Recensione

Metal Gear Solid HD Collection

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a cura di drleto

La saga di Metal Gear è una delle colonne portanti della videoludica moderna, oltre che una delle principali artefici dell’affermazione di Sony quale produttrice di hardware di successo. La creatura di Hideo Kojima infatti, nonostante sia nata nel 1987 su MSX2, ha raggiunto la gloria solo nel 1998 grazie a Metal Gear Solid, sulla prima Playstation. Da quel momento in poi Kojima è entrato prepotentemente nell’Olimpo dei personaggi più influenti e carismatici dell’industria ed ogni suo lavoro è stato seguito e amato da intere legioni di fan, mai sazie del suo istrionico modo di raccontare le storie e delle sue idee mai banali.A distanza di 25 anni dal debutto, la serie Metal Gear torna sulle nostre console, questa volta non con un episodio inedito, ma sottoforma di collezione in alta definizione di tre dei suoi capitoli principali, contenenti al loro interno persino i due episodi bidimensionali originali.

Metal Gear Solid 3: Snake EaterA detta di molti il capitolo più bello della serie. Nei panni di John Senzanome vivrete le vicende che hanno portato alla nascita del leggendario Big Boss. Nella timeline della saga Metal Gear Solid 3: Snake Eater è il primo capitolo, essendo ambientato nel 1964, nonostante sia giunto nei negozi a cavallo del 2005. La versione qui riproposta è quella conosciuta come Subsistence, nella quale Kojima ha eliminato definitivamente la telecamera fissa per dare al giocatore la libertà di muovere la visuale, elemento fondamentale per la fruibilità del gameplay, ambientato questa volta in ampi spazi aperti.Siamo nel bel mezzo della Guerra Fredda e Naked Snake è incaricato di recuperare il Dottor Sokolov, tenuto prigioniero all’interno di una fabbrica abbandonata in Russia. Ovviamente le cose non andranno come sperato e da questa missione partirà una vicenda carica di emozioni, nella quale conosceremo l’origine di alcuni personaggi storici tra cui Ocelot, combatteremo alcune delle battaglie più originali e memorabili degli ultimi anni (lo scontro finale o quello con The End sono esempi grandiosi), ma soprattutto verremo messi di fronte all’inutilità dell’ennesimo conflitto bellico, allo scontro tra la propria morale, il dovere e l’amore.Dal punto di vista del gameplay questo è l’episodio più complesso, per via della necessità di alimentarsi a intervalli regolari e di curarsi le ferite per sopravvivere, e per l’introduzione del concetto di mimetismo, che sarebbe in seguito diventato fondamentale per le meccaniche stealth della serie. Gli sviluppatori, fedeli alla missione di offrire una riedizione in alta definizione, non hanno fatto nulla per stemperare la rigidità dei controlli, alcuni difetti della telecamera o alcune limitazioni nella fruibilità del gameplay, ma si sono limitati a rifinire il motore grafico che ora, grazie al Full HD e alla stabilità del framerate rifulge in tutto il suo splendore. Metal Gear Solid 3: Snake Eater esalta ancora per le scelte registiche, le esagerate evoluzioni, il design e la caratterizzazione dei personaggi, senza considerare il lato sonoro che grazie alle musiche di Harry Gregson-Williams e ad attori come David Hayter è praticamente immortale. Anzi, mostra addirittura un deciso miglioramento grazie alle nuove codifiche digitali. Scesi a patti con i controlli e con la perdita della componente online presente su Playstation 2, quello che resta è una delle migliori esperienze videoludiche di sempre, da rigiocare con gioia o da completare almeno una volta per cultura personale.

Metal Gear Solid: Peace WalkerNonostante sia nato su PSP nel 2010, Metal Gear Solid: Peace Walker è un capitolo che non ha nulla da invidiare a quelli per console casalinghe, grazie all’ottimo gameplay, forse il più fresco e moderno di questa Collection, alla storia toccante e all’online cooperativo e competitivo che danno al camminatore della pace un forte carattere. Nella Costa Rica del 1974 riprenderemo il controllo di Naked Snake, ormai universalmente conosciuto come Big Boss, impegnato in una missione per scongiurare l’ennesimo pericolo atomico dell’epoca. Al comando di un intero esercito di mercenari non solo dovremo partecipare attivamente alle missioni, anche in compagnia di altri tre amici da invitare (o giocatori trovati tramite matchmaking), ma dovremo gestire anche la nostra base, ricercando nuovo equipaggiamento o reclutando nuovi alleati. Dal punto di vista del sistema di gioco, Metal Gear Solid: Peace Walker è l’episodio più moderno: grazie al doppio analogico dei pad di Xbox360 e PS3, i controlli sono estremamente flessibili, non molto diversi da quelli di un moderno sparatutto in terza persona o di Metal Gear Solid 4. Per quanto riguarda il comparto tecnico il lavoro svolto dalla Kojima Productions riesce a non sfigurare anche su un pannello da 40 pollici, nonostante mostri una certa povertà nelle textures, e alcuni limiti nella fisica e nelle compenetrazioni tra i corpi. La scelta di usare fumetti animati (con tanto di saltuari Quick Time Event) al posto delle classiche cut scene contribuisce a mascherare le limitazioni tecnologiche della console d’origine, per merito di disegni dallo stile davvero ben riuscito. La recitazione e le musiche sempre d’alto livello ovviamente aiutano.Un episodio da riscoprire ed apprezzare al pari degli altri della serie, che molti hanno “mancato” a causa della sua natura di gioco per console portatile. Peacewalker è un tassello fondamentale dell’affresco di Kojima.

Metal Gear e Metal Gear 2: Solid SnakeAll’interno di Metal Gear Solid 3: Snake Eater troverete Metal Gear e Metal Gear 2: Solid Snake. Questi due gioiellini dell’epoca 2D, ambientati negli anni ’90, sono i primi lavori di Kojima e rappresentano il debutto assoluto di Snake. Nel disco li troverete completamente riadattati in italiano. Già ai tempi il background vantava una complessità lodevole, che avrebbe fatto da solida base al primo indimenticabile capitolo 3D. Nonostante il salto nel passato sia netto, scoprirete giocandoci come molti, se non quasi tutti gli elementi di base erano già presenti, forse semplificati, ma pur sempre capaci di tracciare la linea che il brillante producer giapponese avrebbe seguito negli anni successivi. Lunghi dialoghi tramite ricetrasmittente, fasi stealth, radar disturbati una volta scoperti, e le immancabili sigarette. Due classici che pochi hanno avuto il piacere di provare vista l’età, da giocare con un po’ di nostalgia per scoprire le radici della serie.

Metal Gear Solid 2: Sons of LibertyL’episodio più controverso di sempre, per via “dell’inganno” che Kojima tira ai suoi utenti. Solid Snake, l’eroe della serie, il personaggio più amato compare solo nel prologo e verso la fine del gioco per lasciare il campo a Raiden, impacciato bishounen biondo, completamente diverso dal freddo e implacabile Solid Snake. Nonostante questa “sorpresa”, narrativamente l’episodio ha carattere (anche se la trama è molto confusionaria e ha necessitato di ore e ore di scene animate per essere conclusa degnamente nel capitolo finale), presenta avversari memorabili, scene spettacolari e un protagonista che lentamente, ma inesorabilmente svela le sue qualità, fino a diventare la macchina da guerra vista nel quarto episodio, e che interpreteremo in Rising. Giocato nel 2012 Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty dimostra di essere comunque l’episodio invecchiato peggio, per via della telecamera fissa e un gameplay troppo rigido per essere amato incondizionatamente. Senza considerare che le routine comportamentali avversarie e alcune scelte di design sottolineano ancor di più l’età del gioco. Rimane con i suoi interminabili dialoghi, i personaggi fuori dagli schemi e alcune scelte discutibili l’episodio più folle, originale e personale di tutta la serie, quello sul quale discutere con gli amici, che non metterà mai d’accordo se non per una grande verità: va giocato.

– Tre capolavori in alta definizione

– Controlli migliorati e online in Peace Walker

– I primi due storici episodi per MSX2

– Alcuni elementi del gameplay sono invecchiati male

– Eliminato il multiplayer di Snake Eater

9.0

La Metal Gear Solid HD Collection è un’opera che tutti i videogiocatori dovrebbero possedere, in quanto racchiude al suo interno cinque capitoli di una delle saghe più amate ed influenti di sempre.

Nonostante all’appello manchi l’immortale Metal Gear Solid, avrete comunque la possibilità di emozionarvi nuovamente con Snake Eater, di riscoprire Peace Walker e di rigiocare Sons of Liberty, l’episodio più chiacchierato di tutti, senza considerare che gli amanti dei retrogame godranno all’infinito per la presenza dei due episodi per MSX2, già ai tempi scintillanti nella chiarezza del concept, che sarebbe stato sviluppato negli anni successivi. Il prezzo leggermente ribassato, l’enorme offerta ludica e l’importanza storica dei giochi proposti dovrebbero essere motivi sufficienti per spingere ogni giocatore a possedere il pacchetto.

Voto Recensione di Metal Gear Solid HD Collection - Recensione


9

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