Persona 3: FES
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a cura di Krauron
Le persone poco avvezze al genere dei Giochi di Ruolo penseranno che su PS2 esistano solo Final Fantasy e Dragon Quest. In effetti questi due brand si sono affermati oltre le più rosee aspettative, ponendosi come punto di riferimento “occidentale” per ogni possibile avversario. In realtà nella terra del Sol Levante la situazione non è proprio così. Nella patria dei GDR, si ritaglia un grande spazio la serie di Shin Megami Tensei, forse perché è riuscita ad umanizzare il concetto di gioco di ruolo, affiancando a elementi fantastici la quotidianità adolescenziale reale. In particolar modo questo Persona 3 FES, si pone come ulteriore approfondimento dell’omonimo capitolo, aggiungendo novità mica da poco. Scopriamole insieme.
Una brava PersonaRicapitolando un po’ la situazione per tutti i neofiti, la storia alla base dell’intricata trama che pian piano si articola, si fonda proprio sul concetto di “Persona” intesa come una particolare abilità dell’animo di alcuni umani a riuscire a contrastare gli Shadows, ombre che si nutrono dell’essenza degli esseri viventi portandoli in una sorta di completa apatia.Questa calamità si abbatte sull’umana specie nella cosiddetta “Dark Hour” una specifica ora atemporale e spaziale, compresa tra la mezzanotte e l’una, nella quale solo le persone capaci di cui sopra, riescono ad avvertire e fronteggiare la minaccia.Ovviamente tra questi ci siete anche voi, risultando non solo portatori di più Persona ma anche notevolmente abili nel mestiere. Questa sorta di “espressione fisica dell’animo umano” si traduce in vere e proprie entità che potrete comandare a vostro piacimento. Interpretatele come una sorta di evocazioni in stile Final Fantasy, con elementi liberamente potenziabili ed addirittura fondibili tra di loro. Già solo questa opportunità è il pilastro sul quale si regge buona parte del divertimento del gioco.Di fatto, allenarle, scovarne di nuove e fonderle è quasi assuefante, soprattutto per merito di uno stile impeccabile, che arricchisce di charme anche le prime Persona che visionerete. Lo scarto qualitativo in merito ad una meccanica in parte inflazionata da altre saghe, si ritrova proprio nel maniera nel quale renderete più forti questa sorta di mostruosità. Tutto si può riassumere nel termine “Social Link”, vero e proprio collegamento con l’altra parte del gioco che di amenità e onirico ha ben poco. Considerate il fatto che il vostro eroe è un semplice ragazzo, che deve adempiere ai suoi compiti di studente. Se nella Dark Hour potrete atteggiarvi a giustiziere della notte di Shadow, per tutta la mattinata vi toccherà comportarvi da studente più o meno modello. Alzatevi presto, seguite le lezioni, rispondete bene alle domande che può farvi il professore, chiacchierate con i compagni. Realizzare insomma tutto ciò che rientra nella normale vita sociale di un ragazzo e ciò vi porterà molteplici benefici a livello di statistiche e non solo.In fondo è normale: stringendo rapporti in maniera più forte con varie persone, riuscirete a potenziare il vostro animo, quindi la vostra Persona (chiamata così non a caso) di turno. E’ quindi strettamente consigliabile ritornare a casa con amici diversi, bere un caffè con una fanciulla che vi piace, o magari partecipare alle molteplici attività extracurriculari che la scuola vi propone. Purtroppo, nonostante a parole sembri tutto estremamente eccitante, a conti fatti non possiamo che storcere il naso di fronte ai binari prestabiliti che il gioco impone.Spesso infatti è lo stesso titolo a decidere chi dobbiate conoscere, cosa sia meglio fare, con chi tornare a casa dopo le lezioni. Una libertà dunque apparente, che apparentemente sembra lasciar spazio alle vostre idee, ma che vi vincola in maniera non assolutista ma di certo nemmeno leggera. Il tempo è poi costantemente scandito non solo da un calendario ma anche da scritte che vi annunceranno i vari momenti della giornata.Questa scelta, oltre ad angosciare oltremodo, vi impedisce di svolgere molteplici attività durante una stessa giornata. Decisione abbastanza discutibile.
La notte è piccola per noi, troppo piccolinaNella Dark Hour invece le cose cambiano. Gli Shadows sono tutti concentrati nella rinomata torre Tartarus, da scalare fino allo sfinimento.Il gameplay nudo e crudo è forgiato da un sistema di combattimento a turni, dove voi controllerete solo il vostro alter ego, mentre potrete soltanto impartire ordini basilari ai restanti componenti del gtuppo. Per rassicurarvi, vi informiamo che le battaglie non sono casuali, con dunque nemici visibili su schermo che addirittura potrete colpire in maniera inaspettata per iniziare la battaglia con un buon vantaggio.Il combattimento vero e proprio ha inoltre risvolti tattici, basandosi in maniera quasi totalitaria sulla vostra abilità nel riuscire a colpire l’avversario con la giusta evocazione, per il classico gioco degli elementi e delle rispettive debolezze. Se riuscirete (voi o i vostri compagni) in questo intento avrete diritto ad un colpo in più, mentre se tutti i nemici su schermo saranno stati colpiti nei loro talloni d’Achille, verrà attivato un colpo speciale che coinvolge tutti gli elementi del party.Mentre i primi nemici cadranno facilmente come foglie d’autunno, i successivi vi daranno filo da torcere in più di una occasione. Da questo punto di vista è un GdR che non perdona, non ammette debolezze di sorta e vi invita in maniera abbastanza brusca ad utilizzare al meglio le potenzialità dei vostri alleati.Non ci saranno maghi neri a salvarvi, né maghe bianche a curarvi: sbagliate mossa e presto vi ritroverete in netto svantaggio.Il limite maggiore di questi combattimenti riguarda forse la stessa ripetività dell’ambientazione, che potrebbe scoraggiare appassionati in erba.I labirintici piani sempre diversi e la varietà dei mostri, è una magra consolazione rispetto ad una claustrofobica sensazione di chiuso e di dèjà vu.Pure lo stesso ritmo di gioco, è abbastanza lento, ragionato e forse non proprio adatto a tutti. tuttavia il coinvolgimento è alto, è la vostra immedesimazione con l’eroe che muoverete risulterà davvero ben riuscita.
Una Persona evolutaPersona 3 è tutto sommato ciò che vi abbiamo appena descritto in precedenza, colto nei suoi pregi e difetti. Questa edizione FES tuttavia non si limita ad aggiustamenti di contorno, o qualche piccola miglioria in più, ma risulta quasi essere un sequel a sé stante.Parliamo di nuovi costumi, svariate missioni inedite, ulteriori Persona, molteplici filmati e tracce musicali completamente inedite, una difficoltà ancora più elevata e soprattutto un più comodo sistema di gestione delle armi.Come se tutto questo già non giustificasse l’acquisto ad occhi chiusi per i fan, eccovi il colpo a sopresa: altre trenta ore di gioco aggiuntive (per un totale di centoventi ore!), con eventi collocati temporalmente subito dopo gli accadimenti di Persona 3 e con un nuovo eroe da guidare. Unìoccasione quindi ghiottissima per tutti, che rende idealmente questo titolo un Persona 3.5.Da un punto di vista grafico, il gioco non è promosso per via di chissà quali virtuosismi, ma per uno stile tutto suo che intriga già al primo sguardo.I modelli poligonali infatti non stupiscono per dettaglio né per rifinitura, ma risultano ben caratterizzati ed accattivanti. Estremamente notevole la scelta di voler distinguere cromaticamente il momento scuola da quello della Dark Hour, con un deciso passaggio da tinte chiare e solari a colori scuri e tetri.La stessa filosofia è stata adottata anche per il comparto audio, con una colonna sonora particolarmente pregevole nei suoi toni lirici.In definitiva il gioco risulta molto bilanciato e supportato da un gameplay valido e convincente, che riesce a farlo apprezzare rendendolo divertente e assai duraturo.
– Chiamatelo Persona 3.5
– Sempre avvincente come un tempo
– Ha classe da vendere
– Può soffrire di ripetività
– Troppo pilotato
– Non per tutti
8.3
Persona 3 FES è consigliato a tutti i veri amanti di GDR, mentre è un vero e proprio imperativo per tutti gli amanti della saga, considerata l’enorme mole di novità introdotte. Impegnativo, divertente ed estremamente cool, questo titolo pecca paradossalmente solo in un livello di tradizionalismo troppo alto nella interpretazione pragmatica delle sue idee così innovative.
Meno filosofeggiante di alcuni titoli recenti, ma più “umano” di un qualunque Final Fantasy, grazie ad una struttura ben sviluppata che lo rende un titolo da prendere in seria considerazione per PS2. In sostanza Persona 3 FES o lo si ama o lo si odia. Noi lo amiamo, voi fate le vostre valutazioni.