Quando, nel corso dell’E3, venne svelato Mario + Rabbids: Kingdom Battle, eravamo in molti ad attenderci un probabile platform che in qualche modo coinvolgesse sia i folli conigli che i personaggi del mondo di Mario. Ubisoft e Nintendo, invece, salirono sul palco per presentare un videogioco che metteva insieme esplorazione e strategia, con un combat system à la XCOM che quasi rimandava la memoria, nelle atmosfere scanzonate e fuori di testa, alla guerra a turni dei maialini “feroci” di Hogs of War.
Nintendo Switch alla mano, abbiamo scoperto che Mario + Rabbids: Kingdom Battle non è stato una sorpresa solo nel momento del suo annuncio: vediamo perché.
L’idraulico da combattimento e suo fratello tiratore scelto
Senza anticiparvi dettagli sulla divertente scrittura a cui ha dato vita Ubisoft Milano, vi riveliamo solo che vi ritroverete con un Regno dei Funghi invaso dai Rabbids. Nel tentativo di porre fine a questa folle commistione, i nostri eroi partono quindi alla volta di un’avventura che li porterà lungo quattro diversi mondi, ciascuno composto da nove capitoli, a loro volta composti da fino a quattro battaglie ciascuno, con due boss fight (a tratti geniali nelle atmosfere, soprattutto quella del terzo!) per ogni mondo.
Partiamo proprio con il combat system: con buona pace di chi si aspettava un gioco per giovanissimi, Mario + Rabbids: Kingdom Battle poggia su un sistema di battaglia solidissimo, capace di offrire anche una certa profondità e che dà enorme soddisfazione appena si riesce a padroneggiarlo. Le mappe in cui si svolgeranno gli scontri a turno sono spesso generose e molto ispirate, ricche di spunti di cui servirsi per avere ragione degli avversari, mentre le meccaniche studiate dagli sviluppatori consentono di esibirsi in pirotecniche combinazioni tra i membri del vostro team, sempre capaci di farvi sorridere. Come vi avevamo anticipato nelle nostre anteprime, ognuno dei tre membri del party può compiere tre azioni per turno: spostarsi, utilizzare un’arma tra la primaria e la secondaria e attivare una protezione/attacco dormiente di cui servirsi appena sarà il turno dei nemici. Le tre possibilità per ciascun personaggio vi richiedono quindi di mettere in atto una strategia ben meditata, sfruttando anche il fatto che sia possibile passare da un eroe all’altro in qualsiasi momento, prima della fine del vostro turno: tanto per fare un esempio, è fondamentale servirsi di Mario per potenziare l’attacco del party prima che gli altri due, ovviamente, abbiano già utilizzato l’arma primaria o la secondaria. Tra le altre cose, risulta particolarmente brillante la possibilità di combinare i movimenti dei personaggi, che saltando l’uno sull’altro possono raggiungere in un singolo turno delle aree anche al di là del limite normalmente previsto dalle loro abilità di spostamento.
Ad approfondire ulteriormente gli scontri ci sono diversi elementi che abbiamo gradito particolarmente: per sopravvivere, sarà importantissimo trovare una copertura prima della fine del proprio turno, così da non rimanere esposti agli attacchi nemici. Le coperture, però, sono spesso deperibili, ed attacchi molto potenti da parte dei Rabbids ostili potrebbero cambiare rapidamente le carte in tavola, modificando il campo di battaglia. Ecco, quindi, che ci sono dei casi in cui attuerete la vostra strategia minuziosamente: nonostante un nemico nascosto dietro un angolo e la possibilità di colpire pari allo 0%, ad esempio, potreste decidere comunque di attaccare per buttare giù l’ostacolo che lo protegge, così da liberare la linea di tiro ad un altro membro del vostro party.
In sostanza, insomma, il combat system è soddisfacente e ragionato, supportato da una discreta varietà di nemici con differenti caratteristiche, che dovrete affrontare in modo diverso per limitare i danni e portare a casa la vittoria. Una mossa azzardata potrebbe compromettere la vostra strategia e sarà sempre importante, considerando che esauriti tutti gli HP non è possibile curare un alleato nemmeno servendosi di uno degli healer, muoversi passo passo tenendo sempre attivo il cervello. Via via che si padroneggiano le meccaniche, gli scontri si fanno sempre più articolati (e soddisfacenti), al punto che in alcuni casi potreste avere filo da torcere anche attivando la modalità facile, appositamente selezionabile all’inizio di ogni scontro da chi cerca un’esperienza più accessibile: quest’ultima recupera tutti i punti salute del party (normalmente non accade fino a fine capitolo) e li raddoppia, offrendovi quindi un margine di errore più ampio. Nessun gioco che strizza l’occhio ai bimbi, insomma, ma una componente strategica che abbonda di personalità nonostante le somiglianze nemmeno troppo velate al sistema del già citato XCOM, dalla quale difficilmente riuscirete a staccarvi grazie anche all’ottimo lavoro di level design fatto dagli sviluppatori, capaci di creare arene con caratteristiche uniche in base al mondo nel quale state giocando. Ad arricchire ulteriormente l’offerta c’è anche il fatto che non sempre l’obiettivo dei combattimenti è mandare al tappeto gli avversari: ci saranno anche scenari in cui semplicemente non si potrebbe vincere con la forza bruta, in cui vi sarà richiesto di scortare un ospite del party in una determinata zona prima che i nemici esauriscano i suoi HP, o altri in cui dovrete solo eliminare un certo numero di avversari. Anche in questo caso, la varietà è buona e gli sviluppatori hanno saggiamente alternato le tipologie dei combattimenti, in modo che l’esperienza diventi meno ripetitiva possibile.
Cosa si fa quando non si combatte?
Ad intervallare le fasi di combattimento ci sono delle brevi sezioni dedite all’esplorazione, in cui vi ritroverete con qualche piccolo puzzle ambientale da risolvere per raggiungere dei forzieri. Proprio queste ultime risultano essere molto più immediate e meno approfondite del combat system, apparendo agli occhi del giocatore come “contenuti spalla”, come intervalli o poco più. Nonostante non ci siano sezioni particolarmente difficili, nel complesso tutte risultano gradevoli, anche se il fatto che le ricompense che è possibile ottenere esplorando a fondo nelle brevi sequenze all’infuori dei combattimenti spesso non valgono lo sforzo: per quanto simpatici possano essere, infatti, in molte occasioni verrete premiati con dei modelli 3D/brani della colonna sonora/artwork che potrete vedere (o ascoltare) da vicino nell’apposita schermata. Un’idea molto carina e gradevole, che però non ha effetti sul gameplay. In altri casi, otterrete delle armi bonus di cui equipaggiare i membri del vostro team, ma va detto che le armi più potenti e appetibili vengono comunque sbloccate quando completate un mondo di gioco. Se, insomma, le battaglie a turni non fanno per voi e ciò a cui ambite è godervi un po’ di esplorazioni, sappiate che non è certo questa la meccanica che fa da fiore all’occhiello all’offerta ludica di Mario + Rabbids: Kingdom Battle.
Ad approfondire ulteriormente le battaglie, invece, troviamo la schermata in cui è possibile modificare gli equipaggiamenti del party: le monete che si trovano sparse per gli scenari (e che si ottengono in modo davvero significativo completando i combattimenti) possono essere infatti spese per comprare le nuove armi già sbloccate, siano esse primarie o secondarie, spesso differenti per ciascuno degli otto membri del party – anch’essi arruolabili via via che andrete avanti nel gioco. In aggiunta, ogni protagonista ha un suo albero di abilità da sviluppare, che ne mette in evidenza le peculiarità: Luigi, ad esempio, ha pochi HP ma è un ottimo tiratore dalla distanza, Peach ha discreti attacchi a lungo raggio e agisce da healer, Rabbid Mario è un vero e proprio tank. Completate le battaglie e ottenute delle sfere, che fungono da punti esperienza, starà a voi decidere quali abilità dei diversi personaggi andare a potenziare, in un sistema di sviluppo abbastanza semplice che non abbonda per varietà, ma che risulta piacevolissimo da sviscerare.
Maestri del buonumore, in un universo che è un piacere per gli occhi
Lo diciamo subito e senza troppi giri di parole: la commistione operata dagli sviluppatori si rivela splendida, dal momento che Mario e i Rabbids sono stati incastrati alla perfezione nel puzzle di Mario + Rabbids. L’engine proprietario Snowdrop dà vita ad un mondo di gioco che è un piacere per gli occhi e che solo in rari casi e in modalità portatile soffre di qualche raro rallentamento, più che altro quando vengono rappresentati effetti speciali o esplosioni in battaglia.
La direzione artistica è ottima, gli scenari sono davvero ben concepiti e i protagonisti sono spassosi anche solo da vedere. Menzione di grande merito per la scrittura, che insieme alla direzione artistica dà vita ad un prodotto che non può che mettervi di buonumore, nonostante la difficoltà di alcuni scontri che dovrete affrontare. Alcuni personaggi, come Rabbid Peach, sono semplicemente divertentissimi e magnetici nei loro piccoli gesti e non potrete fare a meno di notarlo fin dalle primissime fasi di gioco.
Irresistibile anche la colonna sonora, firmata da un Grant Kirkhope che non ha bisogno di presentazioni (serie Donkey Kong, Banjo-Kazooie, recentemente Yooka-Laylee): il compositore ha rielaborato alcuni motivi storici della serie Mario e, ebbene sì, anche da quella Donkey Kong, regalando un ulteriore tocco decisamente ispirato all’incontro tra l’idraulico più famoso dei videogiochi e i conigli più fuori di testa del pianeta.
Tante, tante, tante cose da fare
Qualche giorno fa, quando è stato annunciato il Season Pass per i DLC di Mario + Rabbids, in tanti hanno storto il naso, domandandosi se il gioco non risulti in qualche modo limitato nei contenuti, così da favorire l’acquisto delle future espansioni. Possiamo rispondere con certezza che la risposta è no, dal momento che non solo i capitoli dell’avventura vi daranno da fare per parecchie ore (Switch purtroppo non mostrava ancora il contatore, ma siamo sicuri di essere arrivati almeno intorno alle venticinque), ma Ubisoft Milan ha anche incluso ulteriori contenuti.
Prima di tutto, è possibile servirsi in qualsiasi momento di una sorta di “macchina del tempo”, che vi consente di rigiocare i capitoli precedenti. In alternativa, è anche possibile tornare negli scenari senza riaffrontare le battaglie, solo per completare le esplorazioni e cimentarvi in nuove sfide che vi saranno proposte: in ogni mappa si nasconderanno infatti dei Toad, parlando con i quali vi saranno proposti nuovi combattimenti che richiederanno ulteriore padronanza del sistema di gioco. Potrebbe esservi richiesto, ad esempio, di uccidere un certo numero di nemici entro tot turni, oppure di recarvi in un’area della zona di sfida prima che il turno passi agli avversari. Le sfide risultano carine e, sorrette dal solidissimo sistema di combattimento, estendono ulteriormente una longevità già più che buona, anche considerando che i punti e le monete ottenuti per il loro completamento potranno essere spesi per migliorare i vostri personaggi anche per l’avventura principale.
C’è dell’altro: tra i tanti contenuti, gli sviluppatori hanno voluto proporre anche la possibilità di giocare in multiplayer in co-op con un amico: si tratta dell’unico caso in cui potrete utilizzare i Joy-Con singolarmente, mettendovi alla guida di un team di due elementi ciascuno. Scelto il vostro party, giocherete a turni sul medesimo schermo per affrontare dei combattimenti in scenari completamente originali, che vengono sbloccati completando i mondi dell’avventura principale. Tra le caratteristiche di questa modalità abbiamo apprezzato soprattutto la totale interazione possibile tra gli eroi del vostro party e quelli del vostro amico, che possono ad esempio saltare l’uno sull’altro per raggiungere i punti più lontani, oppure medicarsi/coprirsi l’uno con l’altro, servendosi delle apposite abilità. Nel complesso, si tratta di sfide che aggiungono ulteriore carne al fuoco, ma che lo fanno senza peccare di superficialità, proponendo livelli capaci di soddisfare anche la voglia di sfida di due giocatori.
Chiudiamo parlando anche del modo in cui Mario + Rabbids si lega alle peculiarità di Nintendo Switch: come accennavamo, i Joy-Con singoli si possono utilizzare solo in co-op (anche se consigliamo di dotarsi di una coppia e di relativi Joy-Con grip, visto l’ampio uso di dorsali). Il gioco fa tutto quello che deve nelle diverse modalità possibili e, grazie alla sua divisione in diversi capitoli, si lega benissimo anche al possibile approccio on the road, dal momento che i salvataggi continui pre-battaglia vi consentono di interrompere le fasi di gameplay in qualsiasi momento.
– Il mondo di Mario e la follia dei Rabbids si incastrano alla perfezione
– Combat system coinvolgente e impegnativo
– Grande longevità, con tanto di co-op
– Colonna sonora irresistibile
– Scrittura spassosissima
– Le fasi di esplorazione sono più che altro intervalli
– Piccoli e sporadici rallentamenti in modalità portatile
Quando Ubisoft, nella persona di Yves Guillemot, annunciò il suo pieno supporto a Nintendo Switch, lo fece sapendo di avere in cantiere un ottimo prodotto come Mario + Rabbids: Kingdom Battle. Il gioco si rivela essere una sorpresa estremamente gradita e vi basti sapere che, nonostante gli stretti tempi concessi dalla recensione e le conseguenti full-immersion, le sue meccaniche e le sue atmosfere ci risultano ancora divertentissime.
Il sistema di combattimento, pur in atmosfere che non si prendono mai sul serio, è riuscito e magnetico, mentre le fasi di esplorazione fanno più da intervallo e non vogliono mai essere le vere protagoniste dell’esperienza ludica offerta. Nel complesso, ci troviamo di fronte ad un nuovo must buy per i possessori di Nintendo Switch, che saranno felici di sapere che Ubisoft Milan ha svolto un lavoro davvero ottimo, sia per stimolare il giocatore che è in voi che per farlo ridere di gusto.