Nelle varie fiere di settore dobbiamo ammettere di non aver mai prestato troppa attenzione a Lococycle. Microsoft, dal canto suo, non ha mai spinto il prodotto in maniera convincente, relegandolo in secondo piano e dando l’idea che il titolo fosse un giochino di fascia bassa dedicato esclusivamente al mercato digitale, un errore imperdonabile.
Il titolo di Twisted Pixel Games ci è arrivato addosso come una secchiata di acqua fredda in una calda giornata estiva, investendoci come un tifone con tutta la sua follia e leggerezza, un’esperienza di gioco assolutamente indimenticabile che resterà impressa nella nostra memoria davvero a lungo, probabilmente più di quanto vorremmo.
Follia a palate
Il video iniziale è stato spiazzante. Un filmato girato con attori in carne ed ossa dalle capacità recitative di un termosifone spento ha aperto le porte a un universo che nel 2013 pensavamo non potesse mai raggiungere i lidi delle console.
La trama è piena di riferimenti ai film e ai cartoni degli anni ’80, da Supercar a Ritorno al futuro, ma troviamo citazioni anche a Twilight, True Blood o i Rugrats in scene davvero fuori di testa e assolutamente fuori contesto. In poche parole la trama vede la Big Arms Corporation al centro dell’attenzione, intenta a vendere ai signori più potenti del pianeta due nuove armi incredibili, due motociclette dotate di un’intelligenza artificiale super evoluta e capaci di sconfiggere interi eserciti in pochi istanti. Mentre l’asta per la vendita dei mezzi ha inizio e i vari colonnelli russi, re africani e militari cinesi si preparano ad aprire il portafogli per poter mettere le mani su quei preziosissimi pezzi, un temporale scombina i piani, con un tuono che va a cadere proprio su I.R.I.S. una moto futuristica dalla personalità femminile. Preoccupati degli eventuali danni che il mezzo potrebbe aver ricevuto, le guardie di sicurezza la riportano dunque in garage da Pablo, meccanico di fiducia dell’associazione. Un incidente tanto pazzo quanto improbabile fa incastrare la gamba di Pablo in maniera indissolubile a I.R.I.S che in quel preciso istante decide di attivarsi, accendere i motori e guidare verso il festival della libertà con sede a Scottsburg, Indiana.
Ovviamente la Big Arms non prende bene la cosa e scatena dietro al nostro simpaticissimo protagonista tutti i suoi agenti segreti, oltre che ovviamente la seconda moto, dall’aspetto invece di un chopperone ultra aggressivo con tanto di catene, e dal nome in codice di S.P.I.K.E.
Obiettivo del giocatore sara quello di combattere contro l’esercito privato della società e fare di tutto per raggiungere la meta tutti interi: un compito assolutamente non semplice da portare a termine, visto che Pablo sarà letteralmente trascinato da Iris in maniera rocambolesca.
Accelerazione Brutale
Ancora estasiati da quanto visto nei primi dieci minuti non potevamo credere a quanto è venuto dopo. Su schermo il gioco ci accoglie con una grafica che probabilmente anche sulla generazione del Megadrive avrebbe fatto storcere il naso e noncurante della sua mediocrità ci lancia addosso ondate su ondate si agenti in giacca e cravatta armati di tutto punto. I.R.I.S. è dotata di un mitragliatore per colpire le vetture sulla distanza, ma essendo appunto un mezzo studiato per uscire da qualsiasi situazione può anche raggiungere i nemici in corpo a corpo ed utilizzare mosse di kung fu aeree per debellare ogni minaccia. No, non ci siamo confusi. La moto è in grado di utilizzare le due ruote posteriori come se fossero gambe e dare calci volanti, eseguire powerbomb e più in generale scatenare combo aeree devastanti che facilmente possono superare i duecento colpi. Come se questo non fosse abbastanza, potremo decidere di sganciare temporaneamente Pablo e lanciarlo come un boomerang contro i nemici, per stordirli ed eventualmente interromperne gli attacchi.
Ovviamente più andremo avanti con l’avventura e maggiori saranno i poteri che acquisiremo, sia difensivi che offensivi, e oltre ai mitragliatori guadagneremo missili, colpi infuocati e bonus sulla rigenerazione dell’energia e turbo praticamente illimitati con un sistema di crescita schematico ed estremamente intuitivo.
Il gameplay è veloce ma la necessità di schiacciare solo un tasto per eseguire praticamente tutte le combo rischia di portare ripetitività al tutto. Qui tuttavia Twisted Pixel, con un altro colpo di genio, continua a rimescolare le carte, mandandoci contro di volta in volta nemici con abilità differenti che per essere sconfitti richiedono strategie di combattimento differenti. Questo accade con regolarità e sono poche le volte, seppur presenti sfortunatamente, nelle quali ci troveremo a dover ripetere sezioni già viste.
Aspettatevi cose come moto che guidano elicotteri, nani adesivi kamikaze, robot da guerra giganti e corazzate da distruggere in volo o semplicemente scheggiando sul mare come se nulla fosse: d’altra parte siamo o no sul mezzo più avanzato del mondo?
Spike ovviamente non sarà da meno e dopo aver perso il primo round scoprirà che il potere di I.R.I.S viene proprio dal meccanico che si porta appresso. Deciderà quindi di prendere un umano al suo fianco: la scelta purtroppo ricade su una cicciona incredibile affamata di gelati, rendendo il tutto ancora più al limite della sanità mentale.
Non mancherà poi una buona dose di Quick Time Event, estremamente semplici e sopra le righe che, ahinoi, metteranno ancora una volta in mostra una realizzazione tecnica agghiacciante, vero e proprio punto debole della produzione. Le texture sono praticamente a 16 bit, i modelli degli oggetti a schermo hanno una pochezza poligonale da far davvero paura ed esplosioni ed effettistica sono ai minimi storici, rendendo la valutazione di Lococycle davvero difficile.
Sorprende infine il doppiaggio, curatissimo soprattutto per il meccanico Pablo, che durante tutto il corso dell’avventura, ancorato saldamente a IRIS continuerà a lamentarsi e gridare maledizioni in messicano, con battute esilaranti tutte da godere mentre il nostro veicolo sfreccerà per le strade americane in cerca della sua libertà.
– Folle
– Folle
– Buona varietà di situazioni
– Alcuni frangenti purtroppo ripetitivi
– Tecnicamente è un gioco di due generazioni fa
– Gameplay estremamente basilare
Difficilissimo dare una valutazione a questo Lococycle. Se dovessimo tenere in considerazione i canoni classici, ovvero giocabilità, comparto tecnico, longevità e sonoro probabilmente non andremmo sopra il 2, ma la produzione non merita questo trattamento. Probabilmente Twisted Pixel si è resa conto di aver per le mani un prodotto terribilmente mediocre e conscia di questo problema ha gettato la trama nel nonsense più totale, regalando al giocatore risate a crepapelle. I venti dollari circa per portarsi a casa il titolo potrebbero quindi essere giustificati, se consideriamo quanto ci abbia fatto divertire e quanto folli siano le scene di intermezzo e le situazioni presenti. Non ce la sentiamo proprio quindi di dare una valutazione inferiore alla sufficienza a Lococycle, che merita di diritto di entrare nelle librerie digitali di ogni amante del trash più spinto, magari al primo calo di prezzo.