Anteprima

Assassin's Creed Syndicate

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a cura di JinChamp

Assassin’s Creed Victory. Con questo nome il pubblico conosceva il prossimo capitolo principale di una delle saghe più famose di casa Ubisoft, la cui esistenza balzò fuori un po’ a sorpresa addirittura a cavallo dell’uscita di Unity. Che fossero informazioni che non sarebbero dovute trapelare, oppure saggiamente snocciolate ad hoc per creare un po’ di aspettative, tutti vennero a conoscenza dell’esistenza di un seguito e il 12 Maggio è stato presentato a tutto il mondo in via – finalmente – ufficiale Assassin’s Creed Syndicate, confermando i leak, cambiando il nome e svelando i primi importanti dettagli che ritroveremo all’interno del gioco, nei negozi il prossimo 23 Ottobre 2015.

Non Victory ma SyndicateL’ambientazione è quella che tutti si aspettavano: Londra vittoriana del XIX secolo, in particolare nel 1868. Curioso che arrivi un anno dopo il casino scoppiato con Unity e che invertendo le ultime due cifre della data si ottenga 1886, numero associato ad un altro gioco probabilmente altrettanto oggetto di polemiche. Ma è dell’ambientazione che vogliamo iniziare a parlare, perché è forse l’elemento cardine ed imprescindibile di tutta la serie. Che fosse la Gerusalemme nel periodo delle crociate, o l’Italia del Rinascimento, o le rivoluzioni che hanno dato l’indipendenza all’America prima e alla Francia poi, questi periodi non sono mai stati il contorno di una struttura portante, bensì la base solida da cui partire per amalgamare fatti storici ad opere di fantasia, con lo scopo preciso di voler catapultare il giocatore non in un mondo fittizio e avulso dalla realtà, quanto immergerlo in un contesto storico alternativo, con tutti i suoi intrighi, le sue cospirazioni e le sue controversie che quasi mai cozzano con tutto ciò che abbiamo studiato tutti nei libri di storia ma, anzi, trovano il loro spazio all’interno delle zone buie e nei misteri, figli del fatto che la storia la scrivono i vincitori.In un brand improntato in questa maniera sarebbe stato un oltraggio non occuparsi della Londra capitale della rivoluzione industriale, teatro a dir poco perfetto per la storica diatriba “Ubisoftiana” in cui si vedono contrapposti assassini e templari. Chiunque abbia letto o visto qualsiasi opera di Sherlock Holmes non potrà che essere d’accordo. Eppure si parla di un periodo lontano ben sette secoli dalle storie di Altair, tempo durante il quale il mondo intero ha subito radicali cambiamenti e l’umanità si è, in un certo senso, evoluta ed è lì, durante la rivoluzione industriale, che ha storicamente inizio l’età moderna. Tutto questo dovrebbe riflettersi senz’altro non solo nel mondo di gioco ma nel modo stesso in cui il titolo si racconta e, soprattutto, si lascia giocare. Già nella sua prima apparizione, Syndicate da questo punto di vista non ci ha delusi nemmeno un po’. La figura di una nobiltà egoista e tiranna è ora macchiata del carbone delle fabbriche e circondata da vicoli bui, divenuti la culla perfetta per i sindacati – per l’appunto – e la criminalità organizzata. In una società con un equilibrio precario, anche stavolta, l’antica confraternita degli Assassini mette il suo zampino celato e trova in Jacob Frye, insieme a sua sorella Evie, la sua rappresentanza d’eccellenza. I due vengono presentati come un connubio perfetto di due personalità contrapposte, in grado di controbilanciare sé stessi. Se il protagonista è puro istinto, la classica testa calda, la parte più razionale e calcolatrice è totalmente affidata alla figura femminile. Una dicotomia sensata e che non si discosta in verità granché dal canovaccio a cui la serie di Assassin’s Creed ci aveva abituati sin dall’inizio. Uno spocchioso Altair pieno di sé ed Ezio Auditore, il guascone di Firenze, ne hanno dovute passare tante prima di diventare dei saggi Maestri Assassini. Storia non dissimile anche a quella degli altri protagonisti franco-americani e che non fatichiamo a veder calzare per l’inglese Jacob.

Deponete le armi, sir.“Assassin’s Creed Syndicate sarà la miglior esperienza mai realizzata”. Così viene presentato al mondo l’ultima fatica di Ubisoft e non ci saremmo aspettati slogan diverso, dato che non lo è mai. Però in questa occasione la software house mette in evidenza come novità assoluta proprio l’elemento più criticato di tutti, ossia un nuovo sistema di combattimento. L’immagine scelta come teaser per l’evento di presentazione è stata la raffigurazione di un tirapugni e non si tratta di certo di un caso. Se vedere guardie, signorotti e briganti equipaggiati con lunghe armi bianche in vita passeggiare per le strade di una città fino al XVIII secolo era considerato normale, ora non lo è più. Probabilmente questo rappresenta un addio – o un arrivederci –  a spade, bastarde, asce e lance, e rappresenta anche la fine dei combattimenti alla media distanza. Largo invece alle armi da fuoco per gli scontri a distanza tipici degli FPS ma, e torniamo al tirapugni, anche e soprattutto agli scontri corpo a corpo, che siano essi a mani nude per strada o nelle bettole dei combattimenti clandestini, o con armi bianche corte (facilmente occultabili), quali pugnali o kukiri, la curiosa lama ricurva utilizzata proprio dal protagonista anche come arma da lancio. Un assassino che si rispetti non può però certo farsi mancare la lama celata e gli altri strumenti del mestiere, vecchi e nuovi, di cui parleremo dopo.Sembra che questa volta si siano indirizzati verso vere e proprie scazzottate, risse cruente che possono coinvolgere anche png reclutati in strada all’occorrenza. Non più duelli a colpi di fioretto quanto scontri duri per la sopravvivenza, conclusi a volte con una pallottola nel cervello come esecuzioni al termine di una combo. Uno stile che si discosta da quello abitualmente adottato in precedenza ma che dovrebbe risultare più appropriato in questa circostanza. Avete visto gli ultimi due film di Sherlock Holmes? Succede esattamente questo e il contesto è il medesimo, a voi le conclusioni. Quello che invece può lasciare dei dubbi è capire come tutto ciò possa comportarsi all’interno della complessa e completa struttura di gioco, se  Syndicate saprà offrire ai giocatori qualcosa di diverso e di valido o se resterà ancorato a quelle peculiarità che mai i suoi predecessori hanno saputo scrollarsi di dosso in questi anni. Non sono state mostrate scene in cui Jacob fosse accerchiato né in netta minoranza, proprio ciò che il pubblico era maggiormente curioso di vedere.L’idea di fondo ha sicuramente del potenziale ma già mostra qualche piccola lacuna. La frenesia tra un pugno e una presa viene disturbata da animazioni leggermente macchinose o innaturali, una sfumatura lieve che però ne pregiudica il risultato. In fase di pre-alpha sarebbe anche difficile aspettarsi di meglio e non dubitiamo che gli sviluppatori cercheranno di limare tutti i dettagli e stabilizzare il prodotto, che lavoreranno al meglio delle loro possibilità pur di non bissare quanto accaduto con Unity.

Grand Theft Carriage feat. Arkham?Non solo il sistema di combattimento rinnovato come novità di gameplay ma tante piccole aggiunte, inedite per la serie ma meno nel panorama videoludico in generale. Per prima cosa fa un certo effetto il colpo d’occhio a una città ancor più viva grazie alla presenza del traffico. Non ci saranno di certo Aston Martin a mangiare l’asfalto, bensì delle comuni carrozze trainate da cavalli. Faranno il loro esordio nel brand anche le locomotive a vapore e non è detto che non ci possano essere delle rudimentali automobili con i motori a scoppio. Sono comunque le carrozze ad aver ricevuto maggiori attenzioni da parte degli sviluppatori, quantomeno in fase di presentazione, sfruttate sia come mezzo di trasporto, sottraendole ai legittimi proprietari in stile GTA, sia come struttura mobile da combinare al parkour, sia come nascondiglio in cui rifugiarsi qualora si avesse bisogno di far perdere le proprie tracce. Per questo la morfologia delle città è stata ritoccata a dovere, lasciando lungo il perimetro dei palazzi delle ampie carreggiate a doppia corsia, allargando decisamente le maglie della fitta rete di edifici ma senza rinunciare ai cari vecchi vicoletti secondari, dove la criminalità può attendere dietro ogni angolo. Questo, se sfruttato a dovere, potrebbe caratterizzare ancor di più ogni quartiere,avvolgere ancor di più il giocatore e fargli rivivere la rivoluzione industriale nel modo più dettagliato possibile, con tutte le sfaccettature di una società spaccata a metà tra il progresso ed il caro prezzo che ne deriva.Curioso è invece notare il notevole upgrade raggiunto dal Guanto dell’Assassino, sempre più somigliante alla cintura di Batman in quanto a gadget, anche grazie alla presenza del rampino. Questo rappresenta forse il maggior elemento di rottura dai soliti schemi e facilmente si può intuire come l’evoluzione degli scenari lo abbiano reso necessario. Se da una parte è facile pensare che l’utente medio ne abuserà per mera pigrizia, dall’altra è altrettanto semplice ipotizzare quanto tedioso sarebbe potuto essere scalare enormi palazzi continuamente, senza possibilità di passare da un tetto all’altro proprio a causa della maggior distanza dovuta alle larghezza delle strade. Ora invece è possibile raggiungere la sommità di una casa in un attimo a prescindere dalla sua altezza e, altrettanto velocemente, agganciare un caseggiato di fronte e creare un collegamento tra i due, proprio come solo l’uomo pipistrello saprebbe fare.L’ultima nuova importante feature mostrata durante il trailer di presentazione riguarda l’interattività degli elementi ambientali. In Syndicate sarà possibile sfruttare l’ambiente in maniera intelligente, che si decida di tagliare la fune di una carrucola, il cui carico è sospeso sopra la testa di alcuni nemici per neutralizzarli, o di combinare il fuoco di una torcia con i propri dardi allucinogeni per creare tutt’intorno una nube tossica. Non ci è dato sapere quanti elementi sarà possibile sfruttare a proprio vantaggio e in quanti modi, la speranza è che costituisca una risorsa per il giocatore e non una semplice possibilità accessoria al limite del superfluo. I fan della serie sono anni che chiedono una profondità maggiore nelle meccaniche e questi sono gli elementi che, se implementati a dovere, potrebbero decisamente arricchirle di quel tatticismo di cui molti sentono il bisogno. A tal proposito, è importante anche segnalare il totale dietrofront rispetto al precedente capitolo, bocciando su tutta la linea la campagna cooperativa e focalizzando tutta l’attenzione sulla storia della campagna single player. Se poi venisse confermata la totale abolizione delle altre modalità online introdotte con Brotherhood, siamo abbastanza convinti che non ne sentiremmo la mancanza.

– La Londra vittoriana ha un fascino e potenziale enormi.

– Nuove features che coinvolgono i punti chiave della produzione.

– Massima attenzione per la campagna in single player.

Assassin’s Creed Syndicate arriva puntuale come le lancette del Big Ben e con il pesante macigno sulle spalle ereditato dal criticatissimo Unity. Il fascino londinese dell’epoca vittoriana rappresenta senza alcun dubbio un grosso punto a favore e anche le (poche) novità mostrate all’annuncio sono sembrate intelligenti e interessanti, tuttavia la fuliggine ancora cela i tratti più importanti del titolo che vedrà la luce il prossimo 23 Ottobre. Tantissimi sono i dubbi e qualche perplessità potrebbe anche essere giustificata. Con l’abbandono della numerazione nel titolo, la saga sembra aver preso una strada fine a sé stessa, apertamente contestata dai fan di vecchia data che ancora aspettano una stratificazione e maturità nel gameplay e, soprattutto, nel continuo della storia del “presente” di cui non si hanno notizie proprio da Black Flag. Se su quest’ultimo punto non è stato detto nulla, e noi vogliamo sperarci fino all’ultimo come farebbe Schrödinger , almeno sul gameplay qualcosa nel verso giusto si è mosso, ma bisognerà vedere molto di più per capire quanto questo possa aver fatto bene o meno.

Quello che è certo è che Ubisoft sa come catturare il proprio pubblico con spettacolari annunci e non dubitiamo che un minimo di hype sia salito anche a coloro che sono rimasti un po’ delusi dall’ultimo capitolo. Nel frattempo non resta che aspettare che il sipario si apra ancora un po’, magari già tra un mese per l’evento losangelino,come sempre sulle nostre pagine.

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