Odio Endless Space 2. Credevo di essere uscito dal tunnel della droga oramai anni fa, quando spendevo giorni e notti cliccando ossessivamente sul mouse per comprare un giocatore o mettere in campo la formazione esatta nei vari Football Manager. Ho avuto una ricaduta di recente per colpa di Civilization VI, ma quando si tratta del re dei 4x, non c’è terapia o disintossicazione che tengano. Con Endless Space 2 non ero invece preparato, la qualità franchise made in Amplitude Studios è cosa nota, sia il precedente Endless Space che lo spin-off fantasy Endless Legend sono due ottimi strategici, ma l’ultimo arrivato è la perfetta sintesi tra profondità e gusto estetico, un vero viaggio in una realtà amplificata attraverso le galassie, alla scoperta di nuovi pianeti abitabili e forme di vita tanto misteriose quanto potenzialmente letali. Civilization rimane ancora fisso nell’Olimpo come punto di riferimento per ogni 4x, ma da qualche giorno è in ottima compagnia.
Realtà amplificata
Endless Space 2 è un sistema complesso e intricato, tenuto assieme da una fitta ragnatela con percorsi che si dipanano e si allargano, in cui all’inizio è un po’ difficile trovare la connessione fra tutti i nodi. C’è un tutorial, attraverso molteplici finestre spiega le meccaniche di base, i movimenti delle navicelle, come colonizzare gli altri pianeti e i rudimenti dell’interfaccia di gioco, ma molto viene lasciato alla pazienza del giocatore. Proprio l’UI di molti 4x è in genere lo scoglio, il muro davanti a cui molti utenti si fermano, un po’ perché magari impietriti al cospetto di menù e di lunghi elenchi di voci e tasti, un po’ perché rimasti freddi davanti a delle interfacce asettiche, tagliate con la squadra e il righello, senza nessuna personalità. Quelle di Endless Space 2 sono invece uno spettacolo per gli occhi: nella loro estrema e gelida razionalità, trasmettono alla perfezione la sensazione di essere al comando di un impero disperso in mezzo allo spazio profondo alla ricerca di una nuova casa, mentre un secondo dopo sullo schermo appare un maestoso artwork animato di un pianeta appena colonizzato. Amplitude Studios ha dotato gli innumerevoli menù e finestre che compongono Endless Space 2 quasi di una funzione diegetica, capaci essi stessi di accompagnare il giocatore per mano attraverso la storia della crescita e della conquista dello spazio da parte di una delle otto razze presenti nel gioco. La qualità dell’UI non risiede esclusivamente nel suo aspetto estetico: Endless Space 2 è un titolo ricco e profondo, dotato di molte sfaccettature nascoste nelle numerose interfacce, eppure tutto quanto potrebbe essere tranquillamente consultato e visualizzato attraverso la sola rotella del mouse, con uno zoom capace di comprendere la galassia intera, oppure di scendere fin nel minimo dettaglio del pianeta, dove scorgere le risorse messe a disposizione dal corpo celeste o i segreti nascosti sotto la sua superficie. Ogni singola particella di Endless Space 2 viene inoltre a galla con la semplice pressione della barra spaziatrice, quando il giocatore viene catapultato in una realtà amplificata, in cui le forme sferiche dei pianeti e le nebulose gassose lasciano spazio ad innumerevoli indicatori e statistiche, in cui leggere ogni singola caratteristica della propria fazione, dal cibo che cresce sui pianeti colonizzati alle rotte commerciali aperte, passando per la ricerca scientifica.
Totale libertà
Parole e termini come personalità, stile e immedesimazione sono raramente associabili ad uno strategico 4x, ma Endless Space 2 è una vera eccezione nel panorama, ti intimorisce sulle prime con una curva di apprendimento ripida e spietata – soprattutto giocando ai livelli di difficoltà più alti – ma allo stesso tempo ti accoglie e ti invita a perderti nei suoi meandri, a studiare ogni singola sfaccettatura della fazione con cui si sta affrontando l’avventura spaziale. L’esperienza di gioco muta radicalmente in base alla fazione scelta ad inizio gioco: ve ne sono otto di default, ognuna con un proprio passato sulle spalle, ognuna legata in qualche modo con gli Endless, una potente razza primordiale, il cui unico ricordo nelle galassie è il Dust, la risorsa diventata nel tempo la valuta di scambio. Oltre a quelle già predefinite, nulla vieta al giocatore di spendere letteralmente delle ore per definire fin nei minimi dettagli una nuova razza creata ad hoc, magari da utilizzare in una galassia ellittica, popolata da numerose altre potenze, ma tenuta assieme da ben pochi nodi che collegano le varie costellazioni, tutti parametri tranquillamente personalizzabili prima della partita. Quello che spicca in Endless Space 2 è la profonda distanza che separa ciascuna razza e non stiamo parlando di qualche tratto che ben presto viene lasciato sullo sfondo, ma di unicità che segnano nel profondo ogni singola mossa. Ad esempio i Sophon, una popolazione pacifica dedita alla scienza, colonizza gli altri pianeti spedendo delle sonde in orbita attorno ai sistemi spaziali, al contrario dei Vodyani, che si spostano lungo la galassia a bordo di enormi arche fluttuanti, senza però mai insediarsi definitivamente sul pianeta, mentre gli Unfallen, una sorta di Barbalberi spaziali, si estendono letteralmente attraverso delle radici che mano a mano intrappolano e colonizzano i corpi celesti. Ogni fazione si differenzia per alcune tecnologie di partenza e ha inoltre un suo sistema di missioni, un percorso che ne determina la crescita e l’espansione, assieme alle quest cooperative legate all’Accademia e a numerosi eventi, i quali brillano per il senso di “Risk & Rewards”, dove vanno soppesati accuratamente tutti i pro e i contro delle eventuali scelte. Come se non bastasse, l’unicità delle razze viene anche sottolineata da una colonna sonora sempre differente, che con la sua melodia vuole mettere in evidenza i tratti peculiari della fazione, più dolce e lenta per quelle più pacifiche, molto più solenne e cadenzata ad esempio per l’espansionistico Impero Unito, la fazione umana.
Mai uguale a sé stesso
Ogni partita in Endless Space 2 è diversa dalla precedente e la generazione randomica delle costellazioni e il punto di partenza affidato al caso mettono il giocatore davanti a sfide sempre differenti. Se le fazioni fossero immutabili e cristallizzate attraverso i turni, la situazione di partenza avrebbe però un peso specifico ineluttabile, da un lato potrebbe avvantaggiare oltre modo il giocatore, così come tagliarlo fuori dalla corsa verso la vittoria, perché magari circondato dai bellicosi Cravers oppure isolato in un braccio remoto della galassia. Endless Space 2 è invece malleabile come la creta, è una creatura liquida che si modella sotto le mani del giocatore: se l’esigenza lo richiedesse, anche i pacifici Unfallen sono capaci di sfoderare gli artigli e di diventare una potenza militare, lanciando nello spazio enormi flotte di vascelli dotati di missili e cannoni. L’albero delle tecnologie è stato rivisto rispetto al primo Endless Space, disposto ora in modo radiale e suddiviso in quattro sezioni: sviluppo impero, scienza ed esplorazione, economia e commercio e lato militare. Molte tecnologie sono legate a vicenda e suggeriscono al giocatore la strada da prendere, altre sono necessarie per colonizzare pianeti inizialmente inospitali, in partenza è sempre meglio assicurarsi delle entrate economiche sviluppando un buon commercio, ma la cosa che veramente sorprende è che ogni singolo nodo influenza profondamente la fazione, dalla sua politica fino alle relazioni con le altre potenze. La ricerca di un nuovo modulo per le astronavi non solo garantisce una maggiore potenza di fuoco per queste ultime, ma accresce anche l’influenza del partito militare. Il peso politico non viene determinato esclusivamente dalle tecnologie sbloccate, ma anche dagli edifici che vengono installati sulle colonie, così come dagli eroi generati in modo casuale e arruolati. Questi personaggi dovrebbe dare a Endless Space 2 delle parvenze da GDR, ma il loro ruolo rimane relegato sullo sfondo, e le influenze rimangono impercettibili, sia nel caso in cui vengano associati ad una flotta, sia che diventino i governatori di un qualche sistema. Arruolare un eroe con il tratto di scienziato o di guerrafondaio ha però delle ricadute sulle elezioni e sul sistema politico della fazione, con leggi ed emendamenti sempre diversi in base alla corrente politica dominante.
Relazioni spaziali
L’albero delle tecnologie, esattamente come per Civilization, ospita le opzioni diplomatiche. Personalmente non amo mai questa scelta che, se nel caso del titolo di Firaxis trova giustificazione nel cammino evolutivo della civiltà, in Endless Space 2 appare una forzatura priva di reali fondamenta. In tal modo, per interagire in modo più approfondito con le altre razze occorre spendere un bel po’ di turni in un determinato ramo, magari a discapito dello sviluppo militare ed economico. Anche nel caso in cui la via diplomatica venisse esplorata in lungo e in largo, Endless Space 2 non brilla per quel che riguarda le relazioni, limitate a poche scelte standard e da un atteggiamento sempre lineare dell’AI. Le altre fazioni si attengono infatti in modo pedissequo al proprio background: il comportamento è sì più leggibile e coerente, senza strani capovolgimenti di fronte o tradimenti, ma non va oltre la pace perpetua nel caso degli Unfallen, del commercio ad ogni costo per i Lumeris o della guerra ad oltranza per i Cravers. Lo spazio profondo ospita anche numerose fazioni minori, che giocano però un ruolo oltremodo marginale nel balletto delle potenze intergalattiche, finendo spesso e volentieri per essere assorbite da un impero in crescita. In Endless Space 2 la guerra non è una via obbligatoria, la vittoria può anche essere raggiunta estendendo un monopolio commerciale lungo tutta la galassia, ma tra pirati sempre pronti a saccheggiare i convogli o fazioni bellicose per natura, non passano molti turni prima che lungo qualche sistema avvenga un duello spaziale. Rispetto al suo predecessore, la tattica in Endless Space 2 non è più basata sul sistema delle carte, che non era certo una via perfetta, ma a suo modo dava delle armi strategiche al giocatore, praticamente assenti nel nuovo capitolo. Una volta impostate, le battaglie vengono simulate in modo automatico e molto cinematografico, tra raggi laser, manovre di veloci incrociatori e il fuoco pesante di ingombranti vascelli spaziali. La pianificazione dello scontro è quasi del tutto assente, ma questo non vuol dire che i duelli vengano decisi esclusivamente dal numero di astronavi messe in campo: queste utlime possono essere personalizzate pezzo dopo pezzo in hub dedicato, in modo tale da avere una flotta abile sia negli scontri ravvicinati che letale con i razzi a lungo raggio, resistente agli assalti avversari e veloce nella fuga.
Il finale
Endless Space 2 non rivoluzione la nicchia degli strategici a turni, forse Stellaris, nella sua unicità, riesce ad emergere con più personalità dalla massa, ma nel titolo di Amplitude Studios ogni cosa è perfettamente al suo posto e tutti gli elementi sono incastrati e collegati alla perfezione, in un puzzle dove i tasselli formano un quadro coerente, in cui spicca la mano di un team giunto alla definitiva consacrazione. Nulla è lasciato al caso, nemmeno l’end game, fase in cui, tra innumerevoli sistemi da controllare, flotte da spostare e fazioni da tenere a bada, Endless Space 2 rischia di travolgere come un fiume in piena il giocatore meno pronto. Il rischio di una fastidiosa microgestione viene comunque scongiurato, perché la direzione e lo sviluppo delle colonie può essere affidato all’AI, incanalando magari lo sviluppo verso la felicità della popolazione, la produzione di cibo o, ancora, la crescita economica. Endless Space 2 mostra però qualche scricchiolio nelle fasi finali sotto il profilo tecnico: il passaggio fra un turno e l’altro non porta mai via troppo tempo, ma la fluidità viene in qualche modo meno, tra finestre che si aprono in ritardo e qualche frame perso nella navigazione e nella lettura dei messaggi. Dal punto di vista della lingua, Endless Space 2 non è tradotto in italiano.
HARDWARE
Requisiti minimi:– Sistema operativo: Windows (64bits only) 7 / 8 / 8.1 / 10– Processore: i3 4th generation / i5 2nd generation / A6 series– Memoria: 4 GB di RAM– Scheda video: Intel HD 4000 / AMD Radeon 5800 series / NVidia 550Ti– DirectX: Versione 11– Memoria: 8 GB di spazio disponibile– Scheda audio: DX11 compatible– Note aggiuntive: Minimum Resolution: 1280 x 720
Requisiti consigliati:– Sistema operativo: Windows (64bits only) 7 / 8 / 8.1 / 10– Processore: i3 5th generation (or newer) / i5 3rd generation (or newer) / FX4170 (or newer)– Memoria: 8 GB di RAM– Scheda video: AMD Radeon 8000 series or newer / NVidia GTX 660 or newer– DirectX: Versione 11– Memoria: 8 GB di spazio disponibile– Scheda audio: DX11 compatible– Note aggiuntive: Recommended Resolution: 1920 x 1080
– UI affascinante e chiara allo stesso tempo
– Ogni fazione ha uno stile unico
– Totale libertà nella conduzione della partita
– Profondo, dalle molte sfaccettature ma mai caotico
– Tutto è collegato in una rete dai molti nodi
– Lato diplomatico debole
– Fazioni minori con poca influenza
– AI fin troppo leggibile
– Qualche incertezza tecnica
– Eroi dimenticabili
8.5
In un parallelo calcistico, SEGA sarebbe il Barcellona, e il tridente d’attacco non sarebbe più Messi-Suarez-Neymar, ma Creative Assembly-Relic Entertainment-Amplitude Studios. Con Endless Space 2, il team francese entra con decisione nell’elite dei developer in questo genere e lo fa costruendo un titolo curato, rifinito, profondo e che potrebbe assorbire molte ore della vostra vita senza nemmeno che ve ne accorgiate. Endless Space 2 ha ben poco da invidiare ai mostri sacri del genere, è un prodotto moderno che vive e respira attraverso la sua interfaccia di gioco, non un insieme di sterili menù, ma una strada che indirizza e guida il giocatore nella corsa alla conquista dello spazio. Ogni partita è diversa, la libertà è pressoché totale e, anche nelle loro peculiarità, le singole fazioni non precludono alcuna opzione al giocatore. Qualche sbavatura rimane, come in molti 4x, l’IA non è molto brillante e l’aspetto diplomatico pecca di profondità, mentre i duelli e le battaglie, pur non lasciati a mero accessorio di contorno, di certo non sono il cuore dell’esperienza di gioco.