Moss è un gioco che trasuda amore da tutti i pori, dalla sua ambientazione fiabesca, alla sua irresistibile protagonista, una topolina di come Quill, che ci ha già colpiti in positivo durante la nostra priva prova, che aveva coperto i primi trenta minuti di gioco. Oggi possiamo finalmente parlarvi di ciò che viene dopo quella breve introduzione, e siamo pronti a dare il nostro giudizio finale sulle avventure di Quill.
Una topolina ed un lettore
Il mondo di Moss è chiaramente ispirato alle numerose produzioni letterarie di stampo high fantasy. Abbiamo un regno in pericolo, uno zio scomparso, una protagonista che deve intraprendere un viaggio più grande di lei. Niente di nuovo, dunque, ma Moss riesce comunque a narrare una storia degna di essere ascoltata. Forse per via di Quill, la topolina antropomorfa che ci ha un po’ ricordato il fumetto La guardia dei topi di David Petersen. O forse per via del ruolo che il giocatore ha nella storia. Sì, il giocatore fa la sua comparsa all’interno della trama: noi impersoneremo infatti un misterioso lettore che, sfogliando le pagine di un libro intitolato Moss, potrà intervenire personalmente all’interno della storia, interagendo con Quill, che diventerà di fatto la nostra compagna di avventure. Ad impreziosire il comparto narrativo c’è la voce narrante: una sola voce femminile si occupa di raccontare gli eventi e dar voce ai personaggi, dando l’impressione di trovarsi ad ascoltare l’audiolibro di una fiaba. Vi ricordiamo che il gioco non è stato tradotto in italiano, ma fortunatamente sono presenti i sottotitoli in inglese che potranno aiutare quelli che hanno una conoscenza almeno basilare della lingua.
Il grazioso comparto visivo fa da eco alla storia, costruendo un mondo fantastico che sembra uscito dalle pagine di un libro illustrato per bambini. Foreste lussureggianti si alternano ad ombrose caverne e misteriosi templi, dando vita ad un’ambientazione di cui è semplicemente impossibile non innamorarsi. La resa visiva è molto buona, anche se, purtroppo, l’effetto blur su Playstation VR è piuttosto accentuato in alcuni livelli. Nonostante ciò, il gioco non soffre di particolari singhiozzi, e si classifica come una delle migliori esperienze visiva su PS VR. Anche il comparto audio è degno di nota: le colonne sonore sono in sintonia con l’atmosfera fiabesca di Moss, ma sono piacevoli da ascoltare anche al di fuori del contesto ludico.
Avventuriera solitaria
Potremmo definire Moss come un puzzle game con elementi platform ed action. Il suo cuore pulsante, infatti, è l’elemento puzzle: dovremo guidare Quill attraverso diversi livelli dalla durata tutto sommato breve, densi di enigmi mai troppo complessi. Il gioco viene presentato con una visuale dall’alto, in modo da avere tutto il livello di fronte a sé in qualsiasi momento: perlopiù, dovremo muovere la testa per seguire Quill nel momento in cui si inoltrerà in anfratti oscuri in cui non sarebbe visibile altrimenti. Quill ha a disposizione due mosse: salto ed attacco. Saper calibrare bene i salti della topolina è fondamentale per la sopravvivenza, visto che molti enigmi sono intervallati da fasi platform che mettono in serio pericolo la vita di Quill. Gli enigmi, come abbiamo detto, non sono mai complessi, e si tratta perlopiù di scovare leve, interruttori e simili al fine di sbloccare il passaggio allo schema successivo. In molte occasioni il giocatore potrà intervenire sul mondo di gioco: nello specifico, alcuni oggetti possono essere spostati o ruotati muovendo la sfera blu, che rappresenta il nostro fido Dualshock 4, ed afferrandoli con R2. Purtroppo, in certe occasioni ci sono dei problemi di rilevamento, che rendono afferrare un oggetto un compito molto più arduo del previsto. Dopo qualche scema piuttosto tranquillo, fanno la loro comparsa i primi nemici: insetti in grado di danneggiare Quill, che dovrà difendersi con la sua spada. Il combattimento è piuttosto semplice, e si basa su un semplice schema di attacco e schivata. I nemici, però, non sono soltanto ostacoli: possono infatti essere bloccati tramite la sfera blu, ed in alcuni casi potremo utilizzarli per risolvere gli enigmi dei livelli, ad esempio facendoli spostare su degli interruttori a pressione. Il combattimento pecca forse di semplicità, spiegabile con il fatto che Moss vuole essere un gioco aperto a tutti, anche ai novizi. Purtroppo, i combattimenti possono essere comunque resi frustranti dai problemi di rilevamento di cui parlavamo prima: non solo perché afferrare i nemici per bloccarli e renderli momentaneamente inoffensivi diventa ostico, ma anche per come è stato gestito il sistema di cura di Quill. La topolina può subire tre colpi, ma può essere curata in qualsiasi momento dopo averla illuminata con la sfera blu: a causa dei problemi di rilevamento, però, ci siamo trovati a morire diverse volte per non essere riusciti a posizione in tempo la sfera su Quill. Niente di trascendentale, comunque: non ci vorrà molto per uscire dalle situazioni più pericolose, ed i titoli di coda scorreranno dopo circa cinque ore di gioco.
– Atmosfera fiabesca incantevole
– Buon comparto tecnico
– Divertente ed equilibrato
– Qualche problema di rilevamento
– L’effetto blur è molto presente in alcuni livelli
– Il sistema di combattimento poteva essere affinato
Moss conferma, al netto di alcuni difetti, le ottime impressioni che ci aveva dato durante la nostra prima prova: Polyarc ha confezionato un puzzle game sopraffino, che fa dell’atmosfera fiabesca e dell’irresistibile protagonista della storia il suo punto di forza. Se possedete Playstation VR, avete il dovere di dare almeno una possibilità alle avventure di Quill: non ve ne pentirete.