Il riflesso del sole illumina le acque del Nilo; Bayek guida la sua piccola imbarcazione verso il porto di Menfi, la città dove prende vita il nostro secondo contatto con Assassin’s Creed Origins. Questa volta siamo alla Gamescom, e quella che abbiamo provato è la versione Xbox One X del titolo Ubisoft, che dopo averci lasciato sensazioni contrastanti nel corso dell’E3 di Los Angeles, si ripresenta sotto i nostri occhi in una forma decisamente più smagliante e definita, grazie anche alla sessione di gameplay di un’ora abbondante che ci ha permesso di sviscerare e conoscere decisamente meglio alcuni aspetti chiave del gioco. La rinascita di Assassin’s Creed passa dunque dal fascino dell’Egitto, ma anche e sopratutto da un combat system intuitivo e appagante, unito ad una componente open world visivamente e strutturalmente migliorata rispetto al passato.
Armati di arco e spada abbiamo affrontato nuove sfide ed esplorato enigmatiche piramidi, alla ricerca di tutti quegli elementi che possano in qualche modo conferire al mondo che ospita l’eterna lotta fra Templari e Assassini nuova linfa vitale: ecco tutte le nostre impressioni.
La leggenda del deserto
Il plot narrativo della porzione di main quest che abbiamo affrontato era semplice, utile a calarci quanto prima possibile nell’azione. Assieme all’amica e guerriera Aya, Bayek dovrà perlustrare le vie di Menfi alla ricerca di un individuo che ama farsi chiamare Lizard, sospettato di essere il responsabile di una malattia che sta mettendo in ginocchio Api, il bovino che rappresenta la divinità cittadina. La prima fase della missione è di puro stampo narrativo ed esplorativo: belle le numerose scene d’intermezzo che ci introducono alla lore di Origins, pregna di dialoghi interessanti e personaggi che dimostrano fin da subito un carattere ben delineato. Aya, determinata e innamorata della propria regina, Cleopatra, alla quale è completamente devota. Poi c’è ovviamente Bayek, il protagonista, abile e coraggioso combattente Medjay. A fare da incantevole contorno ci pensa l’Egitto, meraviglioso nel colpo d’occhio grazie alla potenza messa a disposizione da Xbox One X, che permette al gioco di sfoggiare panorami mozzafiato, sopratutto quando vi ritroverete a cavalcare fra le dune del deserto e le imponenti piramidi limitrofe a Menfi. Qualche problema invece nei dettagli, con alcune texture non ancora perfettamente rifinite e animazioni facciali non impeccabili. Il setting e le premesse sono dunque ottime, e quando entriamo nel vivo dell’azione Assassin’s Creed Origins continua a regalarci piacevoli sorprese. Sorpassata la parte preliminare, ci lanciamo alla scoperta di uno degli aspetti più attesi e chiacchierati del gioco: una volta utilizzato l’impulso dell’aquila per scoprire gli inequivocabili segni d’avvelenamento ai danni di Api, Bayek può finalmente sfoderare le sue armi e farci prendere confidenza con il nuovo combat system, uno degli elementi di spicco della produzione. Dopo aver utilizzato il fedele rapace per localizzare un obiettivo sensibile, potremo utilizzare a nostro favore lo stile architettonico di Menfi per muoverci tra i tetti degli edifici ed aggirare i nemici. Le fasi stealth si confermano classiche per i canoni della serie, rese abbordabili dal sistema di controlli che in pratica automatizza le fasi di scalata, grazie alla semplice pressione del tasto A. Come al solito non farsi scoprire dai soldati non sarà facile, ecco quindi che si passa alle maniere forti. Assassin’s Creed Origins adotta un combat system ad hit box, sulla falsa riga di quello che abbiamo imparato a conoscere e ad amare grazie alla serie dei Souls. Concentriamo l’attenzione su un nemico preciso premendo lo stick destro, e decidiamo come attaccare: grilletto destro per attacco pesante, dorsale destro per attacco leggero. Ovviamente potremo decidere di eliminare le minacce anche dalla distanza mediante l’uso dell’arco, che propone dinamiche d’utilizzo molto basiche per l’archetipo d’arma in questione. Le battaglie contro un gruppo numeroso di nemici dovranno essere quindi ben gestite, facendo anche buon uso della schivata (X) e dello scudo (LB): studiare i pattern d’attacco per pianificare una strategia vincente sarà l’elemento cardine per non lasciarci la pelle. Non troppo complicato e relativamente friendly, il nuovo combat system di Assassin’s Creed è funzionale al rilancio della serie, e una volta averci preso la dovuto confidenza potrà regalarvi dei momenti adrenalinici e appaganti, anche se talvolta si rischia di cadere nel button mashing, oppure si perde il controllo della situazione per via di alcune animazioni che vanno ancora leggermente rifinite. Il risultato, però, è buono: abbandonare l’ormai vista e rivista struttura vicina al freeflow di Rocksteady è stata una scelta giusta e assolutamente necessaria, nonostante questa nuova incarnazione del sistema di combattimento sacrifica un po’ di spettacolo e dinamismo a favore di un approccio più ragionato.
Tesori d’Egitto
Terminata la missione principale, potevamo scegliere se lanciarci in una sub quest oppure avventurarci all’interno di una delle misteriose piramidi egizie. Ovviamente la scelta è ricaduta su quest’ultima, complice anche la voglia di scoprire quali segreti proporrà questo Origins e, soprattutto, in che modo vorrà svilupparli. Dopo una piacevole cavalcata fra l’enorme e sconfinata distesa di sabbia e dune, arriviamo di fronte alla facciata della piramide, dove notiamo un piccolo pertugio che conduce al suo interno. Iniziamo la scalata, entriamo, e accendiamo la torcia. Quello che segue è un viaggio fra i cunicoli e le stanze della gigantesca tomba reale. Lo scopo è raggiungere la cripta del tesoro, e per farlo dovremo risolvere una serie di puzzle ambientali che, purtroppo, si sono rivelati fin troppo semplici e poco accattivanti dal punto di vista visivo. Le piramidi offrono enormi potenzialità in termini di bellezza e fascino degli ambienti: immaginavamo di trovarci di fronte a solenni statue ed enigmatici geroglifici, invece la scelta è ricaduta su un design più basico, che rende poca giustizia al setting all’interno di cui ci troviamo. Una volta arrivati al tesoro, questo si rivelerà essere un prezioso loot per Bayek, composto da armi rare e oggetti utili al crafting. Stimolati dalla ricompensa, apriamo il menù e diamo un’occhiata alla parte ruolistica di Assassin’s Creed Origins: uno skill tree diviso in tre rami (Hunter, Warrior, Seer) che ci permetterà di potenziare alcuni aspetti specifici del protagonista. Assieme al ramo di abilità, c’è poi la schermata di gestione dell’equipaggiamento, diviso in armi primarie, secondarie e oggetti per il crafting. Struttura molto classica, che pesca da produzioni come Destiny e propone una sua ibridazione di cui abbiamo assaggiato solo una parte molto superficiale e introduttiva. Assassin’s Creed riparte dunque da un combat system rivisto e da meccaniche ruolistiche infilate tra gli elementi portati di un brand che non se la sente di cambiare in maniera radicale. Quello che abbiamo provato è piuttosto un capitolo in linea con i canoni della saga, perfezionato per quanto riguarda la qualità estetica e strutturale dell’open world, e infarcito di nuove features che sulla carta sono azzeccate ma che aspettiamo di approfondire prima di sbilanciarci in giudizi definitivi. Colpisce poi la bellezza e il fascino dell’Egitto, sopratutto per quanto riguarda le ambientazioni vaste e che sconfinano fra le dune del deserto. Meraviglie estetiche rese possibili da una macchina come Xbox One X, che in questi frangenti dimostra senza remore tutte le sue potenzialità.
Paesaggi tecnicamente mozzafiato
Combat system rivisto e funzionale
Trama intrigante
Il teatro della rinascita di è Assassin’s Creed è dunque l’Egitto, maestoso se portato in vita da Xbox One X e luogo dove abbiamo potuto toccare con mano alcune scelte produttive che, dopo averci incuriosito ma non convinto a Los Angeles, tornano a mostrarsi nel corso di questa Gamescom in modo decisamente più rifinito e convincente. Quello che ad ottobre arriverà sul mercato è un capitolo di Assassin’s Creed in linea con i crismi e i dogmi del brand; niente rivoluzione totale, piuttosto un miglioramento di alcune sue colonne portanti, impreziosite dall’aggiunta di alcune features in cui ora ci sentiamo di riporre molta più fiducia.