Anteprima

Assassin's Creed: Rogue

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a cura di LoreSka

Nonostante il segreto non fosse stato mantenuto nel migliore dei modi, ci siamo comunque sorpresi nell’apprendere che Assassin’s Creed, anche quest’anno, sarebbe arrivato sulle console old gen. D’altro canto la serie vende bene, e la base installata delle console next gen – al momento – non è neanche lontanamente paragonabile a quella delle console old gen. In breve, c’è mercato per un Assassin’s Creed per Xbox 360 e PS3, e l’annuncio di Rogue ci è sembrato oltremodo sensato.
Il problema è che, con Unity attualmente in produzione, il budget allocato per un progetto di questo tipo è decisamente limitato. Non ci aspettavamo, dunque, un nuovo capitolo principale della saga, ma qualcosa di diverso, probabilmente più vicino alle release portatili che a uno dei titoli principali della saga. Dopo avere provato Assassin’s Creed: Rogue alla Gamescom 2014 ci siamo dovuti ricredere. Ma, sfortunatamente, non si tratta di una di quelle marce indietro positive: Rogue non ci ha lasciato una buona sensazione.
Una nuova veste
Partiamo dal presupposto che Assassin’s Creed: Rogue non è un vero e proprio nuovo capitolo della saga. Fa parte della stessa famiglia di Black Flag, in quanto ne condivide il periodo storico e parte dei personaggi, oltre alla quasi totalità degli elementi di gameplay. La differenza principale si riscontra negli aspetti narrativi del gioco e nell’ambientazione: questa volta la vicenda si svolge sulla costa nord orientale degli Stati Uniti, fino ai confini dell’Artico, e vede al centro della vicenda Shay Patrick Cormac, un assassino divenuto templare. Per certi versi, quello di Shay è un percorso inverso a quello vissuto da Edward Kenway: se il giovane pirata di Assassin’s Creed IV diventava templare (e poi assassino) per puro caso, qui ci troviamo di fronte a un passaggio da assassino a templare avvenuto per motivi più profondi, che al momento non ci vengono svelati.
I nemici del gioco, dunque, si riscontrano nelle armate di francesi e di ribelli che popolano i mari dell’Atlantico ai tempi della guerra franco-indiana: il nostro eroe prende le difese degli inglesi, e si trova coinvolto in numerose vicende che lo porteranno a esplorare diversi luoghi, spostandosi per le glaciali acque del nord America, e naturalmente ad affrontare gli ex compagni assassini.
La premessa sembra interessante, ma non ci vuole molto per accorgersi che il gioco ha una violenta somiglianza con Assassin’s Creed IV: Black Flag, e che non basta il semplice cambio di ambientazione e rovesciamento di punto di vista per farne un gioco totalmente originale.
Assassin’s Creed IV moddato
Le novità nel gameplay di Assassin’s Creed: Rogue si contano sulle dita di una mano: non vi sono sostanziali novità nei controlli, nel combattimento, nell’intelligenza artificiale. Tutto, infatti, si riassume nell’aggiunta di qualche nuova arma e di alcune tecnologie migliorate per quanto riguarda la nostra nave.
Tra le nuove armi, si segnala la presenza di una nuova gamma di granate, divise tra stordenti, letali e berserk. Il loro effetto è esattamente identico a quello dei dardi, con la differenza che possono raggiungere un raggio d’azione più ampio e dunque mettere fuori combattimento un numero maggiore di nemici. A questo si affianca la presenza di barili esplosivi e la possibilità di utilizzare una maschera antigas (ovvero: una bandana da apporre su naso e bocca) per passare indisturbati tra le coltri di fumo derivanti dalle esplosioni. Questo ha permesso agli sviluppatori di creare situazioni in cui il giocatore deve fronteggiare dei drappelli di soldati più grandi che in passato, e di farlo comunque in modalità stealth, con un uso maggiore dei buff stordenti e berserk rispetto agli Assassin’s Creed del passato. Allo stesso modo, l’arrivo degli assassini tra le fila dei nemici ha leggermente alzato il livello di sfida, fornendo un tipo di nemico infinitamente più coriaceo e reattivo rispetto a qualsiasi altro nemico visto nella serie, con in più la capacità di nascondersi fra i cespugli e di piombarci addosso senza alcun preavviso. In Rogue, infatti, sarà necessario tenere d’occhio la situazione con l’Occhio dell’Aquila più spesso che in passato, in quanto la presenza di un assassino è potenzialmente letale per il giocatore.
Per quanto concerne le battaglie navali, le novità si riassumono nella presenza di alcune nuove armi. I templari, a quanto pare, hanno tecnologie migliori di pirati e assassini, e in Rogue potremo disporre di una nuova tipologia di cannoni stordenti, di una sorta di mitragliatrice e della capacità di creare una scia di olio da incendiare, utilissima per formare una barricata e bloccare i nostri inseguitori, per poi finirli a suon di mortaio. Infine, oltre al consueto arrembaggio, questa volta avremo la possibilità di “essere arrembati”: se la nostra nave si trova in difficoltà, infatti, i nemici potranno cercare di conquistarla salendo a bordo e innescando una violenta battaglia in difesa.
Tutte queste aggiunte sono senza dubbio interessanti, ma certamente non sufficienti per giustificare una release a prezzo pieno. Quando ci si trova di fronte ad Assassin’s Creed: Rogue si ha la strana sensazione di trovarsi di fronte a una versione moddata (da un bravo modder) di Assassin’s Creed IV: Black Flag. Ci sono pochi elementi originali e una valanga di asset riciclati, che naturalmente includono vascelli, edifici, personaggi, animazioni e persino musiche del quarto episodio della saga. Considerando che questo dovrebbe essere un nuovo capitolo della serie, le nostre prime impressioni non sono certo positive.

Assassin’s Creed: Rogue non ci ha lasciato una buona sensazione. Naturalmente il titolo non riesce neanche lontanamente a reggere il confronto con la qualità e l’innovazione viste in Unity, ma non è questo il punto: quella che Ubisoft si accinge a rilasciare ha tutte le caratteristiche di una release pigra, fatta di asset provenienti dal precedente capitolo e rilasciata nel tentativo di “mungere la vacca” quanto più possibile, spremendo il maggior numero di centesimi da questo brand. Avremmo preferito un più onesto DLC, o una release digitale: in questo modo, c’è il rischio di convincere ulteriormente i giocatori che Assassin’s Creed sia una serie senza più nulla da dire. Considerando le ottime sensazioni lasciateci da Assassin’s Creed: Unity, sarebbe proprio un vero peccato.

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