Se siete videogiocatori di lungo corso, avrete sicuramente sentito nominare il Konami Code, il celebre trucco da inserire nei giochi più vari – anche non firmati direttamente da Konami – per ottenere diversi effetti. A realizzare questo codice, narra la leggenda, fu Kazuhisa Hashimoto, programmatore, designer e producer presso la celebre compagnia giapponese, mentre era impegnato su Gradius per NES.
Hashimoto-san trovò che, durante i test, alcune fasi del gioco fossero particolarmente difficili e decise così di inserire questo codice, inseribile con una sequenza di tasti da premere, per poter “barare” e poter procedere senza troppi inciampi. Successivamente, però, si decide di lasciare il codice anche nel gioco finale, perché nessuno avrebbe mai inserito davvero quella sequenza di tasti per puro caso – e quindi, secondo Konami, il lavoro extra richiesto per rimuoverlo era superfluo.
«Dal momento che ero io a dover usare quel codice», raccontò Hashimoto in un’intervista, «cercai di fare in modo che fosse facile da ricordare. Al gioco servì un anno e mezzo di lavori e, a quell’epoca, mettere insieme il codice fu un po’ come un divertente puzzle: ‘come diamine farò a infilare queste password nel programma del gioco?’, mi domandavo.»
Alla fine, insomma, il codice è rimasto al suo posto ed è diventato uno dei simboli del videogioco, venendo battezzato proprio “Konami Code” e venendo integrato anche in titoli recenti, con gli effetti più disparati, come Fortnite e League of Legends. Oltretutto, Google ha anche deciso di omaggiarlo con Stadia.
Purtroppo, apprendiamo oggi da un suo ex collega che Kazuhisa Hashimoto è prematuramente scomparso all’età di soli 61 anni. Siamo sicuri che i videogiocatori si ricorderanno sempre di lui, grazie al Konami Code, e gli terranno un posto speciale nei loro bei ricordi legati ai videogame.
SpazioGames porge le sue condoglianze alla famiglia Hashimoto e a tutti i suoi congiunti.
Fonte: VGC