Activision Blizzard, o per meglio dire Call of Duty, è al centro della contesa tra Xbox e PlayStation, e conseguente acquisizione.
Infatti dopo il tentativo di acquisizione del publisher di Call of Duty, con Modern Warfare 2 disponibile su Amazon sempre al miglior prezzo, il mondo tech si è scatenato contro Microsoft.
I primi protagonisti di questa lotta sono ovviamente gli enti regolatori, che da mesi stanno indagando per far sì che la manovra non nasconda problemi.
Mentre Sony e Microsoft continuano a darsi battaglia, con l'azienda nipponica che di recente ha attaccato duramente la rivale statunitense, ora scende in campo Activision.
Come riporta Windows Central, l'azienda ha preso parola nel grande bailamme di regolamentazioni, analisi e attacchi.
L'antagonista, per così dire, più importante dell'acquisizione Xbox-Activision Blizzard è la Federal Trade Commission (FTC), che è tra gli enti regolatori più agguerriti.
La FTC sta cercando di bloccare l'accordo per evitare che Xbox possa agire un regime di monopolio, e su questo è intervenuta proprio Activision.
Il COO dell'azienda, Lulu Cheng Meservey ha recentemente rilasciato una dichiarazione, suggerendo che Activision è pronta a combattere per la fusione in tribunale, se necessario.
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«Ci impegniamo a continuare a collaborare con le autorità di regolamentazione di tutto il mondo per consentire il proseguimento della transazione, ma non esiteremo a lottare per difendere la transazione, se necessario.»
Una dichiarazione di intenti importante, anche se prevedibile visto l'interesse dell'azienda, che probabilmente cambierà leggermente gli equilibri.
La cosa curiosa è che Call of Duty non è il vero motivo principale per cui Xbox sta acquisendo Activision Blizzard, ma qualcosa di molto diverso.
Mentre Xbox, a sorpresa, ha contrattaccato Sony con un fair play inaspettato, ammettendo la superiorità delle esclusive.
Parlando di concorrenza, invece, qualche tempo fa è emersa la storia per cui Google avrebbe pagato molte aziende, tra cui proprio Activision, per impedire la concorrenza su mobile.