Recensione

Teslagrad

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Dapprima fu il Pc, meta preferita di tutti gli sviluppatori indie del pianeta. Poi toccò a Nintendo, circa tre mesi fa, con somma gioia di tutti gli utenti WiiU che hanno visto la loro libreria arricchirsi di un platform diverso dal solito.Da pochissimi giorni è stata la volta anche di PS3 e PS4, e proprio di quest’ultima versione ci occuperemo oggi (sebbene non ci siano differenze di rilievo rispetto la versione old gen).Di che stiamo parlando?Ma di Teslagrad, ovvio!Il platform puzzle dei norvegesi Rain Games giunge anche su piattaforme Sony (PSVita compresa, ma quella versione è ancora TBA) senza alcun extra di rilievo, ma comunque in discreta forma.

Nikola Tesla approvedL’abile mossa di marketing con cui Sony si è accaparrata moltissimi progetti indipendenti negli ultimi due anni, dopo aver colpevolmente snobbato questa fetta di mercato durante la precedente generazione di console, porta anche su Playstation 4 questo puzzle game ibridato con il platform, delizioso nell’impianto tecnico e minimalista (ma non trascurato) a livello narrativo.Ma andiamo con ordine. Al gioco non servono né il doppiaggio né un intreccio particolarmente elaborato: basta un’ambientazione ispirata, vagamente steampunk con un tocco europeo ottocentesco, e qualche tocco di narrativa ambientale, per ottenere un risultato soddisfacente, che spinga a liberare un paese oppresso da una tirannia che impone ai propri soldati di indossare un colbacco. Basterebbe questo per farne un regno del terrore.Gettato sulla via dalla propria madre proprio per sfuggire ad una guarnizione delle suddette guardie, il nostro si troverà presto ad affrontare i misteri, gli enigmi e i nemici della torre di Tesla.Ovviamente al centro di tutto c’è l’elettromagnetismo, e l’equipaggiamento da “teslamante” che il nostro alter ego guadagnerà con il progredire dell’avventura, durante la quale è consigliato anche un pizzico di backtracking, soprattutto durante le fasi più avanzate della campagna principale, quando nuovi gadget apriranno vie prima precluse.

Electrical trial and errorGiocando sui principi dell’elettromagnetismo, la cui notorietà consente al titolo di soprassedere su inutili preamboli e tutorial assortiti, l’opera prima di Rain Games parte da un presupposto basilare, e chiede solo al giocatore di familiarizzare, a tentativi, con i colori e le cariche associate (blu per il polo positivo e rosso per quello negativo).Imparate la basi, il gioco snocciolerà una serie di rompicapo uno più brillante dell’altro, utilizzando superfici respingenti, piattaforme semoventi, muri che possono attrarre il giocatore e tanto altro ancora: la dotazione del nostro impavido eroe si arricchirà quasi subito di guanti capaci di infondere una carica negli oggetti, arricchendo il ventaglio di soluzioni a disposizione del giocatore e, di conseguenza, il senso di soddisfazione alla risoluzione di ognuna delle stanze proposte. Non mancheranno, progredendo nell’avventura, altre chicche, come fucili laser elettrici e teletrasporti.Nonostante siano virtualmente collegate l’una all’altra all’interno della Torre di Tesla, ognuna delle schermate ricrea un ecosistema separato, chiuso, la cui osservazione e totale comprensione è spesso alla base della riuscita o del fallimento.Purtroppo, all’intuitività dei puzzle e del gioco di polarità sottesi alle dinamiche di gioco, non fanno riscontro né una fase platforming precisa né una curva della difficoltà sufficientemente bilanciata: se è più che lecito ripetere numerose volte un enigma del quale non si riesce a venire a capo, lo è molto meno dover ripetere intere sezioni dall’ultimo checkpoint perché la scarsa manovrabilità del personaggio ci ha giocato un colpo basso.Queste fasi sono, in un certo senso, il rovescio della medaglia di quelle di puzzle solving: basandosi sugli stessi principi che regolano la risoluzione dei rompicapo ambientali, sono soggette alla polarità, a superfici che possono attirare o respingere il nostro in un istante, e come tali richiedono una precisione pixel perfect che, ahinoi, manca.Già su PC e WiiU si erano evidenziati questi problemi, con una serie di morti non imputabili al giocatore quanto piuttosto all’imprecisione del sistema di controllo e dei salti in particolare, e duole vedere che su PS4 non è stato fatto nulla per ovviare a queste mancanze, che inficiano un prodotto altrimenti molto godibile.Discorso diverso, ma ugualmente negativo, per quanto concerne la difficoltà: mancando del tutto di indicatori di salute di sorta, il nostro protagonista andrà al tappeto al primo colpo subito, il che, soprattutto in occasione delle lunghe boss fight, diventa fonte di frustrazione, nonostante la generosità con cui sono stati elargiti i checkpoint.Queste scelte di design riducono l’intera esperienza ad un trial and error di lunghezza variabile tra le cinque e le sei ore e mezza, annacquando un puzzle design invero brillante, cui i controlli e la ripida curva di apprendimento non rendono giustizia: personalmente, sono attratto da titoli che richiedono ginnastica alle mie meningi (e molti degli enigmi di Teslagrad costituiscono una degna sfida), molto meno da prodotti che invece fanno dell’apprendimento per errori un mantra.Se il bello che c’è in Teslagrad dovesse conquistarvi a dispetto dei difetti sopra elencati, poi, sarete spinti a rigiocarlo grazie alla possibilità di ricominciare con tutto l’equipaggiamento conquistato disponibile dall’inizio, e di poter visionare il “vero” finale collezionando tutte e trentasei le pergamene sparse per il mondo di gioco.

Minuzie e delizie tecnicheIl lavoro svolto a livello tecnico è invece di delicata bellezza, sebbene tragga pochissimo vantaggio dalla potenza dell’ammiraglia Sony, la cui versione non si distacca, se non per minuzie difficilmente distinguibili ad occhio nudo, da quelle PC e WiiU.Tra una pennellata che richiama le illustrazioni centro europee, animazioni e personaggi che sembrano disegnati a mano in una vecchia bottega pre-seconda guerra mondiale, una tavolozza cromatica che sguazza tanto nelle tinte fredde quanto in rossi e arancio bollenti, Teslagrad rappresenta una ulteriore prova che, a fronte di una direzione artistica ispirata, ogni discorso a tema poligoni e risoluzione passa in secondo (se non terzo) piano.Per quello che può valere, comunque, l’ibrido tra 2D e 3D dei ragazzi norvegesi gira senza indugio a livello di framerate, e non restituisce mai un senso di trasandatezza nonostante l’esiguità del budget a disposizione.Discorso affine per l’accompagnamento sonoro, che fa un uso magistrale delle corde e degli archi, disegnando piroette quando romantiche quando affrante su un tappeto tranquillo, che accompagna bene il ragionamento richiesto dall’avanzamento tra un puzzle e l’altro.

– Artisticamente delizioso

– Enigmi brillanti

– Due finali e una sorta di new game plus

– Platforming problematico

– Picchi di difficoltà niente male

7.0

Nonostante qualche problema di gioventù, che speravamo di veder risolto in occasione di questo debutto sulle piattaforme Sony, Teslagrad rimane un puzzle platform delizioso nella forma e nell’idea di base, che va ad occupare una nicchia finora deserta all’interno della ludoteca di Playstation 4.

Dei controlli capricciosi ed un livello di difficoltà per niente permissivo probabilmente lo allontaneranno dal gradimento delle masse, ma, in qualità di opera prima, rappresenta sicuramente un esordio positivo, cui spero segua presto un secondo capitolo.

Voto Recensione di Teslagrad - Recensione


7

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