La notizia di un Hitman a episodi, all’E3 2015, prese di sorpresa tutti: la serie dell’Agente 47, da sempre incentrata profondamente sul level design e sulla possibilità di ingegnarsi offerta al giocatore, cambiava registro e, con un colpo di scena, sembrava voler seguire una via già percorsa con successo da altri titoli. Non più un’esperienza di Hitman da affrontare missione dopo missione, niente più contenuti da divorare nell’ordine proposto, ma un’offerta diluita nel tempo, più varia e costruita su scenari più ricchi. Questa era l’idea di IO Interactive e questo è stata la prima stagione di Hitman.
C’è più di quanto l’occhio veda
Come abbiamo cercato di spiegare nel momento delle recensioni dei singoli episodi, non è possibile fare per Hitman i medesimi ragionamenti a cui ci eravamo abituati per i capitoli precedenti: che decidiate di acquistare il gioco in digitale o retail, l’esperienza si compone di sei diversi scenari – il che non si traduce solo in sei differenti missioni. Prima di tutto, i contratti della campagna sono effettivamente sei, ma sono molto più articolati, ragionati e profondi delle missioni a cui, ad esempio, ci aveva abituato Hitman Absolution. Uno scenario come quello di Sapienza, pubblicato come secondo episodio lo scorso anno, è ricco di possibilità e sfaccettature da scoprire, al punto che invita a lasciarsi rigiocare e vi farà venire voglia di tentare strategie diverse per eliminare i vostri bersagli. Il gioco, in fondo, è sempre quello: voi siete l’Agente 47, un sicario professionista, ed i vostri clienti hanno bisogno di voi. Similmente a quanto visto nei vecchi capitoli più recenti, però, 47 raramente si trova ad uccidere anime pie per strapparle alla loro famiglia: i bersagli sono piuttosto parte della criminalità organizzata, individui pericolosi o visionari le cui mire potrebbero danneggiare i civili ignari.
Le missioni della campagna vi chiedono quindi di completare i diversi obiettivi, messi in chiaro come sempre dall’immancabile Diana, nel modo più furtivo possibile: minori saranno le prove del vostro passaggio e dell’omicidio, migliore il punteggio che vi sarà assegnato una volta completato il contratto. In particolare, come vi avevamo già riferito nel dettaglio
nelle recensioni dei singoli episodi, abbiamo trovato ottimi i contratti di Sapienza e Hokkaido, interessanti quelli di Parigi e Colorado e meno che discreti quelli di Marrakesh e Bangkok. Nel caso specifico di questi due, il problema risiedeva proprio nel fatto che
Hitman vive di possibilità e profondità: le due mappe proposte risultavano invece più costrittiva la prima e più confusionaria la seconda, in un mondo di gioco in cui si perdeva la sensazione di una normalità che scorre a prescindere dalla presenza di 47.
Come accennavamo, però, l’esperienza di gioco offerta da
Hitman non si limita alle sole missioni della campagna: l’episodicità, come ci ha spiegato IO Interactive
nell’intervista che trovate da oggi sul sito, è stata fortemente voluta dal team danese soprattutto per poter proporre contenuti live.
Ogni singola mappa ospita quindi diverse tipologie di contratto, che vi aiuteranno a scoprire strategie e angoli che potreste aver ignorato nella missione della campagna. I contratti escalation, ad esempio, vi consentono di affrontare una sfida di difficoltà crescente, in cinque step, che vi chiede di eliminare un bersaglio aggiungendo sempre un ulteriore modificatore. Se, ad esempio, al livello 1 dovete semplicemente uccidere il target, al livello 5 potrebbe esservi richiesto di ucciderlo mentre siete vestiti da cameriere, utilizzando un coltello, senza farvi scoprire, nascondendone il corpo e abbandonando la scena del delitto entro un minuto. Un’altra possibilità è invece offerta dalla creatività dei giocatori: vista la ricchezza della maggior parte delle mappe, tutti possono costruire i loro contratti e condividerli con la community, a patto che l’autore stesso sia in grado di completarlo. Trovate quindi all’interno di
Hitman tantissime missioni messe a punto da altri giocatori come voi che, pur peccando della genialità che spesso IO Interactive ha messo in mostra nelle sue, risultano piacevoli e vi portano a compiere ulteriori ragionamenti sulle possibilità offerte dallo scenario.
Infine, le missioni aggiuntive più chiacchierate sono stati indubbiamente i Bersagli Elusivi, riservati a chi sente di avere ormai preso confidenza con le possibilità offerte dal gioco: questi target sono stati proposti come contenuti live nel corso dell’anno, ciascuno per un periodo limitato di tempo e con un solo tentativo di eliminazione a disposizione. Significa, quindi, che fallito una volta, il target sarà perso per sempre. Attualmente sono stati piazzati diciannove bersagli elusivi (il diciannovesimo è ancora a Parigi mentre battiamo le righe di questa recensione) e, sebbene IO Interactive abbia fatto sapere che non ci sarà modo di recuperare gli altri diciotto per chi acquisterà l’edizione retail, ci ha anche comunicato che continuerà a pubblicare bersagli elusivi nel corso del 2017. Pad alla mano, la sfida proposta da questa tipologia di missione è particolarmente ostica e, complice anche la paura di un passo falso che potrebbe insospettire i personaggi ostili, vi troverete a ragionare come non mai sulla prossima mossa da compiere. Una cosa che un professionista come l’Agente 47 non può non fare.
Controller alla mano
Oltre al distaccarsi dai vecchi episodi per l’approccio live ai suoi contenuti, Hitman ha visto qualche cambiamento anche nel suo gameplay. Lo scheletro rimane ovviamente invariato, essendo lo zoccolo duro dell’esperienza: ci troviamo di fronte ad un gioco in cui la furtività è tutto e l’approccio diretto, da sparatutto, non solo è scoraggiato, ma è impensabile. Far saltare la propria copertura e cercare di uccidere quanti più nemici possibili non è mai fruttuoso, perché sarete abbondantemente impallinati e dovreste ricominciare dal salvataggio più recente. Per riuscire nell’intento avrete però gadget di ogni genere, travestimenti con i quali dovrete fare attenzione a non destare sospetti e perfino opportunità che vi saranno svelate una volta arrivati a destinazione. Questa novità, introdotta proprio in Hitman, strizza l’occhio ai giocatori che vogliono un’esperienza più guidata: origliando le conversazioni tra gli NPC si possono sbloccare delle opportunità che, se seguite come mostrato sulla mappa, consentiranno di arrivare il più vicino possibile al bersaglio, nel momento in cui starà a voi decidere in che modo eliminarlo. In caso vogliate un’esperienza più hardcore potrete ovviamente ignorare le opportunità e mettere a punto in autonomia la vostra strategia d’azione.
Altro elemento che abbiamo gradito, introdotto nel gameplay, è rappresentato dal livello di professionalità: ogni ambientazione ha infatti delle sfide da completare (ruba questo travestimento, scappa passando da qui, uccidi il bersagli con il cavo di fibra ecc.), ciascuna delle quali assegna un punteggio. Ottenuti i punti necessari si può salire di livello per sbloccare nuove varianti per la mappa, come nuovi punti di partenza, travestimenti o gadget di cui servirsi. Una missione completata in un modo al primo tentativo può risultare completamente diversa ad una seconda run, se ci si avvale delle novità che vengono via via sbloccate aumentando di livello.
Il gameplay, nel complesso, risulta molto solido e gradevole, anche se non è esente da difetti. L’intelligenza artificiale, decisamente migliorata in alcuni aspetti dall’uscita digitale ad oggi, zoppica ancora in alcune situazioni: a volte, ad esempio, far insospettire un nemico non ha ripercussioni se vi limitate a battere in ritirata – una cosa impensabile, per i vecchi episodi. In altri casi, invece, vi troverete ad aver insospettito le sentinelle senza aver compreso precisamente il motivo. Si tratta, nell’insieme, di imperfezioni che non riescono a minare l’esperienza, ma che speriamo non si ripresentino quando 47 tornerà con la sua seconda stagione.
Novità per celebrare l’uscita retail
Ci fa ben sperare, sull’argomento intelligenza artificiale, la nuova difficoltà appena lanciata, che celebra l’arrivo di Hitman retail: grazie alla difficoltà professionista (sbloccabile solo avendo raggiunto il livello 20 nelle diverse mappe) avrete a che fare con sentinelle molto più zelanti, con guardie che monitorano le immagini a circuito chiuso, con persone che si insospettiscono se il vostro passo è inquietantemente spedito o se portate con voi un oggetto che non si lega agli abiti che state indossando. Un cameriere con in mano un cacciavite? Decisamente sospetto. La nuova difficoltà consente di rivivere gli scenari con un nuovo livello di sfida che farà la felicità di chi vuole affrontare Hitman nel modo più profondo possibile. Ai sensi migliorati degli NPC, infatti, sommate anche il fatto che il salvataggio automatico non sarà presente e potrete salvare solo una volta nell’arco dell’intera missione. Il risultato è una pianificazione che, proprio come ben si lega a 47, non può ammettere imprevisti.
Il nuovo livello di difficoltà non è l’unica novità che amplia l’esperienza di Hitman: gli autori hanno infatti lanciato una nuova missione aggiuntiva presso Sapienza che, pur essendo meno ricca di quella della campagna, è comunque più profonda dei semplici contratti lanciati dagli utenti o dalle missioni Escalation. Tornato nella ridente cittadina italiana, 47 dovrà eliminare Marco Abiatti, politico “populista” (così lo definisce il gioco, ndr) che si sta candidando sindaco mentre intrattiene rapporti con la criminalità locale. Per dare un tocco in più alla missione, gli sviluppatori hanno deciso di rinnovare la mappa: la villa di Caruso, protagonista nella campagna, risulta qui sbarrata in favore della piazza della chiesa, adibita a Festival di paese per celebrare l’arrivo di Abiatti. L’atmosfera all’interno della missione è splendida e le possibilità offerte al giocatore sono anche in questo caso appaganti. La missione si completa abbastanza rapidamente (in un’ora e mezza abbiamo portato a termine due run con due strategie diverse) ma la variazione sul tema Sapienza è molto gradita e dimostra la versatilità della mappa.
Scrivere di 47
Se, quindi, l’idea di sei ambientazioni ricche di possibilità e dei contenuti live si è rivelata godibile e il gameplay è molto solido, lo stesso non si può dire per il comparto narrativo. Chiariamoci subito: Hitman non ha mai puntato fortemente alla sceneggiatura, nemmeno quando è riuscito a mettere in atto alcune scene d’impatto come l’epilogo di Blood Money. Nonostante ciò, l’impostazione simil-serie TV del comparto narrativo di questo gioco, affiancata all’ambiziosa regia, lasciava pensare ad un intreccio più curato e appassionante, destinato a farci scoprire qualcosa di più sul sicario più amato dei videogiochi. Purtroppo, non è stato così e l’intera vicenda si risolve in un involuto prologo condito di sospetti, la cui soluzione è rimandata alla Stagione 2. Una scelta per niente condannabile in un titolo che fa del gameplay il suo punto di forza, ma che fa storcere il naso a fronte dell’importanza che, nell’economia di gioco, era stata concessa alle sequenze filmate e alla crescente cospirazione da svelare.
Menzione positiva invece per la direzione artistica: oltre che del level design, infatti, Hitman può fare vanto anche di un curato design degli scenari, spesso decisamente azzeccati e suggestivi. Si tratta ad esempio della già citata Sapienza, ma anche della straordinaria attenzione ai dettagli mostrata a Hokkaido, tra panorami mozzafiato, una clinica visionaria e una commistione più che gradevole di tecnologico e moderno. Gli artisti di IO Interactive hanno sicuramente lavorato con cura per rendere le aree dei contratti di Hitman credibili e “vive”: un merito che va riconosciuto e che non bisogna mai dare per scontato.
– Episodi di Sapienza e Hokkaido spettacolari
– Level design che cerca sempre di favorire numerosi approcci
– Tantissimi contratti e sfide da completare, con tanto di missioni bonus
– Livello di difficoltà che si può adattare alle proprie esigenze
– Marrakesh e Bangkok sono i punti deboli della release
– I contratti realizzati dai giocatori sono ovviamente meno profondi
– Sceneggiatura trascurabile
Nonostante lo scetticismo causato dalla sua release episodica, Hitman si è rivelato essere un prodotto davvero interessante per chi ama la serie dell’Agente 47, per chi ama mettere a punto strategie ed esplorare gli scenari all’interno di giochi stealth. Le meccaniche che hanno reso celebre la serie rimangono intatte e il livello di difficoltà strizza l’occhio ad un pubblico più eterogeneo, consentendo di divertirsi sia ai neofiti che ai giocatori più impavidi. A fronte di “sole” sei mappe, ciascuna con le proprie caratteristiche, il gioco riesce anche ad offrire una notevole longevità, a patto che vogliate intrattenervi non solo con la campagna e le missioni bonus pubblicate dagli autori, ma anche con le sfide meno articolate messe a punto dagli altri giocatori.
In definitiva, nonostante qualche problema di intelligenza artificiale ed i difetti tecnici che sembrano ormai alle spalle, la stagione 1 di Hitman è un ottimo punto di ripartenza per il futuro dell’Agente 47, che si è rinnovato per offrire un’esperienza diluita nel tempo che si possa affiancare a quella varietà e quella player expression che hanno fatto, fin dal principio, la fortuna di questa saga.