Anteprima

Return of the Obra Dinn

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a cura di Francesco Ursino

Mettiamo il caso che vi troviate a conversare con una persona che non conosce assolutamente nulla di videogiochi, e che dobbiate argomentare il fatto che esistano giochi originali e innovativi, di quelli che la maggioranza dei media si guarda bene dal descrivere e raccontare. Quando direte al vostro interlocutore che uno degli esempi maggiori di questa categoria di giochi è un titolo dove si impersona un ispettore per l’immigrazione di uno stato sovietico, intento a timbrare passaporti, questi potrebbe alzare un sopracciglio. Eppure, in uno dei titoli indipendenti di maggior successo degli ultimi anni, ovvero Papers, Please, si controlla proprio un servitore dello stato fittizio di Arstotzka, e l’esperienza che ne deriva è oltremodo soddisfacente. Un esempio di brillante originalità, dunque, sviluppato da quel Lucas Pope che ora prova a sorprendere nuovamente i giocatori grazie a Return of Obra Dinn; l’uscita di una prima versione giocabile del titolo, dunque, impone l’obbligo di soffermarci su quello che il talentuoso sviluppatore ha in serbo per noi giocatori.

Una spedizione in ritardo di sei anniLa versione attualmente giocabile di Return of Obra Dinn è tutto fuorché giudicabile: dura qualche decina di minuti, manca di alcuni dialoghi, non è possibile salvare e via di questo passo. Approcciare il titolo senza sapere minimamente di cosa parla, poi, potrebbe avere un effetto disorientante: l’ignaro giocatore, parlando in maniera spicciola, potrebbe non capirci un bel niente, né dal punto di vista narrativo e né (soprattutto) per quanto riguarda il gameplay.Partendo dal primo aspetto, è giusto dire che il titolo racconterà delle vicende della Obra Dinn, nave mercantile dispersa in mare nel 1802, e riapparsa sei anni dopo nel porto dove sarebbe dovuta inizialmente approdare, priva però dell’equipaggio. Il giocatore, nei panni di un’agente assicuratore che agisce per conto della compagnia delle Indie Orientali, dovrà salire a bordo della nave avvolta nel mistero alla ricerca della lista dei nominativi dell’equipaggio, di modo da comprendere cosa sia veramente successo.Possiamo dire che il titolo in questione si presenta, almeno nella forma attualmente analizzabile, come una sorta di avventura investigativa in prima persona, che richiederà una certa interazione con oggetti di vario tipo. L’intero ambiente, costituito dal veliero e dai suoi locali interni, costituirà un elemento portante della narrazione, e basandoci sullo stato attuale dello sviluppo quello che il giocatore dovrà fare sarà cercare di interagire con gli oggetti che possono far luce sulla vicenda. Anticipando per forza di cose lo svolgersi delle poche fasi di gioco, il protagonista entrerà in possesso di un orologio che, a quanto pare, permetterà di tornare indietro nel tempo facendo sì che si rivivano alcune sequenze riguardanti il destino dell’equipaggio della nave. A quanto è stato possibile comprendere da questi primi spezzoni di gioco, dunque, il compito del giocatore sarà quello di far luce sul destino dei vari componenti dell’equipaggio, cercando di determinare cosa sia successo a ogni singolo uomo presente sulla Obra Dinn.Va da sé che dare un giudizio basandosi sulle poche sequenze giocabili al momento è tutt’altro che utile: quello che sembra giusto dire, in ogni caso, è che il titolo poggerà su una componente investigativa che lascerà gran spazio alla storia, e al background dei vari personaggi.

Evviva! E’ tornato il primo GameBoy!Come è possibile intendere dalle poche informazioni al momento in nostro possesso, questo prossimo Return of Obra Dinn è un titolo che non ha assolutamente nulla in comune con Papers, Please. Per ammissione dello sviluppatore Lucas Pope, infatti, il titolo basato sulle vicende dello stato di Arstotzka non vedrà un seguito, e rimarrà difatti un episodio a sé stante. Abbandonate per sempre le opprimenti atmosfere sovietiche con tanto di palette cromatica ferma a 256 colori, dunque, quello che i giocatori si ritroveranno davanti agli occhi una volta saliti sulla Obra Dinn sarà un mondo bicolore, dove al bianco si affianca una sorta di marroncino tendente al verde che per un attimo potrebbe far tornare alla mente le atmosfere del primo storico Gameboy di Nintendo. In realtà, l’intenzione di Pope era quella di far rivivere in una nuova avventura l’aspetto dei primi titoli per Mac Plus, prodotto da Apple verso la fine degli anni ’80. Al di là del possibile effetto nostalgia, e dei molteplici rimandi stilistici, il mondo di gioco proposto è totalmente in 3D: un elemento essenziale, questo, in un titolo che sembra voglia fare dell’esplorazione una delle sue componenti principali. C’è da dire poi che la sensazione di smarrimento che è possibile provare durante i pochi minuti di gioco passati a bordo della Obra Dinn non sembra essere legata solo alla povertà di contenuti attualmente disponibili; secondo stessa ammissione di Pope, infatti, il titolo conterrà molte meno linee di testo di Papers, Please, e avrà un carattere vago e spesso ambiguo su cui il giocatore sarà chiamato a fare chiarezza. La scelta dello stile grafico accennato in precedenza, poi, non ha un compito puramente estetico, ma è un espediente per spingere i giocatori a fare meno affidamento su quanto visualizzato su schermo, e a focalizzarsi soprattutto sui rumori e i suoni ambientali. Da un gioco che somiglia a un titolo per GameBoy ci si aspetterebbero rumori e beep vari in pieno stile anni ’80, e invece in Retun of Obra Dinn il comparto audio proporrà un’esperienza qualitativamente importante; i pochi minuti giocabili, in effetti, se non altro hanno proposto alcune linee di dialogo doppiate in inglese di buona fattura, accompagnate da un breve sottofondo sonoro e diversi rumori ambientali.Se quindi in Papers, Please bisognava aguzzare la vista per scoprire le magagne dei passaporti degli aspiranti entranti in Arstotzka, una volta a bordo della Obra Dinn bisognerà affidarsi alla sensibilità delle proprie orecchie; se ciò si tradurrà in un gameplay affascinante è tutto da vedere, ma per adesso il progetto di Pope non può che interessare.

Questioni pragmatiche e voli pindariciProbabilmente i più attenti tra i nostri lettori saranno stati sorpresi dal leggere che in Return of Obra Dinn è presente una sorta di “orologio magico” che permette di tornare indietro nel tempo; tutto ciò, in effetti, stride se si pensa al crudo realismo delle situazioni proposte da Papers, Please, dove il continuo rimando tra causa ed effetto generava un quantitativo di finali che rispecchiavano le nostre azioni. In questo nuovo gioco firmato Lucas Pope, invece, il sovrannaturale e il fantastico ricopriranno presumibilmente un ruolo importante: non potendo spingerci oltre, però, conviene lasciare da parte questo particolare aspetto di gioco per concentrarci su questioni decisamente più pragmatiche.Abbiamo anticipato, infatti, che il titolo sarà interamente ambientato su una nave: l’intenzione di Pope, però, non era quella di proporre una classica storia di pirati, ma di tendere verso una sfumatura leggermente differente, ovvero quella delle navi mercantili che trasportavano beni e merci varie in tutto il mondo. Quello che si avrà davanti sarà un soggetto forse non così preso in considerazione dalla maggioranza del pubblico, ma secondo lo sviluppatore il tema in questione possiede un suo fascino, motivo per il quale la colonna portante di tutto il titolo sarà proprio la Obra Dinn, senza praticamente altri elementi ambientali a far da sfondo. Si tratterà dunque del giocatore, della nave e del mistero che questa nasconde.Per ultimo, torniamo sulla scelta stilistica di non aver voluto introdurre una gran mole di testi: accanto alle questioni narrative, si nasconde anche la volontà di Pope non ripetere la gran fatica svolta nel localizzare Papers, Please, la cui traduzione in differenti lingue ha rappresentato una vera e propria ”spina nel fianco”.

– Scelte stilistiche originali

– Il gameplay investigativo mostra delle potenzialità

Il messaggio sembra essere chiaro: Retun of Obra Dinn vuole proporre un’esperienza di gioco totalmente diversa da quella di Papers, Please, distanziandosi da questo attraverso una narrazione ambientata in un diverso periodo storico, e soprattutto grazie a un gameplay investigativo in prima persona. La presenza di un’ambientazione 3D, realizzata in un bianco e nero del tutto peculiare, completa poi il quadro di quello che sembra essere un prodotto interessante e intrigante.

Nonostante la mancanza di informazioni, e i brevi spezzoni di titolo giocabili attualmente, Lucas Pope ha confermato che i giocatori dovranno passare molto tempo alla ricerca di indizi, setacciando in lungo e in largo i segreti della Obra Dinn. Tutti questi elementi non ci fanno che sperare in un nuovo, originale titolo in arrivo dalla scena indie: per nuove informazioni e prove del gioco, allora, non resta che invitarvi a rimanere su queste pagine.

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