Prendete un po’ della sana e brutale ultraviolenza di DOOM, aggiungete la lingua sciolta e le turbe mentali di Deadpool, unite un sistema di loot traboccante di armi e potenziamenti e mescolate il tutto; con una katana affilata, mi raccomando, non col cucchiaio! Il risultato è Shadow Warrior, o meglio, Shadow Warrior 2, che in questa sua nuova incarnazione rivede la sua formula di gioco, abbandonando la linearità del primo capitolo in favore di un sistema più aperto. Lo Wang è tornato, ragazzi, e le sue lame sono assetate di sangue. Chi siamo noi per negargli una bella bevuta?
Fuori dalla mia testa!
Lo Wang non è mai stato uno molto a posto; i suoi intrallazzi con Yakuza ed entità demoniache lo hanno cacciato nei pasticci più di una volta. Dopo aver fatto a fettine Enra (il cattivo del primo capitolo), invece di darsi una calmata, il ninja mercenario ha ben pensato di continuare imperterrito sulla cattiva strada. E così, tra il recupero di un artefatto maledetto e un omicidio su commissione, i guai non si sono fatti attendere troppo. A causa di un esperimento andato per il verso sbagliato, Kamiko, la bella figlia di un boss della Yakuza, viene posseduta da un demone. L’entità maligna non ci mette molto a consumare corpo e anima della giovane, e l’unico modo per salvare la ragazza è quello di separare lo spirito dal corpo per il tempo necessario a risanare le sue spoglie mortali. Ma si sa, le anime mica si possono mettere nella scatola dei biscotti, e l’idea migliore che salta fuori è quella di parcheggiarla “temporaneamente” in un corpo ospite… indovinate a chi tocca questa patata bollente? Esatto, proprio a Lo Wang, il quale si ritrova ora con lo spirito della ragazza intrappolato dentro di lui e la sua vocina impertinente a rimbombargli nella testa (strano che Deadpool non abbia chiesto il copyright ai ragazzi di Flyng Wild Hog!). Insomma il ninja più tamarro del pianeta ha una nuova missione ed è quella di purificare le spoglie di Kamiko e rimettere l’anima della ragazza al suo posto al più presto, per non incorrere nel rischio che le sue chiacchiere lo facciano diventare più pazzo di quanto già non sia. Detto francamente, la trama non è esattamente il punto forte della produzione ma la storia è gradevole e le trovate escogitate dagli sviluppatori per farci procedere sono strane ma interessanti. Le regole che governano il mondo demoniaco non sono molto chiare, così, quando una procace diavolessa ci dice di andare a recuperare un pezzo di tizio (ancora vivo ovviamente) dato che serve per svolgere un determinato rituale, la risposta è: OK! Strano, ma tutto sommato funziona, meglio non stare troppo a pensarci. Ulteriore punto che rende scorrevole e divertente la narrazione è la lingua lunga del protagonista, che ha veramente poco da invidiare a quella del mercenario chiacchierone. Battutacce trash, parolacce a non finire, doppi sensi e quasi nessun momento di serietà rendono Shadow Warrior 2 divertente e leggero, perfetto per gli amanti della cultura pop che accettano di buon grado razzismo demoniaco senza scandalizzarsi troppo.
Old style, new blood
Se con le parole il gioco scherza e la butta sul ridere ogni due secondi, il gameplay è invece raffinato, veloce e adrenalinico. Partiamo dai movimenti: Lo Wang ha a disposizione da subito il doppio salto e lo sprint, inoltre, premendo il tasto shift può effettuare uno strafe laterale o frontale. Potete immaginare da voi la frenesia dei combattimenti in cui spesso si entra nella mischia alla carica o balzando giù da un tetto (non esiste danno da caduta) e si falcia a destra e a manca schizzando veloci come schegge impazzite. Il protagonista dispone di varie tecniche: alcune richiedono armi bianche mentre altre il Chi, un sostituto del mana, serve per lanciare sortilegi ninja. Partendo dalle prime, è sufficiente abbinare la pressione del tasto destro del mouse ad una direzione, tenendo premuto per aumentare il danno. Con avanti il nostro (anti)eroe si proietta in un affondo che infligge gravi danni a singolo bersaglio, con destra o sinistra rotea su se stesso falciando come fili d’erba ogni sfortunata creatura a portata, con indietro invece scaglia una bordata di energia sulla lunga distanza, affettando chiunque si trovi in traiettoria. Per quanto concerne gli incantesimi invece sono quattro: uno per curarsi, uno che rende invisibili per breve tempo, il classico force push preso in prestito dai jedi e per finire dei tentacoli di tenebra che emergono dal terreno impalando i nemici, permettendoci di divertirci con lame e bocche da fuoco con tutta calma. Ora, se questa vi sembra tanta roba sappiate che non abbiamo ancora parlato delle armi, e ce ne sono tante… ma veramente tante! Giusto per nominarne qualcuna, abbiamo avuto modo di dispensare morte attraverso pistola, arco, falcetto, lanciarazzi, fucile da cecchino, shuriken giganti, doppia sega circolare, katana, doppia katana, doppia katana laser, fucile d’assalto, artigli da demone, lanciagranate, fucile steampunk, uzi, fucile a pompa, gatling gun, motosega, mitragliatrice pesante, sparachiodi e una mazza ferrata. Se l’elenco vi sembra troppo breve è perché ne mancano molte altre, il gioco ne contiene più di settanta. Una volta entrati in possesso di una di esse questa rimane sempre disponibile ma è possibile inserirne solo otto nella ruota delle armi attive, impostabili comunque in qualsiasi momento. Va da sé che con un così elevato numero di strumenti di morte, abbinato ai poteri e ai potenziamenti (di cui vi parleremo a breve) il combat system diviene estremamente personalizzabile, in grado di soddisfare i gusti di qualsiasi utente. Siete tipi a cui piace lavorarsi le folle da lontano e poi finire silenziosamente i pochi superstiti? Arco e fucili da cecchino con doppie katane a finire il lavoro e sarete soddisfatti. Vi piace fare un gran baccano e amate stare al centro dell’attenzione? Lanciarazzi, qualche buon colpo di fucile a pompa e una bella motosega per chiudere in bellezza. In questo gioco ci sono innumerevoli modi diversi per approcciarsi al combattimento, ma sempre e solo uno per finirlo: ricoperto del sangue dei nemici.
Pimp my gun
Shadow Warrior 2 non si limita a proporre una struttura FPS con miriadi di armi, ma permette anche di potenziare ogni singolo strumento di morte a piacimento. Ognuno di essi infatti dispone di tre slot che si possono occupare con potenziamenti recuperabili all’interno dei bauli sparsi per i livelli oppure dentro al cadavere di qualche mostro. Ce ne sono veramente un’infinità e sono suddivisi per tipologie: alcuni sono relativi a specifici tipi di armi, altri modificano il danno in versione elementale, altri ancora arrivano perfino a incidere sul funzionamento dell’arma, trasformandola in qualcosa di diverso da quello che era in precedenza. In maniera similare esistono anche potenziamenti per il protagonista, utili per innalzare armatura o per specializzarlo in campi specifici come la magia o il combattimento all’arma bianca. Come se tutto questo non bastasse Lo Wang acquisisce esperienza man mano che macella i poveri stolti sulla sua strada, acquisendo punti che può spendere per potenziare le sue abilità; poche all’inizio, ma che aumentano man mano che si macinano missioni e si ritrovano le carte relative in giro per il mondo. Siete sfortunati e sul vostro cammino trovate solo robaccia che non vi serve a nulla? Poco male, nell’hub centrale di gioco ci sono i vendor che acquisteranno i potenziamenti che non gradite e vi venderanno quelli più succulenti o qualche nuova arma. Siete tipi a cui piace giocare d’azzardo? Alla forgia è possibile fondere tre potenziamenti per ottenerne uno nuovo, di solito migliore, ma non si sa mai, se non vi piace il risultato non venite da me a lamentarvi. Poco sopra si parlava dell’hub centrale: Shadow Warrior 2 infatti ha ceduto la linearità del primo capitolo in favore di un sistema a missioni simile a Borderlands ma molto più diretto. Niente lande infinite da attraversare o scarpinate chilometriche, basta aprire la mappa, selezionare la quest e si viene teletrasportati nel livello in questione. Una volta finito il massacro basta premere T per tornare alla base, facile, veloce e senza lunghe e tediose fasi di spostamento. Chiaramente è possibile far visita ai livelli già affrontati in precedenza per spazzolare le briciole lasciate in giro alla prima run o per essere certi di aver ammazzato tutti, ma proprio tutti!
Non tutti demoni vengono col buco… oppure si?
Sembra strano ma anche se in questo gioco si possono brutalizzare demoni in centinaia di migliaia di modi diversi, con buona pace di chi non sopporta la vista del sangue, qualche difettuccio da segnalare c’è. Il primo è il rovescio della medaglia di un gameplay così frenetico, della moltitudine di nemici e dei mirabolanti effetti elementali di armi e demoni, ovvero: c’è sempre un gran casino. Davvero, spesso capita di rimanere incastrati a causa di qualche strafe mal calcolato e subito ci si ritrova addosso una montagna di aberrazioni che attaccano nei modi più disparati, con noi impegnati a fare altrettanto, magari con un calibro di quelli aggressivi. Il risultato è un impasto di effetti poco discernibile e l’unica soluzione rimane quella di saltare via e tenersi a distanza, recuperando la calma e l’uso della retina. Altro piccolo neo è la conta poligonale, in realtà perfettamente coerente con il livello della produzione: si tratta pur sempre di un indie e nessuno si aspetta un dettaglio grafico da tripla A. Il titolo, seppur non al livello di altre produzioni più blasonate per quanto concerne i modelli, si rifà con un’art direction ispirata che concede sempre un colpo d’occhio gradevole. Durante la nostra prova il frame rate è rimasto solidamente ancorato oltre i 100 fps, senza mostrare il fianco nemmeno nelle situazioni più concitate. Il sistema di tagli inoltre è ben fatto e i nemici vengono smembrati dalle nostre lame in modo convincente e soprattutto molto soddisfacente. La generazione randomica dei livelli, che in fase di anteprima ci aveva fatto un po’ preoccupare (No Man’s Sky ha fatto venire le paranoie un po’ a tutti) si è rivelata una mossa vincente. Le mappe non sono assolutamente una uguale all’altra, anzi, le ambientazioni garantiscono una grande varietà e il peggio che può capitare è la sensazione di “hey, da qui mi pare di esserci già passato” magari in relazione ad una missione affrontata cinque livelli prima. Ultima nota da segnalare è l’instabilità per quanto concerne le partite cooperative online. Le poche a cui siamo fortunatamente riusciti ad accedere sono terminate bruscamente dopo picchi di lag poco gradevoli. Siamo comunque fiduciosi che a seguito della release ufficiale del gioco l’online si renderà più praticabile, se ci siamo divertiti come dei pazzi in singolo giocatore il multiplayer potrebbe aumentare esponenzialmente il divertimento.
HARDWARE
MINIMI: Sistema operativo: Windows 7/8/8.1/10 x64 Processore: Intel Core i3-6300 (2 * 3800) or AMD A10-5800K APU (4 * 3800) o superioriRAM: 8 GBScheda video: GeForce GT 560Ti (1024 MB) or Radeon HD 6850 (1024 MB) o superioriMemoria: 14 GB di spazio disponibile
CONSIGLIATI: Sistema operativo: Windows 7/8/8.1/10 x64 Processore: Intel Core i5-5675C (4 * 3100) or AMD A10-7850K APU (4 * 3700) o superioriRAM: 8 GB Scheda video: GeForce GTX NVIDIA GeForce GTX 970 / ATI Radeon R9 290 o superioriMemoria: 14 GB di spazio disponibile
– Approccio al combattimento estremamente personalizzabile
– Tonnellate di armi ed ettolitri di sangue
– Grande varietà di upgrade e abilità
– Combat system veloce e frenetico
– Protagonista carismatico e divertente
– Cooperativa online instabile
– Conta poligonale modesta
– Scontri spesso confusionari
8.5
Shadow Warrior 2 è tutto quello che ci aspettavamo e anche di più. In questo gioco ogni cosa è over the top: dalle armi ai potenziamenti che vi si possono applicare, dai dialoghi alle situazioni in cui Lo Wang non esita a ficcarsi. Violenza, eviscerazioni ed ettolitri di sangue sono il risultato di un combat system estremamente variegato, ed un approccio al combattimento che è totalmente nelle mani del giocatore. La velocità del gameplay unita alla pletora di possibilità a cui si può accedere ne fanno un must have per tutti gli amanti degli sparatutto vecchia scuola che non disdegnano un approfondimento con meccaniche GDR. Se siete amanti del gore e del trash ve lo consigliamo senza riserve, qui abbiamo una perla rara in grado di dare grandi soddisfazioni. Allora, are you ready for more Wang?