Wow. O, meglio, mecastor! Per Castore! Come avrebbero detto nell’antica Roma. Perché
Total War: Rome II è un gioco imponente. D’altro canto, dopo l’excursus giapponese di Shogun 2: Total War, il passaggio all’impero romano non poteva che ingigantire anche i contenuti del videogioco. Nella nostra
anteprima ne avevamo parlato: 700 unità contro le 50 di Shogun e, soprattutto, una mappa superiore a quella della massima estensione dell’Impero Romano. A confronto, il Giappone sembra un villaggio di contadini.
Tuttavia, nessun dato numerico, nessun paragone con i precedenti capitoli può descrivere la dimensione raggiunta da questo nuovo capitolo della saga. Perché Total War: Rome II ti travolge con i suoi contenuti come una carica di equites romani, ti calpesta come un elefante da guerra e, infine, ti lascia lì a morire sul campo di battaglia. In una parola: è spietato.
Un passo alla volta
La saga Total War per molti versi è l’anello mancante tra gli strategici a turni più complessi in stile Europa Universalis, e i puri RTS più commerciali. Per chi ancora non conoscesse questa saga, il gioco è nettamente diviso in due: vi sono battaglie in tempo reale e fasi a turni che le intermezzano. Nel corso delle fasi a turni possiamo curare gli aspetti di crescita delle nostre città, migliorare gli eserciti, stringere accordi diplomatici, dichiarare guerre e formare alleanze. Durante le battaglie in tempo reale, invece, schieriamo i nostri soldati sul campo e iniziamo degli scontri che possono portare alla nostra gloria, o alla nostra rovina.
Fasi a turni e fasi in tempo reale si bilanciano quasi alla perfezione: è impossibile condurre un attacco se il proprio esercito non è adeguatamente preparato, ed è impossibile affidarsi sempre alla simulazione delle battaglie da parte dell’intelligenza artificiale. In breve, in molti casi dobbiamo scendere in battaglia e girare a nostro favore le previsioni di sconfitta calcolate dalla CPU. Quando ci si riesce, la soddisfazione è straordinaria.
Questa formula si è evoluta nel corso di questa serie, e possiamo affermare che con Rome II ha raggiunto il suo punto più elevato, anche in termini di complessità. La spietatezza di Rome II di cui parlavamo poc’anzi è tutta qui: le meccaniche hanno raggiunto un tale livello di profondità che il solo pensiero di poter apprendere tutto attraverso un tutorial è risibile. Il gioco include un prologo che ci spiega gli elementi di base, ma alla fine di questo primo assaggio di avventura vi accorgerete di avere iniziato soltanto a scalfire la superficie. Ad esempio, il tutorial non dà la minima spiegazione di come mantenere l’economia delle proprie regioni, di come funzionino i molteplici alberi delle abilità, o anche solo di quali siano gli upgrade necessari per terminare il tutorial stesso.
Nel momento in cui si inizia la campagna vera e propria, una voce guida si attiva ogni volta che clicchiamo su di un’icona per la prima volta, ogni volta che entriamo in un menù che non avevamo visto prima. Nella prima mezz’ora di gioco, vi ritroverete completamente inondati da informazioni che, con ogni probabilità, non riuscirete a capire se siete appena entrati nel mondo di Total War.
A peggiorare il tutto, vi basti sapere che le voci guida, a loro volta, contengono degli ipertesti cliccabili che aprono l’enciclopedia di Total War, un browser interno al gioco che si collega a internet e fornisce informazioni su tutti gli aspetti più avanzati del gioco, oltre che su alcuni elementi fondamentali quali la progressione delle abilità, l’uso delle unità in battaglia e l’intricato sistema di arruolamento dei propri soldati. In breve, non pensate di cavarvela senza passare qualche ora a scartabellare in questa enciclopedia.
Vi abbiamo terrorizzato? Beh, ne è valsa la pena. Perché una volta superato l’impatto iniziale, ecco cheTotal War: Rome II si rivela un gioco capace di regalare delle soddisfazioni incredibili e di fornire il senso della battaglia in una maniera mai vista in un gioco strategico.
Le fasi a turni
Durante le fasi a turni, il gioco ci chiede di prenderci cura del nostro popolo e del nostro esercito. Le risorse militari possono essere ingrandite sia attraverso l’arruolamento che attraverso l’acquisto di mercenari. La tipologia di unità arruolabili deriva dalla presenza di particolari edifici nella nostra provincia, di conseguenza dobbiamo costantemente migliorare le città seguendo i complessi schemi indicati sull’enciclopedia.
Il mantenimento dell’esercito, però, costa denaro. Per ottenere moneta si applica una tassazione sul popolo, che è direttamente proporzionale alla crescita del nostro impero e alla presenza di particolari edifici civili che migliorano la qualità della vita.
Al contempo, la tassazione genera malcontento, ed è necessario tenere costantemente sotto il proprio controllo i livelli di soddisfazione del popolo, nonché sedare le eventuali rivolte che si possono generare.
Le unità militari possono essere spostate per presidiare le città o verso i luoghi di conquista. Quando si varcano i confini del proprio territorio il mantenimento dell’esercito diventa più costoso, e l’arruolamento di truppe fresche viene bloccato. Inoltre, una fitta nebbia di guerra impedisce di scoprire gli eventuali pericoli oltre i confini, ed è pertanto opportuno dotarsi di esploratori e spie per arrivare oltre le linee nemiche ben preparati.
Ma questo è solo l’inizio: le province conquistate non sono felici di accogliere gli invasori, gli eserciti nemici possono trincerarsi, le città possono essere assediate, le truppe di rinforzo possono giungere all’improvviso, ci sono imboscate, sotterfugi, omicidi. Ogni errore condotto nelle fasi a turni si può pagare a carissimo prezzo: ad esempio, è sufficiente lasciare scoperta una propria città per un solo turno e vedersela portare via dai propri nemici. O, ancora, a seguito di un assedio finito male si possono ricevere degli spietati contrattacchi da parte del nemico e ritrovarsi il proprio esercito decimato nel giro di un paio di turni.
L’approccio diplomatico è certamente utile in alcuni casi, sebbene Total War: Rome II sia un gioco principalmente incentrato sulla guerra. Stringere alleanze davvero significative è molto difficile, e sebbene gli sviluppatori abbiano incluso la possibilità di capire perché un popolo straniero ci ama (e ci odia) tramite un comodo riassunto, anche le popolazioni più amichevoli sembrano restie ad offrirci il loro aiuto quando ci troviamo in difficoltà.
Le fasi di battaglia
Nel momento in cui si incrocia un esercito nemico o si cerca di conquistare una città, possiamo scegliere se simulare la battaglia o scendere in campo. La prima scelta è opportuna nei momenti in cui il nostro esercito è nettamente superiore, mentre in tutti gli altri casi è consigliabile provare il tutto per tutto sul campo di battaglia.
Ogni scontro si apre con l’arrivo del nostro esercito, e ci viene concessa la possibilità di valutare le condizioni climatiche e di attendere un cambiamento, oppure di entrare subito in battaglia. Nebbia e pioggia influenzano il comportamento delle truppe, e in alcuni casi una pessima condizione di visibilità o un terreno fangoso possono giocare a nostro favore. Un altro aspetto che modifica radicalmente l’esito delle battaglie è dato dalla conformazione del terreno. Una carica in discesa, ad esempio, rende le nostre truppe più rapide e letali. Una collina può fornire un ottimo punto strategico per chi impugna armi a distanza, mentre una fitta boscaglia può consentire imboscate o nascondere il proprio esercito in attesa che l’avversario compia qualche mossa avventata.
In molti casi le prime fasi della battaglia sono lunghe, e non si versa nemmeno una goccia di sangue. I due avversari tendono a studiarsi a vicenda, e a capire come meglio intervenire. In questi casi, l’abilità del giocatore risulta provvidenziale, ma è necessario conoscere perfettamente i pro e i contro di ogni unità al fine di ottenere il massimo dalle proprie azioni.
Le varie unità possono essere raggruppate, e a ciascun gruppo si può assegnare un tasto rapido. Così, si possono creare degli schemi di battaglia davvero efficaci che, ad esempio, ci consentono di fare strage degli arcieri con la cavalleria, mentre i nostri frombolieri tengono trincerati i lancieri, e la fanteria si lancia in mischie rocambolesche. La sensazione è di avere davvero il controllo della situazione, e dopo qualche ora di gioco si iniziano a provare le prime grandi soddisfazioni grazie al rovesciamento di situazioni altrimenti considerate impossibili.
Oltre alle battaglie di terra vi sono anche le battaglie navali, che tuttavia in Total War: Rome II non si separano nettamente da quelle a piedi. Ovvero: nel gioco si può combattere una battaglia che si svolge sia a terra che in mare, in quanto le truppe imbarcate possono approdare sulla spiaggia e muoversi verso l’esercito nemico. In alcuni casi si possono ottenere pesanti aiuti dal mare, e le navi dotate di uomini armati con archi, fionde e lance possono intervenire sui nemici a terra dalla tranquillità delle acque. È proprio in questi casi che Rome II mostra il livello di epicità raggiunto dalla serie, con delle battaglie su larga scala che possono cambiare da un momento all’altro, con veri e propri effetti sorpresa che ci hanno lasciato più di una volta a bocca aperta.
Ci vuole un supercomputer?
Uno dei problemi che, da sempre, contraddistingue questa saga è dato dall’enorme quantità di risorse richiesta per riprodurre il gioco al massimo del suo splendore. Questo problema era particolarmente evidente in Shogun 2, e in Rome II – nonostante la scala maggiore – appare leggermente attenuato. Il gioco sembra girare a un frame rate decente anche con macchine di due o tre anni fa, anche se l’enorme mole di dati e di calcoli compiuti dal gioco richiede un processore di ultima generazione. Se con una macchina dedicata al gaming siamo riusciti a mantenere i 60 fps anche nelle fasi più concitate delle battaglie, occorrono comunque circa trenta secondi per terminare la simulazione di tutte le varie fazioni controllate dall’intelligenza artificiale nel corso della campagna. Nulla di fastidioso, ma dà l’idea di quanto sia gigantesco questo gioco. A questo si aggiunge l’intelligenza artificiale del gioco, che è stata rivista e sensibilmente migliorata (ora i nemici tendono imboscate e sanno davvero sorprenderci nei livelli di difficotà più elevati), ma che certamente incide sulle risorse hardware assorbite da Rome II.
Nel complesso, però, anche per Total War: Rome II è bene disporre di un buon computer: la differenza in termini grafici tra una macchina che riproduce il gioco in qualità media e una che riproduce il gioco in qualità massima è abissale. Shader, filtri e antialiasing modificano in maniera radicale la qualità del gioco, e il gioco merita davvero di essere riprodotto al massimo della propria potenzialità.
Perché se – da un lato – quello che conta è la profondità della simulazione, dall’altro è davvero piacevole vedere i risultati ottenuti da The Creative Assembly con il motore grafico del gioco. Quando si zooma sulle proprie unità e si notano gli elmi risplendere, quando si vedono i nemici proteggersi dalle nostre frecce sollevando i propri scudi, quando si attiva la modalità cinematica per osservare una carica dei propri uomini dal punto di vista del proprio esercito, non ci si può proprio trattenere dall’esprimere a voce alta la nostra meraviglia. In questi momenti ci si sente davvero parte del proprio gruppo di soldati, e agli sviluppatori va certamente il merito di non aver trascurato la parte estetica del gioco che, indubbiamente, dà a Rome II quel qualcosa in più che tanti altri profondissimi giochi strategici non hanno.
Peccato che, ancora una volta, il gioco faccia affidamento solo in piccola parte alla Storia, e ci presenti un numero esiguo di battaglie realmente avvenute nel corso dei primi secoli dell’Impero Romano. Il doppiaggio non aiuta certamente a migliorare il senso di realismo storico, con un misto inglese-italiano-latino che, in alcuni casi, stona davvero. Specie quando si odono le proprie truppe parlare con accenti stereotipati che avremmo davvero voluto non sentire.
– Ottimo equilibrio tra le fasi a turni e quelle d’azione
– Una quantità gigantesca di contenuti
– Longevità eccellente
– Fornisce un vero senso di battaglia
– Scontri misti navali/a terra
– Inaccessibile per molti giocatori
– Qualche incuria nel polishing
– Richiede un hardware di fascia alta
Ancora una volta, Total War si presenta in prima linea con un gioco tanto bello quanto difficile. Gli sviluppatori, con ogni probabilità, hanno deciso di proseguire questa saga rivolgendosi a chi già la conosce. Total War: Rome II, pertanto, è un gioco che farà innamorare chi già padroneggia la serie, ma che difficilmente riuscirà ad ampliare in maniera significativa il proprio pubblico, a causa di alcune barriere all’ingresso fin troppo elevate. Al contempo, abbiamo notato qualche piccolo screzio nella componente relativa al polishing del gioco, che non si è rivelata completamente priva di bug o di grossolane dimenticanze nella traduzione italiana, oltre a qualche evidente problema di sincronizzazione verticale, specie durante le non proprio bellissime cut-scene. Ciononostante, Total War: Rome II è un titolo di altissima qualità. Superato il duro impatto iniziale, chiunque potrebbe farsi rapire dagli enormi contenuti del gioco e iniziare una vera e propria lotta contro se stessi, nell’attesa di padroneggiare gli aspetti più raffinati del titolo. Con una campagna gigantesca, un’intelligenza artificiale capace di metterci a dura prova e, soprattutto, una profonda campagna online impiegherete mesi, forse anni prima di poter affermare “so giocare a Rome II”.