Recensione

Max Payne 3

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a cura di FireZdragon

Alcuni personaggi hanno davvero lasciato il segno nel mondo videoludico ed è proprio per questo motivo che abbiamo approcciato questa recensione non solo in maniera quasi reverenziale ma anche con gran timore. Ritrovarsi a dover giudicare il ritorno di Max Payne non è certo cosa da poco, soprattutto se pensiamo all’importanza che questo ha avuto per i giocatori con qualche annetto sulle spalle. Accompagnato ai tempi da un gameplay da urlo, dallo spettacolare bullet time e da uno studio del protagonista da parte di Remedy davvero profondissimo e altrettanto inusuale per i tempi, non è quindi difficile comprendere quanto Max sia stato fondamentale per il gaming moderno e come sia riuscito a scavare solchi profondissimi nel cuore di ogni videogiocatore con cui è entrato in contatto. Una presenza dunque importantissima e al contempo difficile da gestire, soprattutto se pensiamo a tutti quei nomi noti che negli anni sono stati massacrati da produttori e sviluppatori in cerca di facile guadagno, capaci solo di sfruttare titoli di richiamo per attirare attenzioni e fare cassa. Per la fortuna di tutti gli amanti dei videogame però, il buon Max è finito nelle capaci mani di Rockstar che, come da tradizione, ha profuso una cura nel prodotto e nello sviluppo del personaggio quasi maniacale, confermando per l’ennesima volta che la compagnia angloamericana i giochi li sa fare, e li sa fare dannatamente bene.Non esiste un nuovo Max, c’è solo Max PayneMax è cambiato, ce lo dice l’incipit di questo terzo capitolo. La testa rasata, l’abbandono di impermeabile e giacca in favore di una canotta macchiata dal sangue delle vittime e un monologo introspettivo sull’importanza del denaro ce lo sbattono chiaramente in faccia. Ai nostri piedi un uomo dolorante, le cui ustioni lo ricoprono completamente e un arto sembra essergli stato strappato letteralmente via da un’esplosione. Siamo freddi, cinici e impassibili in volto. Max è cambiato. In una maniera troppo repentina per ricollegarlo in fretta all’ultima volta che lo avevamo impersonato, fatichiamo ad entrare nel suo essere, a cercare di comprendere cos’è accaduto. Qualcosa di profondo è mutato e non ci è dato saperlo.Ad un tratto l’incertezza e quella paura di non riconoscere più il nostro eroe dopo dieci anni di assenza svaniscono completamente. Basta un solo flashback per portarci indietro di qualche giorno e tutto torna, tutto si fa più chiaro. Max è di nuovo davanti ai nostri occhi, la barba incolta non è sufficiente a nascondere il suo vero essere, il taglio di capelli ordinato e la giacca sono il suo marchio di fabbrica anche se è la calda città di Sao Paulo ad attenderci e non la fredda New York alla quale eravamo abituati. Ci troviamo in Brasile, come guardia del corpo privata dell’altolocata famiglia Branco, della quale Rodrigo tiene salde le redini. Da subito il titolo ci mostra una città divisa in maniera netta tra ricchezza e povertà, tra sfarzo e corruzione, tutto dannatamente chiaro dall’attico di uno dei palazzi più alti della città. Una perdizione che sembra averci travolto in pieno, facilitata dalla nostra passione per l’alcool, per gli anti dolorifici e da ricordi che ancora fanno troppo male.A quanto pare è questo dunque il nuovo incarico di Max e al nostro fianco c’è Raul Passos, amico di vecchia data ed ex collega dai tempi dell’accademia di polizia. I dettagli forniti inizialmente sono pochi e non sufficienti a spiegare cosa sia successo in tutti questi anni ma la narrativa, da qui a poco, inizierà a correre velocemente e tutto, attraverso ben quattordici livelli di gioco per una durata complessiva di oltre dieci ore, verrà rivelato in maniera incredibilmente completa.Una storia entusiasmante, che si dipana attraverso continui sbalzi temporali, in grado di seguire le gesta di un Max ancora invischiato nei problemi della malavita del New Jersey dalle ambientazioni scure e malinconiche e alternarle alle strade colorate, ma sempre dai toni seri e maturi, delle favelas brasiliane.A Max Payne 3, narrativamente parlando, non manca proprio nulla e la voglia di restare incollati allo schermo per capire e comprendere tutte le diverse sfaccettature della storia saprà tenervi attenti per tutta la sua interezza, riuscendo a non calare mai di ritmo o a far perdere interesse. La trama può essere inoltre goduta appieno senza aver giocato ai due capitoli precedenti, anche se vi consigliamo ovviamente di recuperarli e assaggiare un pezzo di storia videoludica. Il rapimento di Fabiana, moglie di Rodrigo, è la causa scatenante del tutto, un déjà vu troppo significativo per passare come una semplice nuova pagina nera nella storia di Max. Un’altra volta la vita di una donna è in pericolo e la mente salta veloce a dieci anni fa quando nostra moglie Michelle è stata brutalmente uccisa. Anche allora non avevamo potuto nulla. Questa volta siamo determinati a fare in modo che le cose vadano diversamente.Time of Bullet Time!E’ possibile affrontare la modalità giocatore singolo di Max Payne 3 scegliendo tra i tre classici livelli di difficoltà, a cui se ne aggiungono due ulteriori (Hardcore e Vecchia Scuola) una volta portato a termine il titolo in Difficile. Già in Normale il gioco saprà tuttavia tenervi impegnati e risulterà, per la maggior parte dei giocatori, un’esperienza più che soddisfacente. Rockstar, ignorando bellamente le mode del momento e le semplificazioni eccessive dei titoli più recenti, si affida al passato per quanto riguarda l’interfaccia e la rigenerazione della salute. La prima è assolutamente minimalista, e presenta unicamente la sagoma del buon Max che si colorerà di rosso in base ai danni subiti, le munizioni in vostro possesso e l’adorato indicatore di adrenalina indispensabile per entrare in modalità Bullet Time. Per quanto riguarda la rigenerazione automatica, invece, questa è presente solo in minima parte, permettendovi di ripristinare unicamente solo l’ultimo 10% di salute. Se vorrete curarvi del tutto sarete costretti ad usare i painkiller, presenti in numero estremamente limitato nei vari livelli e spesso nascosti in stanze secondarie o dietro banconi e scrivanie.Il sistema di gioco rimane pressoché invariato rispetto ai suoi predecessori, con Max capace di gettarsi nella mischia con un balzo, attivare lo Shoot Dodge ed eliminare diversi nemici prima di ricadere a terra. A tal proposito troviamo poco sensata la decisione di introdurre il danno da caduta durante le evoluzioni, decisamente controcorrente al taglio altamente cinematografico dei combattimenti. Ad eccezione di questa piccola sbavatura, il gameplay ormai rodato negli anni e già apprezzato viene arricchito con diverse novità: la prima è il nuovo cover system, feature che dà la possibilità a Max di appostarsi dietro un riparo e sparare all’impazzata senza esporsi in maniera eccessiva. La volontà degli sviluppatori tuttavia è stata quella di offrire delle coperture solo momentanee e necessarie a tirare il fiato per qualche secondo prima di lanciarsi nuovamente in piena bagarre. Scordatevi quindi di poter rimanere dietro una colonna e sterminare decine di nemici, poiché gli ostili verranno ben presto a stanarvi sfruttando buone routine di attacco e movimento. Tattiche di accerchiamento e bombe a mano sono all’ordine del giorno e la scelta di rendere distruttibile praticamente qualsiasi riparo incide in maniera significativa sulla dinamicità degli scontri, inserendo così un nuovo elemento al gameplay ma mantenendo al contempo l’impronta classica della serie. La seconda grossa novità risiede invece nella possibilità di portare con sé esclusivamente tre armi: un fucile e due pistole o armi automatiche. Queste potranno come sempre essere impugnate in dual wield, anche se potranno essere di tipo differente. Non saremo più costretti quindi a girare con due revolver o due mitra ma potremo alternarli tra loro e mischiare i diversi ratei di fuoco e potenza. Per scegliere l’arma da impugnare avremo ora a disposizione un comodo menu a ruota, estremamente immediato e funzionale.

Boom HeadshotTre anche le modalità di mira, da quella assistita alla full manual. Quest’ultima sicuramente è la più apprezzabile e che riesce a rendere al meglio tutto il lavoro dei ragazzi di Rockstar. E’ infatti stupendo vedere come grazie al motore Euphoria ogni singolo colpo sparato dalla nostra bocca da fuoco vada ad impattare in maniera convincente contro il corpo del bersaglio, sbalzandolo all’indietro o facendogli perdere l’equilibrio. Tutto ciò viene accentuato dalle kill cam, che si attiveranno quando si ucciderà l’ultimo nemico di un “blocco”, sancendo tra le altre cose un salvataggio automatico, o nel caso in cui saremo in procinto di morire.In questa specifica situazione se possiederemo ancora qualche painkiller nella nostra riserva potremo aprire il fuoco un’ultima volta verso il nostro uccisore, e se questo dovesse andare a segno torneremo in salute mentre vedremo la nostra nemesi accasciarsi in una pozza di sangue. Per accentuare la spettacolarità della scena è possibile rallentare la visuale e continuare a sparare anche dopo che il primo colpo ha fatto centro, sfogando la nostra rabbia e la sete di vendetta sul malcapitato di turno.

Storie di vita vissutaUna delle cose che più ci ha colpito di Max Payne 3 è l’evoluzione interiore ed esteriore del protagonista. Solitamente siamo abituati a metterci nei panni di un personaggio e portarlo fino al termine della storia senza cambiamenti radicali della sua personalità né tantomeno del suo aspetto, soprattutto se si tratta di una figura come quella di Max. Questa volta invece il mutamento è evidente, notevole e lascia il segno. Vedere Max fatto a pezzi interiormente nel New Jersey, accompagnarlo in Brasile distrutto dall’alcol e dal fumo, e osservarlo rasarsi a zero come punto di svolta ci ha fatto riflettere. Ogni difficoltà superata e ogni boccone amaro mandato giù gli hanno concesso di avvicinarsi sempre di più alla pace interiore tanto bramata. Per ogni passo fatto in questo senso il suo aspetto esteriore è mutato, a partire dai più piccoli tagli, passando da cicatrici profonde fino ad arrivare per l’appunto a rasarsi a zero e cambiare completamente look, abbandonando giacca e camicia per lasciarsi andare ad una canottiera e pantaloni ormai impregnati di sudore terra e sangue. In un mondo dove l’apparire è sempre più importante che essere Max ha seguito il percorso inverso per poter ritrovare se stesso.Ad amplificare il tutto ci pensano cut scene renderizzate in tempo reale, create utilizzando il motore di gioco, ma studiate in tutto e per tutto per dare l’idea di leggere un fumetto, così da lasciare un collegamento evidente con gli artwork che facevano da introduzione nei precedenti capitoli della serie. Infastidisce in questo caso la scelta di far impugnare sempre la pistola a Max durante le scene di intermezzo, lanciandoci spesso nella bagarre con la necessità di cambiare al volo l’arma con quella precedentemente equipaggiata. Se questo potrebbe sembrare un problema da poco, in modalità Vecchia Scuola il difetto è accentuato a dismisura poiché ogni secondo potrebbe realmente fare la differenza tra un game over ed un’azione di successo. Risulta inoltre poco convincente il sistema di salvataggio a checkpoint, non sempre bilanciati con cura e spesso veramente troppo distanti tra di loro.Questione di particolariMerito di Rockstar in tutti questi anni è sicuramente quello di essere sempre riusciti a creare giochi curati nei minimi dettagli, basti per esempio pensare all’immenso Red Dead Redemption. Tuttavia, con un titolo ben più lineare come Max Payne 3, gli sviluppatori, al contrario di quanto si potrebbe pensare, non hanno voluto fare sconti aggiungendo una quantità di particolari in game davvero impressionanti. Ogni singola stanza in cui potremo entrare è capace di raccontare una storia a sé stante, in Brasile vedremo giovani ragazzi giocare una partita di pallone se ci fermeremo abbastanza a guardarli e decine e decine di situazioni di questo genere emergono se si esplorano le location con cura.La varietà è un punto cardine anche del gameplay, che non si basa esclusivamente su sparatorie a piedi ma ci coinvolgerà anche in entusiasmanti corse a bordo di vari mezzi, tra cui spiccano un motoscafo con tanto di salti attraverso capanne fluviali ed un inseguimento in pullman al cardiopalma. Per incentivare l’esplorazione gli sviluppatori hanno poi ben pensato di inserire una grande quantità di collezionabili, sotto forma di indizi grazie ai quali approfondire diversi aspetti della trama e componenti di armi dorate con le quali sfoggiare la nostra smania di completismo, nonostante il dubbio gusto estetico delle stesse.A tutto questo fa eco un comparto grafico di prim’ordine, sbalorditivo per il genere degli sparatutto in terza persona ed eccezionale nel complesso, con animazioni fluide ed un frame rate stabilissimo nonostante la distruttibilità degli ambienti e l’enorme quantità di detriti che volano durante gli scontri a mano armata.Il doppiaggio, seppur di altissimo livello, rimane purtroppo in lingua inglese, con sottotitoli in italiano faticosi da leggere a causa di una dimensione del font ridotta e un’inspiegabile colorazione grigiastra che si fonde quasi alla perfezione con gli ambienti cupi di Max Payne 3.Eccellente il feeling con le armi, soddisfacenti da utilizzare e dotate di ottimi effetti sonori.A caccia di amiciUna volta portata a termine la campagna, Max Payne 3 è pronto ad offrire ai giocatori almeno un altro paio di buoni motivi per rigiocare la modalità principale. Stiamo parlando della modalità a tempo e di quella Arcade a punti. Nella prima bisognerà completare determinati livelli prima che il cronometro segni lo zero, con ogni uccisione in grado di regalarci secondi preziosi; la sfida a punti invece sarà una gara di precisione dove la spettacolarità e la velocità di esecuzione verranno premiate con bonus e moltiplicatori, i quali accresceranno il nostro punteggio che alla fine verrà caricato su specifiche classifiche online.A tutto ciò va ad aggiungersi un multiplayer di altissima qualità, arricchito dall’esperienza in Bullet Time capace di renderlo davvero unico nel suo genere, anche se carente di qualsivoglia modalità cooperativa. Quando si pensa a Max Payne difficilmente lo si collega alla scena competitiva mondiale, ma Rockstar in tal senso ha le idee veramente chiare: portare il titolo a tornei ed eventi di rilievo e farlo diventare un punto di riferimento per gli amanti dei TPS.I primi passi in questo senso sono già stati fatti, con un’esibizione di 16 pro gamer durante l’MLG appena trascorso, per un premio in denaro di 30,000$ e la possibilità di creare tramite il sito ufficiale il proprio clan, qui denominato cricca. L’obiettivo è quello di creare faide tra i giocatori che sfocino in battaglie globali per il dominio sulle altre fazioni, con un progetto vasto che si allargherà anche su GTA V.Tornando alle modalità, oltre al classico Deathmatch e Deathmatch a squadre è possibile sbloccare dopo 100 uccisioni la divertentissima modalità Payne Killer, nella quale un gruppo di giocatori dovrà collaborare per uccidere Max Payne, trasformando successivamente l’uccisore nel bersaglio designato. Tutte le modalità vanno a punteggio e dopo aver raggiunto 5000 kill si sbloccheranno le varianti hardcore delle stesse.L’ultima opzione di gioco è Guerriglia, un contenitore di sfide dedicate nel quale due team si affronteranno per la supremazia. Tra le dieci competizioni spiccano una sorta di modalità Guardiano ed il classico Capture The Flag. Prima di entrare in gioco sarà ovviamente possibile personalizzare il proprio avatar attraverso centinaia di opzioni, modificando abbigliamento e lineamenti. Per quanto riguarda le classi, invece, Max Payne 3 ne presenta quattro piuttosto classiche: una portata al combattimento ravvicinato, una per gli scontri sulla lunga distanza, una agile in grado di rivelare i nemici sulla mappa ed una più resistente e ben equipaggiata. In modalità multiplayer sarà inoltre possibile fare uso delle granate, disabilitate in modalità singolo giocatore, e sfruttare la barra di adrenalina per accedere in battagli a potenziamenti temporanei delle proprie abilità ed armi.L’assaltatore per esempio potrà decidere di utilizzare una parte della barra per avere un rateo di fuoco maggiore, due per equipaggiare un mitragliatore pesante o spendere tre tacche per ottenere un potente lanciagranate. Similarmente anche le altre potranno ottenere svariati bonus, ovviamente basati sulla specializzazione e i perk sbloccati. Non manca infatti il livello del giocatore, sancito dai punti esperienza guadagnati con ogni uccisione e con il completamento di diversi obiettivi, qui chiamati Sgobbate.A completare il tutto ci pensano una buona varietà di mappe ed un netcode stabilissimo che durante l’arco di tutta la nostra prova non ha mai mostrato segni di lag o disconnessioni.

– Lo sviluppo del personaggio di Max è incredibile

– Gameplay solidissimo

– Ottima longevità

– Ambienti curati e dettagliati

– Ostico al punto giusto

– Multiplayer corposo e convincente

– Sistema a checkpoint poco funzionale

– Saltuari problemi di ragdoll

– Sottotitoli problematici

9.0

Rockstar ci è riuscita ancora. Max Payne 3 ha tutto quello che gli amanti di Max Payne possono desiderare: una trama ottimamente narrata, una longevità sopra la media ed una mole di contenuti eccezionale, arricchita ovviamente dal classico gameplay basato su scene d’azione e Bullet Time che da sempre distinguono il titolo dalle altre produzioni.

Il comparto tecnico sbalordisce ed i piccoli difetti riscontrati non vanno a minare in maniera significativa un titolo che, in tutto e per tutto, merita di essere portato a termine.

Non fatevi sfuggire la rinascita di Max.

Voto Recensione di Max Payne 3 - Recensione


9

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