Fez
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a cura di Slice
Quando parliamo di giochi indipendenti, apriamo una sorta di scrigno magico in cui sembra essersi radunata tutta la fantasia e la voglia di provare a realizzare qualcosa di veramente innovativo e diverso dal solito. È inutile negare come, in questi ultimi anni, proprio lo sviluppo di questo settore sia riuscito a regalare vere e proprie perle di originalità, sbalzando dal podio anche blasonati titoli retail, creati magari da importantissimi studi di sviluppo. Il perché di questo trend non è però la risposta che cerchiamo in questo articolo, ma piuttosto, vogliamo raccontarvi di un titolo che di innovativo ha davvero ogni suo singolo pixel: il pluri rimandato FEZ.
Il potere delle tre dimensioniLa storia di FEZ, più che ad un titolo sviluppato da un ridotto numero di sviluppatori indipendenti, assomiglia a quella di una mega produzione costantemente rimandata (ogni riferimento al Duca è puramente casuale). Annunciato nell’ormai lontano 2007, il visionario progetto di Phil Fish ha subito una gestazione lunghissima, che nonostante tutto, non gli ha impedito di fare incetta di premi tecnici un po’ ovunque nell’arco di questi anni, fino ad approdare finalmente il 13 aprile sul Marketplace di Xbox Live.Cos’è quindi FEZ? Al primo impatto sembra di trovarsi di fronte ad un platform game dallo stile decisamente “pixelloso” che ricorda molto da vicino i classici per 8 e 16 bit. Nei panni di Gomez un mostriciattolo tutto bianco, ci troviamo all’interno del suo paese che ha la particolarità di essere stato eretto su un’isola fluttuante, e quindi, distaccato dal resto del mondo. In questo universo immaginario, gli abitanti sono convinti che la realtà sia completament bidimensionale, e così anche Gomez. Un giorno però, tutto cambia, più precisamente quando un anziano del villaggio regala al nostro protagonista un Fez – tipico cappello marocchino da cui prende ispirazione il titolo – dicendogli che un pericolo incombente rischia di mettere a repentaglio l’esistenza della loro stessa dimensione. Proprio su questo copricapo si basa tutta l’esperienza ludica del titolo. Gomez, infatti, acquisisce una sorta di potere che gli permette di ruotare su se stesso il contesto che lo circonda di novanta gradi, portandolo a vedere il posto dove ha sempre vissuto per la prima volta in tre dimensioni. Questa meccanica all’apparenza molto semplice, apre invece al giocatore una possibilità infinita di scelte dato che pur rimanendo un gioco su piano bidimensionale, ogni singola sezione offre quattro sue prospettive alternative che nascondono ognuna un approccio e una visione della stessa assolutamente inedito e diverso dagli altri.
Altro che Indiana Jones..Molti di voi potrebbero ancora obiettare sull’effettivo divertimento che si può trovare nel ruotare semplicemente il piano di gioco; noi vi rispondiamo che questa è semplicemente la punta dell’iceberg di un gameplay che offre spunti veramente interessanti e che nell’arco di tutta l’esperienza di gioco – all’incirca sei ore se si tira dritto senza esplorare tutto l’universo creato dagli sviluppatori – sapranno gradualmente rapire l’attenzione del giocatore invogliando a scoprire ogni piccolo antro ed ogni singolo segreto nascosto dai ragazzi di Polytron. Scopo principale di tutta l’avventura sarà quello di andare a riformare dei cubi raccogliendo i pezzi sparsi qua e là per i diversi livelli di gioco che, ribadiamo, saranno tutti collegati tra di loro e che potranno essere studiati all’interno di una comoda mappa richiamabile in qualsiasi momento con un tasto del pad. I cubi in totale saranno più di trenta e ognuno di essi per essere ricomposto richiederà la ricerca di otto pezzi. Quello che più ci ha colpito durante la nostra partita, riguarda il modo in cui potremo recuperare questi pezzi, e sopratutto la perfetta commistione tra platform game e puzzle game. Gomez è in grado di saltare, raccogliere oggetti come bombe e chiavi e compiere tutte quelle azioni tipiche del genere piattaforma ma come già sottolineato poco fa, la possibilità di far ruotare il piano di gioco di novanta gradi su un asse orizzontale, rende ogni volta l’approccio sensibilmente differente. Gli sviluppatori inoltre sembra si siano divertiti a proporre situazioni in cui dovremo usare il cervello e, un po’ come accadeva nei primissimi titoli PC, in particolare le avventure grafiche, talvolta farci aiutare da oggetti impensabili e addirittura fuori dal contesto di gioco. Senza svelarvi nulla e lasciandovi il piacere di scoprire in prima persona di cosa stiamo parlando, in più di un occasione per trovare qualche forziere nascosto – si ci sono anche quelli! – qualche frammento di cubo, oppure i misteriosi cubi dell’antimateria, dovremo ricorre a QR code e molto altro ancora, che ci daranno indizi e suggerimenti su dove andare a scovare gli oggetti più segretamente nascosti.I livelli di gioco sono veramente tantissimi. Pur essendo tutti collegati tra di loro, ogni singolo schema sarà a sé stante in modo che anche sulla mappa potremo verificare gradualmente l’avanzamento passo a passo e scoprire dove non abbiamo ancora raccolto tutti i pezzi, oppure, svelato tutti i segreti.
Un finto 2D…Fino ad ora abbiamo sempre parlato di FEZ come un gioco bidimensionale, e non sbagliamo, dato che tutta l’esperienza di gioco si avrà nelle due dimensioni. La cosa particolare e che spicca nelle caratteristiche del titolo, è il motore grafico. Pur offrendo una visuale estremamente e volutamente retrò, tutto l’universo di gioco è stato modellato unicamente in tre dimensioni, per riuscire ad esprimere al meglio la sensazione di profondità nel passaggio da una prospettiva all’altra. Inoltre, il gioco è in grado di offrire un’altissima qualità di level design, grazie ad una serie di accorgimenti veramente ben studiati e che vi faranno amare ogni singola sezione di ogni livello. Infine una sorta di ciclo giorno e notte e la presenza di animali e di vita in generale, contribuiscono a rendere ancora più vivo e misterioso l’ambiente di gioco in cui ci troveremo immersi. Ottimo anche il comparto audio che offre in questo caso una colonna sonora capace di richiamare molto da vicino le classiche sonorità a 8 e 16 bit elettroniche. Concludiamo dicendo che il titolo è stato totalmente localizzato in lingua italiana, un motivo in più per non farselo scappare.
– Innovativo al punto giusto
– Ti rapisce dopo pochi minuti di gioco
– Level design di massima ispirazione
– Qualche problema di stabilità
– Alcuni pezzi veramente difficili da raggiungere e scoprire
9.0
FEZ è un titolo che porta una ventata d’aria fresca all’interno del settore video ludico. La giusta dose di platform game sapientemente mischiata ad una serie di elementi puzzle basati sulla prospettiva, fanno di questo gioco un must have per qualsiasi amante dei BEI giochi. La sua complessità e stranezza, anche sotto l’aspetto visivo, lo rendono ad ogni modo un prodotto che all’impatto potrebbe passare inosservato alla massa. Non fate l’errore di farvelo scappare, provatelo e siamo sicuri che anche voi vi farete subito rapire dal magico mondo di Gomez.
Voto Recensione di Fez - Recensione
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