gli utenti avranno la possibilità di scegliere in maniera autonoma l’ordine col quale affrontare i boss. L’ultima mezzora di gioco è infatti completamente variabile e dipenderà da quale boss avete scelto di affrontare e quali oggetti avrete ricevuto. L’idea nasce dalla volontà di incoraggiare i giocatori a intraprendere più volte l’avventura e di allungare così la longevità di Blackgate in modo non forzato e creativo. I giocatori riceveranno tutte le volte un oggetto sempre diverso, che renderà una seconda partita più facile della precedente, come ad esempio una speciale tuta in grado di far subire minori danni d’arma da fuoco. Ed è qui che entra in gioco l’intercambiabilità dei boss, proprio perché le battaglie stesse sono studiate per ruotare attorno all’uso di uno di questi oggetti specifici, in maniera del tutto simile a Megaman, dove diventava cruciale la tipologia di equipaggiamento per abbassare di molto la difficoltà delle boss battle. Pacini ha anche assicurato che non c’è il rischio di avere una dispersione e una frammentarietà eccessiva nella narrazione del gioco, perché la coesione della trama avviene tramite lo sviluppo di mini racconti che, tutti insieme, vanno a formare il corpo finale della storia narrata in Batman: Arkham Origins Blackgate. La più grande sfida per Armature Studio è quella di prendere tutti gli elementi celebri della serie e inserirli all’interno di un gioco che è fondamentalmente diverso dai precedenti, senza però far avvertire ai giocatori quel senso di straniamento che potrebbero provare nel momento in cui riconosceranno le differenze strutturali del titolo per console portatile. “Vogliamo farvi sentire come se foste realmente Batman. Se non avessimo fatto le scelte giuste, sarebbe solo un gioco con protagonista il Cavaliere Oscuro, ma non un titolo in linea con la serie Arkham”. Certo, la diversità è evidente, ma le potenzialità per fare bene anche su PS Vita e 3DS ci sono tutte, anche se permangono dei dubbi su alcuni limiti di game design che potrebbero smorzarne l’interesse.
– Fedeltà alla serie Arkham
– Possibilità di offrire qualcosa di nuovo
Batman: Arkham Origins Blackgate è certamente un gioco che ricalca la filosofia della popolare serie Arkham , ma coraggiosamente ne prende in parte le distanze per offrire una visione di gioco meno vicina all’esplorazione e più improntata su combattimento e fasi stealth. Ci sono inoltre delle schematicità nella costruzione dei livelli che potrebbero far vedere il gioco come una versione “rimpicciolita” a cui manca quella parte free roaming che aveva fatto la fortuna del secondo capitolo, ma va detto anche che gli sviluppatori sono consapevoli e decisi nel voler offrire qualcosa di diverso e fresco, mantenendo comunque intatta l’impronta dark lasciata con forza da Rocksteady.