Come una bella donna, si è fatto attendere fin troppo. Figlio della filosofia di Remedy che con il suo “esce quando è pronto” aveva fatto penare gli appassionati già ai tempi di Alan Wake, finalmente Quantum Break è tra noi, con il suo carico di ambizioni e responsabilità.Il titolo lega i due fili rossi che hanno contraddistinto le precedenti produzioni del team, le sparatorie in terza persona e lo storytelling, dando vita ad un esperimento unico, apice della ventennale carriera dello sviluppatore finlandese, nonché nuovo punto di riferimento per quanto concerne la commistione tra media diversi e il modo di raccontare storie in ambito videoludico.Quantum Break è molto più della somma delle sue parti, oltre le sterili polemiche sulla risoluzione nativa, oltre difetti endemici ma secondari, che non scalfiscono la compiutezza e la folle ambizione del disegno più grande.Soprattutto, Quantum Break è una storia, degna di essere narrata e raccontata nel più brillante dei modi.
Squarci nel tempoQuantum Break racconta la storia di tre amici, delle loro ambizioni, delle loro vite, e gioca con il continuum temporale in maniera intelligente, senza eccedere in soluzioni narrative astruse né nelle spiegazioni che ne deriverebbero: le motivazioni dietro le scelte dei protagonisti appaiono chiare, i colpi di scena mai telefonati (con una sola, parziale eccezione) e il livello di empatia con i personaggi raggiunge livelli eccezionali.Questo avviene per varie ragioni, che vanno dalle ottime interpretazioni di attori di calibro internazionale alla straordinaria opera di modellazione poligonale dei volti, tremendamente somiglianti alle controparti reali, ma soprattutto per la scelta fatta da Remedy a monte, e cioè quella di ibridare videogioco e serie TV come mai nessuno aveva fatto prima.In una ulteriore evoluzione rispetto ai già notevoli picchi raggiunti con Alan Wake, il team finlandese ha incorporato in-game diversi episodi (della durata di circa venticinque minuti l’uno) di un serial TV legato agli eventi del gioco.Ogni puntata ne arricchisce e completa la trama, coprendo eventuali buchi narrativi e immergendo il giocatore nella Riverport che fa da sfondo agli eventi come mai prima, tratteggiando personaggi a tutto tondo, cui ci si affeziona in un istante.Al termine di ognuno dei cinque atti che compongono il gioco, durante i quali il giocatore veste i panni di Jack Joyce, rientrato a Riverport in seguito alla richiesta di aiuto dell’amico di infanzia Paul Serene, si passerà proprio nelle vesti di quest’ultimo, per una breve sequenza interattiva che illustrerà le conseguenze delle due scelte possibili.Un rapido esempio viene dalla prima di queste sequenze, cui si giunge dopo poco meno di tre ore di gioco: a seguito di un’incursione armata in un campus universitario, Paul Serene, capo della Monarch Solutions, dovrà decidere il destino dei testimoni, e, in particolare, di una di loro.Il giocatore può scegliere se adottare la linea dura, sterminando tutti coloro che hanno assistito all’azione militare, o manipolare l’opinione pubblica, addossando la colpa di quanto accaduto a Jack Joyce, cosicché i media lo additino come pericoloso ricercato.Prima di prendere una decisione, al giocatore viene mostrata una sorta di preview degli eventi che potrebbero verificarsi, così da avere sempre ben chiare le conseguenze delle proprie scelte: in questo caso, optare per l’uccisione di tutti i testimoni porta alla morte di un personaggio secondario che, invece, potrebbe rivelarsi piuttosto utile nelle fasi avanzate della campagna.A scelta effettuata, parte la prima delle quattro puntate della serie TV cui si ha accesso per ogni playthrough, che illustra le conseguenze di quanto appena deciso e porta avanti la narrazione in maniera efficace: i dubbi sulla possibilità di una serie posticcia e a scarso budget vengono dissipati già dopo pochi minuti, con valori produttivi che nulla hanno da invidiare a produzioni assai più blasonate.Ognuno degli attori coinvolti offre una buona prova recitativa, e le vicende ruotano attorno a personaggi di grande spessore, con una menzione particolare per due di loro, apparentemente secondari nell’intreccio, ovvero Beth Wilder, interpretata dalla splendida Courtney Hope, e Liam Burke, portato in scena da Patrick Heusinger.La connessione che si sviluppa tra il giocatore ed i personaggi è fortissima, e beneficia dei vantaggi derivanti dall’utilizzo di un medium dichiaratamente deputato a raccontare storie, più di quanto qualsiasi videogioco abbia mai fatto.Come per The Last of Us, a lasciare il segno, più che l’arco narrativo in sé, sono i sentimenti, i dubbi e le motivazioni dei personaggi, sul destino dei quali il giocatore avrà un controllo che pochi altri titoli hanno garantito da quando il medium videoludico esiste.L’eccellenza del doppiaggio (peccato solo che la voce di Aidan Gillen non sia la stessa sentita ne Il trono di Spade) e il fatto che molti dei volti a schermo appartengano ad attori noti ed amati dal pubblico, non fanno che aumentare il grado di coinvolgimento e la curiosità di conoscere la conclusione delle vicende.Al di là dei gusti personali, e di quanto molti potrebbero non gradire il fatto di sorbirsi una puntata di un serial TV (che si può comunque saltare) ogni due ore di gioco o poco più, l’ibridazione tra media funziona benissimo, conferma il grande talento di Remedy nell’ambito dello storytelling e apre a nuovi scenari per le future produzioni tripla A.
Grandi poteri e grandi responsabilità
La parte prettamente ludica di
Quantum Break si configura come uno sparatutto in terza persona caratterizzato dal massiccio utilizzo dei poteri temporali del protagonista e dal dinamismo delle sparatorie, molto diverse da quelle, in trincea, cui il genere ha abituato gli utenti negli ultimi anni.Per fare un esempio, venendo dall’ottimo sistema di coperture di
The Division, cardine delle sparatorie del titolo Ubisoft, le prime impressioni, come potete leggere nella nostra anteprima di una decina di giorni fa, sono state contrastanti: l’approssimazione e l’inefficienza del cover system implementato da Remedy, sulle prime, possono spiazzare, e in effetti il modo in cui
Quantum Break gestisce le coperture è probabilmente uno dei pochi difetti della produzione.Jack si ripara automaticamente dietro a muri, scrivanie, cestini dell’immondizia e automobili, privando il giocatore della possibilità di spostarsi da un riparo all’altro e beccando, non di rado, pallottole vaganti perché determinate parti del corpo non sono perfettamente allineate con le coperture.Giocando il titolo come si farebbe con qualsiasi TPS post
Gears of War, allora, si finisce presto per vedere la schermata del game over, perché semplicemente non è quello il modo di affrontare le sparatorie pensato dal team di sviluppo.I poteri a disposizione del protagonista, tutti a utilizzabili del giocatore già prima della fine del secondo atto, spingono a sfruttare intelligentemente la grande mobilità del nostro alter ego e la sua capacità di piegare il flusso temporale al suo volere, seppure per pochi secondi.A riprova di ciò, basti pensare alla presenza di nemici vulnerabili solo se colpiti alle spalle, o altri che, proprio come Jack, possono spostarsi alla velocità della luce, cogliendo spesso il giocatore alle spalle.Insomma, scegliersi un riparo e pensare di gestire gli attacchi nemici dietro di esso è quanto di più sbagliato si possa fare:
Quantum Break vuole che il giocatore si sporchi le mani, che affronti a viso aperto i nemici, che si renda un bersaglio difficile non perché ben coperto dietro ad un riparo ma perché sempre in movimento.Digerita questa meccanica di gioco, si scoprono sparatorie intense, frenetiche, vissute a cento all’ora, che, soprattutto settando il livello di difficoltà più alto, sanno regalare immense soddisfazioni.I poteri a disposizione del nostro eroe sono cinque: Visione Temporale, Blocco Temporale, Schivata Temporale, Scudo Temporale e Esplosione Temporale, ed ognuno di essi può essere migliorato spendendo in un apposito menu particelle di Chronon rinvenute sul campo.Visione Temporale permette, come già visto altrove, di generare un impulso che evidenzia la posizione dei nemici, e si rivela utilissimo sin dalle prime fasi per pianificare attacchi nei confronti di gruppi di avversari ignari della nostra presenza.Blocco temporale, probabilmente il più caratteristico e spettacolare del lotto, consente di creare una bolla all’interno della quale il tempo si ferma: oltre a immobilizzare i nemici, consente di vomitare loro addosso il nostro intero caricatore, i cui proiettili li raggiungeranno in pieno viso non appena il tempo ricomincerà a scorrere.Schivata Temporale si rivela fondamentale in presenza di nemici multipli (quindi nella stragrande maggioranza dei casi), perché consente di sgusciare via da situazioni di pericolo a grande velocità, quasi teletrasportandosi dall’altra parte della stanza.Scudo temporale è un potere difensivo, che crea una bolla temporale all’interno della quale stazionare per ripararsi dai proiettili nemici e, se opportunamente potenziato, per godere di un effetto curativo supplementare rispetto a quello automatico, che, lo ricordiamo, ristora la salute completamente dopo qualche secondo. Infine, uno dei poteri offensivi più devastanti: Esplosione Temporale, che è quanto di più vicino possibile ad una granata a mezz’aria. Questo potere consente di caricare e rilasciare un piccolo buco nero, che esplode nel punto indicato infliggendo danni ingenti a tutti i nemici nelle vicinanze; la sua potenza è confermata dal fatto che il tempo di ricarica di quest’ultimo potere è il più lento di tutto il lotto.I tempi di cooldown di ogni abilità sono indipendenti, e questo consente di utilizzarle in contemporanea per creare delle combo devastanti e spettacolari, che spesso rappresentano l’unica via d’uscita da situazioni decisamente spinose.Fugati anche i dubbi sull’eccessiva facilità del titolo: pur non raggiungendo mai un livello di sfida assoluto, a partire dal terzo atto il gioco ci metterà di fronte a nemici immuni ad alcuni dei nostri poteri, e a gruppi eterogenei di avversari, che richiedono tattiche differenti per essere sconfitti, offrendo così sparatorie stimolanti nonostante i poteri da supereroe del nostro alter ego a schermo.Il consiglio, comunque, è di rigiocare i capitoli completati al massimo livello di difficoltà, così da godere al meglio dell’aggressiva intelligenza artificiale nemica e, magari, raccattare qualche documento extra lasciato indietro durante la prima run.
Discussioni inutili
Nell’anteprima di una decina di giorni fa non avevamo esitato a definire “ridicole” le polemiche sulla presunta risoluzione a 720p, giunte in rete da quando sono iniziati a circolare i primi dati tecnici sul prodotto Remedy: oggi, dopo aver visto tutto quello che il gioco ha da offrire (a livello tecnico e non), confermiamo tanto il nostro pensiero quanto l’aggettivo utilizzato.Come puntualizzato dal team di sviluppo, la risoluzione è variabile, e sebbene la base siano i 720p, spesso il gioco innalza la definizione a seconda dell’azione a schermo e del carico di lavoro che il motore grafico si trova a gestire: molte volte si passa ai 900p, ad esempio, e, nel mentre, il framerate è granitico, seppur bloccato a trenta frame per secondo.L’unica occasione in cui si è notato un calo nei frame è stato durante uno specifico checkpoint, con un rallentamento breve ma vistoso, che è però rimasto un episodio isolato durante tutte le ore di test, e come tale, non fa molto testo nel disegno generale.Gli effetti sono spettacolari: l’antialiasing dona pulizia all’immagine, un motion blur abbastanza pronunciato aggiunge dinamismo a scene d’azione già movimentate di loro, i particellari si dimostrano sempre convincenti, e, come anticipato, la modellazione poligonale di volti e personaggi è di primissimo piano.L’unico altro compromesso notato è rappresentato da fenomeni sparsi di pop in delle texture, con il livello di dettaglio che aumenta man mano che il giocatore si avvicina: parliamo di soluzioni rese necessarie dall’hardware ospite, di certo il meno performante della generazione (Wii U fa storia a sé), che comunque, oltre ad essere visibili solo ad un occhio particolarmente clinico, non inficiano minimamente l’esperienza di gioco.Fatte queste considerazioni sul versante tecnico, doverose ma non esaustive dell’aspetto di un titolo, veniamo al punto: Quantum Break è magnifico da vedere.Chi vorrà giocarlo a 1080p e con un framerate maggiore avrà a disposizione la versione PC Windows, ma l’utenza Xbox One, a nostro avviso, non ha nulla di cui lamentarsi.Anche durante le scene più spettacolari e caotiche il titolo non mostra segni di incertezze, sfoggiando una buona distruttibilità degli ambienti, effetti di luce particolarmente godibili e un buon comparto animazioni, con il solo protagonista che a volte denuncia una certa pesantezza nei movimenti.Con il senno di poi, considerando la presenza contemporanea di sette o otto nemici su schermo, la quantità di effetti da gestire e la frenesia delle scene d’azione, mantenere una risoluzione in full HD avrebbe richiesto sacrifici più visibili, e non avrebbe garantito al gioco l’aspetto che invece può vantare.Così com’è, alla faccia delle polemiche alimentate dagli integralisti dei 1080p, Quantum Break si piazza sul podio dei titoli più belli da vedere tra quelli disponibili per la console Microsoft.Molto bene anche l’audio, diviso tra un doppiaggio di alto livello e una colonna sonora che gioca a nascondino in alcune fasi, per poi prendersi la scena durante altre, poggiando su tracce note che faranno la felicità di moltissimi appassionati di musica.Altro elemento facilmente misurabile ma non per questo esaustivo dell’esperienza di gioco è rappresentato dalla longevità, quantificabile tra le otto e le dodici ore a seconda del numero di collezionabili, mail e documenti che il giocatore si soffermerà a cercare prima e leggere poi: considerando che per visionare tutto ciò che il titolo ha in serbo sono necessarie almeno un paio di run complete, ecco che la durata complessiva può essere promossa come tutto il resto del pacchetto.
– Esperimento narrativo ambizioso ed affascinante
– Valori produttivi stellari
– Sparatorie frenetiche ed adrenaliniche
– Grandi prove attoriali
– Un gran bel vedere su Xbox One
– Cover system rivedibile
– Formula innovativa, che va digerita dai più scettici
Quantum Break rappresenta il punto più alto che la narrazione applicata ai videogiochi ha toccato da diversi anni a questa parte e, contemporaneamente, una delle esclusive (console) più attraenti dell’intero catalogo di Xbox One.
Se nutrite un interesse anche vago per la narrativa, siete avidi lettori e consumatori di serie TV, o, semplicemente, non disdegnate uno sparatutto in terza persona che batte strade ultimamente poco frequentate, l’acquisto è non solo consigliato, ma praticamente obbligato.
L’ultima opera dei Remedy è molto di più della somma delle sue parti, e raggiunge tutti gli obiettivi che il team di sviluppo si era prefissato, senza compromessi, senza scorciatoie, e, soprattutto, senza QTE.
Un’opera non immune da difetti secondari (primo tra tutti il sistema di coperture), eppure follemente ambiziosa, che porta a compimento gli esperimenti nel campo dello storytelling che lo stesso team finlandese, i ragazzi di Telltale e David Cage hanno coltivato per anni.