Su Max Payne 3 ci siamo già espressi, elogiandone qualità e pregi, nella nostra corposa recensione delle versioni Xbox 360 e PS3. A distanza di un paio di settimane da quel momento Rockstar ha rilasciato anche l’edizione per PC che, pur non presentando alcuna modifica sotto l’aspetto meramente ludico, era attesa per capire quale sarebbe stato il lavoro sotto il profilo del comparto tecnico.La potenza delle attuali configurazioni hardware portava lecitamente a pensare che gli sviluppatori progettassero un motore grafico ad-hoc e non si limitassero a una mera conversione come fatto, ad esempio, per GTA IV e successivamente per L.A. Noire. E così, fortunatamente, è stato.
Il dramma di Max è una gioia per gli occhiBastano pochi secondi del filmato del primo capitolo per capire che Max Payne 3, su PC, è la classica visione da mascella slogata, di quelle da condividere con gli amici per vantarsi.Rockstar non ha in realtà creato nulla di nuovo, limitandosi saggiamente ad affidarsi a due tecnologie vincenti e già ampiamente testate dalla concorrenza. Il Rage Engine e l’Euphoria Physics vengono spremuti come mai, probabilmente, era stato fatto fino ad ora regalando una resa visiva in grado finalmente di far impallidire i possessori delle controparti console.La chiave del successo è da ricercarsi nel supporto completo alle DirectX 11. Il primo vantaggio che ne deriva è la possibilità di sfruttare la Tessellation, ovvero l’ottimizzazione delle texture. Dietro a questo astruso inglesismo si nasconde un metodo in grado di aumentare notevolmente il livello di dettaglio delle superfici senza realizzare texture enormi e, di conseguenza, senza gravare sulla GPU. Grazie a questo accorgimento Max si vendica e semina morte in ambienti dalla modellazione poligonale sopraffina e dalla ricchezza di dettagli disarmante, senza mai cedere in fluidità o mostrare fastidiosi effetti come renderizzazioni ritardate.Un altro effetto portato dalle DirectX 11 è la cosiddetta occlusione ambientale: la tecnica HBAO (Horizon-Based Ambient Occlusion) permette di incrementare la sensazione della profondità e della curvatura dell’immagine grazie ad un algoritmo di approssimazione della quantità di luce. Già vista in passato in Crysis e, più di recente, in Batman: Arkham City, l’occlusione ambientale si adatta perfettamente agli scenari Max Payne: la contraddizione cromatica e dimensionale tra il lusso e la povertà, tra la ricchezza e la disperazione che permea la città di San Paolo ne esce enfatizzata, sia quando si prende parte alle ipocrite feste su terrazze dalla vista a perdita d’occhio, sia quando ci si perde negli angusti vicoli delle favela.Per quanto riguarda l’aliasing, difetto evidentissimo su Xbox 360 e PS3, Rockstar si è affidata ovviamente al Multisampling Anti-Aliasing (MSAA), da attivare insieme ad un filtro elevato. La pulizia dell’immagine, settato tale parametro a 16x, è inattaccabile e permette al giocatore di spingere lo schermo ad altissime risoluzioni senza sacrificare la qualità complessiva.
Per tutti, o quasiMa cosa serve, concretamente, per godere di cotanta abbondanza? Sorprendentemente, non occorre per forza possedere un computer ninja, bensì è sufficiente una configurazione media con, ovviamente, una scheda video compatibile DirectX 11. Conditio sine qua non per attivare gli effetti descritti poco sopra è avere 1GB di RAM a supporto della GPU. Il menu delle opzioni, da questo punto di vista, è severo: attivare un’impostazione significa “spendere” una certa percentuale di RAM, calcolata a grandi linee dal menu stesso. Superare la propria soglia significa vedersi bloccare le restanti opzioni.Chi ha una scheda video meno recente con 512 MB di RAM, dunque, dovrà necessariamente sacrificare qualche lusso visivo sull’altare della fluidità, rinunciando magari al MSAA e ripiegando sul meno performante ma più leggero FXAA e su una versione precedente delle Direct X.Spendendo un po’ di tempo nel menu e facendo un paio di prove, comunque, si può arrivare facilmente ad un compromesso più che accettabile. Il lavoro di Rockstar è stato infatti egregio anche nell’ottimizzare il motore in modo da renderlo scalabile e adattabile a tutte le esigenze, mantenendo un frame rate sempre eccellente. Se su console la punta massima è di 30 FPS (con diversi cali, soprattutto su PS3), su PC si può tranquillamente arrivare a 50 se non, con configurazioni adeguate, ai fatidici 60 frames per secondo. Tutta un’altra storia.
Un ritorno tanto attesoSpeso il dovuto spazio a descrivere il comparto tecnico, è giusto dedicare le restanti righe a ciò che è il gioco, nonostante come detto ci troviamo di fronte alla trasposizione esatta di quanto visto su console.Il gameplay classico di Max Payne torna in questo terzo episodio senza rinnegare il passato, riproponendo anzi alcune scelte reputate antiquate, e quindi abbandonate, da molti prodotti concorrenti. Prima fra tutte la conferma degli antidolorifici: Max, quando ferito, non recupera salute gradualmente come in Call of Duty o in Gears of War, bensì deve ingurgitare un barattolo di quei painkiller tanto agognati nei vecchi episodi e sempre nascosti in modo coerente nei livelli.Il bullet-time, grazie al motore fisico Euphoria Physics, assume uno spessore tutto nuovo e diventa un’arma fondamentale più che un mero orpello per spettacolarizzare l’azione. Al bullet-time è stato affiancato un sistema di copertura non molto originale ma interessante e funzionale, utilissimo vista l’enorme quantità di nemici con cui dovremo confrontarci in diverse fasi dell’avventura. La campagna single-player, infatti, è adrenalinica e carica d’azione e condita da una difficoltà mediamente alta. Già a livello “normale” dovrete sudare le proverbiali sette camicie per vedere i titoli di coda, pur non rischiando mai di scadere nella frustrazione.Certo, qualche difettuccio non manca: il multiplayer è accessorio e soffre di alcuni bug di gioventù, che si sperano vengano risolti presto, e i più affezionati all’atmosfera noire che permeava i primi due episodi potrebbero rimanere delusi dalla svolta più colorata e festaiola di molti scenari brasiliani. Inoltre, a parte un Max sempre più caratterizzato, realistico e spiazzante nel suo cinismo, mancano quelle figure carismatiche che in passato rispondevano ai nomi di Mona Sax e Jack Lupino, e che oggi non trovano degni successori. Considerato l’alto livello di difficoltà, poi, si poteva concepire meglio il sistema di salvataggio a check-point, metodo che peraltro i giocatori PC tradizionalmente mal digeriscono.Sono critiche dovute ma che non vanno ad intaccare in nessun modo la bontà globale del titolo. Gli appassionati della saga hanno tra le mani un seguito di assoluto valore, un gioco divertente e duraturo, impegnativo e spettacolare, crudo e cinico. Un Max Payne a tutti gli effetti.
HARDWARE
Requisiti minimiOS: Windows 7/Vista/XP PC (32 or 64 bit)CPU: Intel Dual Core 2.4 GHZ or AMD Dual Core 2.6 GHZ, or betterRAM: 2GBGPU: NVIDIA® GeForce 8600 GT 512MB RAM or AMD Radeon™ HD 3400 512MB RAM
Requisiti consigliatiOS: Windows 7/Vista (32 or 64 bit)CPU: Intel i7 Quad Core 2.8Ghz or AMD equivalentRAM: 3GBGPU: NVIDIA® GeForce 480 1GB RAM or AMD Radeon™ HD 5870 1GB RAM
MULTIPLAYER
Presente
– Motore grafico eccezionale e scalabile
– Max è sempre Max
– Gameplay solido e divertente
– Impegnativo e soddisfacente
– Il sistema di salvataggio a checkpoint su PC stona
– Multiplayer solo accessorio e non privo di problemi
9.0
Max Payne 3 in versione PC raggiunge l’apice della forma, mostra i muscoli e sbalordisce il giocatore in possesso di un buon hardware con una resa grafica di fronte alla quale le versioni per console impallidiscono. Con un utilizzo sapiente delle DirectX 11 e del Rage Engine Rockstar ci stupisce per l’ennesima volta e si dimostra in grado di andare oltre il mero porting (GTA IV e L.A.Noire ancora bruciano), progettando un motore che sembra quasi una prova generale in vista della nuova generazione. Per chi ne ha la possibilità, questo è sicuramente il miglior modo di vivere il terzo drammatico capitolo della storia di Max. Un romanzo noire che, in fondo, è nato proprio su PC e su PC prosegue il proprio naturale percorso.