Kingdom Hearts HD 2.8 Final Chapter Prologue
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a cura di Gottlieb
Kingdom Hearts Dream Drop DistancePartiamo subito con quella che è la principale delle novità di questa nuova raccolta di Kingdom Hearts. Parlare di novità sicuramente non sarebbe giusto, essendo il Dream Drop Distance una riedizione di un capitolo pubblicato su Nintendo 3DS cinque anni fa, ma trovarsi dinanzi a un lavoro così immenso dal punto di tecnico non può che spingerci a parlare quasi di un nuovo capitolo. Un porting che riesca a trasportare un titolo nato e pensato per il touch e per il doppio schermo su uno che sia unico e comandato esclusivamente da un controller, quale quello della PlayStation 4, può dar spazio e adito a numerosi scetticismi: eppure Square-Enix è riuscita, in questa sua opera di adattamento, a proporci un prodotto che diventa il vero fiore all’occhiello di questa collection. Paragonato, infatti, agli altri due capitoli inseriti, dei quali parleremo più avanti, il 3D è al netto di tutto l’unico gioco fatto e finito, che riesca a offrire lo stesso quantitativo di ore che avevamo già trascorso su console portatile. Come noto, la collocazione temporale delle vicende di Sora e Riku, ritrovatisi dopo tanto ricercarsi e rincorrersi nei due capitoli della saga principale, prende piede subito dopo quanto accaduto in Kingdom Hearts II e quindi in Kingdom Hearts Re: Coded, che di recente sono stati raggruppati nella collection 2.5. Chiamati entrambi a portare a termine l’importante esame per poter essere investiti come Maestri di Keyblade, per arginare definitivamente l’antagonismo crescente di Xehanort, il loro viaggio a ritroso nel tempo li porterà nuovamente sull’Isola del Destino, dove tutto è iniziato e da dove tutto deve ripartire, su ordine e indicazione del saggio Yen Sid. Mentre, quindi, Merlino è impegnato in una missione parallela con Kairi e Lea, i Nostri si lasceranno accompagnare dalla Città di Mezzo dalle loro uniche forze, privati dei companion abituali, che per Sora sono gli inseparabili Pippo e Paperino.Parlavamo delle qualità tecniche, che sicuramente sono il punto più alto di questa riedizione: Kingdom Hearts Dream Drop Distance su PlayStation 4, come avevamo già segnalato in fase di preview, riesce a toccare i 60fps fissi, senza farsi intimidire dalle sessioni di combattimento frenetiche o da quelle che ospitano numerosi avversari a schermo, persino quando il sistema di respawn, che non è stato corretto dal capitolo originale, continua imperterrito a chiamarci alla battaglia. Con i colori sempre accesi che hanno reso la saga Disney e Square-Enix nota per l’aver trattato delle tematiche toccanti con un mood sempre caldo, avere questo vantaggio tecnico risulta straordinariamente affascinante. La resa finale, infatti, soprattutto per i companion che ci affiancano è eccellente e piacevole. Ciò che invece rimane decisamente smorto e che rappresenta il vero fianco scoperto del titolo è l’aver confermato tutta la resa degli ambienti del capitolo del 3DS: che si tratti della Città di Mezzo o che si tratti di Parigi prossima a cedere il passo a tutte le fiamme del Gobbo di Notre Dame, non c’è vita e non c’è movimento negli ambienti. I fondali risultano così completamente spogli e sembra di vivere in un mondo fatto di carta velina, sulla quale è possibile sì saltare e aggrapparsi, ma che non fornisce alcuno spunto di realtà: dal 2002 a oggi, insomma, la casa di Merlino, il Distretto 1 e tutte le altre zone della città, sono rimaste identiche e in questi quindici anni di passaggio l’anzianità inizia a farsi sentire. La soluzione sarebbe stata rifare tutto da zero, ma ci rendiamo conto che le tempistiche sono quelle che sono ed è altresì vero che Square-Enix non avrebbe mai piallato il mondo per rifarlo da zero esclusivamente per una edizione rimasterizzata.Dal punto di vista del gameplay tutte le meccaniche touch sono state sostituite da una console di comando che emula quella che era dei primi capitoli della saga, mantenendo però tutte le caratteristiche che volevano simulare anche altri titoli della portatile di Nintendo: il viaggio attraverso i mondi, che scimmiottava il tunnel di Kid Icarus, è stato mantenuto intatto, con i comandi che si affidano alle levette analogiche e al tasto azione per poter procedere; tutte le altre azioni ambientali, come la Fionda che vi permette di mutare alcune strutture del fondale o anche attivare il Reality Shift, che stavolta si affiderà a due tasti. Riproponendo quindi tutti gli aspetti del gioco, riscritti e rimappati su un controller PlayStation 4, Dream Drop Distance risponde a quelle che furono le ipotesi già avanzate dalla community nel 2012, quando si pensò che il 3D potesse essere il vero terzo capitolo della saga. Le premesse c’erano, ma adesso potendoci giocare su console fissa e a 60fps la qualità aumenta non di poco: schiavo, però, di alcune meccaniche che avevano reso il gioco troppo sempliciotto, quasi indirizzato a un target casual, non siamo dinanzi a un capitolo indimenticabile. L’esaltazione che quindi viene prodotta dalle boss battle è smorzata fin troppo dalla necessità di accarezzare e coccolare i nostri Esper, quasi a farli sembrare dei Pokémon in cerca di un’evoluzione per affetto. Influenze che, oggi come ieri, non si ritrovano assolutamente nell’insieme di questa saga. L’ultima chiosa la lasciamo alla lingua: a differenza della sua release su 3DS, Dream Drop Distance ha i sottotitoli in italiano, arginando così un problema che, in maniera del tutto inaspettata, sembrava aver bloccato la sua diffusione nel nostro Paese, innalzando una barriera che aveva spaventato e fatto da deterrente per gran parte della community.
Kingdom Hearts Birth by Sleep 0.2 a fragmentary passage
Kingdom Hearts χ Back Cover
– Dream Drop Distance è uno spettacolo visivo…
– Birth by Sleep 0.2 è fluido e avvincente…
– Back Cover prova a fornire un background narrativo…
-… ma i contenuti restano spogli
– …ma resta una tech demo di Kingdom Hearts III
– …ma di un qualcosa che non ci emoziona
7.5
Kingdom Hearts 2.8 HD Final Chapter Prologue è una collection diversa dalle precedenti: innanzitutto il porting e la rimasterizzazione di Dream Drop Distance su PlayStation 4 è un lavoro di pregio che dal punto di vista tecnico va lodato e sottolineato per il coraggio del team di proporre una produzione a 60fps, facendosi beffe di quanto visto su console portatile. Dal punto di vista dei contenuti, però, avere uno schermo così grande accontentato da pochissimi elementi in gioco, stona moltissimo e fa abbondantemente notare quanto questo capitolo appartenga a una generazione e a un concetto di gaming diverso. L’aggiunta del Back Cover, una raccolta cinematografica di un prodotto che per il mercato occidentale non ha rappresentato nessun tipo di quid pluris, non impreziosisce la raccolta, che invece con il Birth by Sleep 0.2 prova a riprendersi permettendoci di avere un antipasto di quello che sarà Kingdom Hearts III ed esaltando, ancora una volta, la capacità del team capitanato da Tetsuya Nomura di districarsi in una trama e in uno scenario che più complesso e confusionario non si può. Una tech demo, ripetiamo, che va presa per quello che offre, senza aspettarsi di più o di meno.
Voto Recensione di Kingdom Hearts HD 2.8 Final Chapter Prologue - Recensione
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