Dopo quindici anni dalla cospirazione che ha tentato di sovvertire il destino della famiglia reale di Dunwall, il trono della legittima imperatrice viene messo di nuovo a repentaglio da un colpo di stato improvviso. Ordito dal Duca di Serkonos, in combutta con la strega Delilah che si autoproclama la sorella segreta della defunta Jessamine, l’atto violento apre il prologo di Dishonored 2, facendo scegliere al giocatore se impersonare Emily Kaldwin o Corvo Attano. Chi ha giocato ai due DLC del primo capitolo avrà certamente una visione d’insieme migliore e capirà più a fondo i riferimenti al Pugnale di Dunwall e a Le Streghe di Brigmore, mentre chi non ha avuto il piacere di farsi ammaliare dal capostipite può comunque stare tranquillo: nelle prime fasi di gioco la storia verrà compendiata attraverso un filmato e introdurrà i neofiti a questo seguito, capace di migliorare in toto una formula di gioco già vincente e molto apprezzata.
Artigiani della qualità
Dishonored 2 è un gioco più maturo, che sa osare e ampliare a dismisura il suo concept, rafforzando ulteriormente un’identità già forte, dai tratti unici. Lo fa espandendo con intelligenza l’uso e le funzionalità dei poteri, i modi per sbarazzarsi dei nemici, scappare, intrufolarsi, trovare tragitti alternativi e interpretare con pochissime limitazioni lo stile di gioco che più sentirete vicino alla vostra indole. I meriti di Arkane Studios vanno però ben oltre tutto ciò, e si estendono a delle scelte di game design ben oculate, che sanno come incoraggiare tutti coloro che da uno stealth così ben studiato e articolato sapranno trarre il meglio.
Dishonored 2 si fregia di un level design ammirevole, superbo e da elogiare a più riprese: basti pensare all’architettura cangiante e impossibile di Villa Meccania, che come un ipercubo squinternato fa perdere i punti di riferimento e ne crea di nuovi; o al dualismo di diversi flussi temporali che si intersecano e mostrano al contempo il lato fatiscente e lussuoso dello stesso edificio. La caratterizzazione di Karnaca è realizzata ad arte: la Perla del Sud è un’enorme cittadina portuale, dai tratti mediterranei nella zona costiera, coi suoi mercatini e l’enorme palazzo ducale che si affaccia su un porto privato; più sanguigna e straniante nei pressi del Distretto delle Polveri, squassato dalle tempeste di sabbia e dagli scontri tra bande. Differenziata dalla bigia e decadente Dunwall, Karnaca è inoltre impreziosita dalla bellezza sfarzosa dei Giardini di Cyria e del Conservatorio Reale, e da quella appassita dei luoghi abbandonati e segnati dal tempo, ricchi di storie, sottotrame, macchinazioni socio-politiche striscianti, segreti e verità nascoste, raccontate con minuzia e sparpagliate lungo i livelli, per essere scoperte da chi coglierà il vero spirito di Dishonored 2. Nonostante lasci infatti la piena libertà di scegliere e variare in qualunque momento l’approccio di gioco, si tratta di un titolo che per essere goduto appieno andrebbe affrontato con la calma di chi sa attendere e sa dileguarsi in silenzio, di chi vuole esplorare e conoscere, calandosi nel ruolo dell’ombra silente che fa del caos ridotto il suo alleato più fedele. Giocarlo a testa bassa, correndo, uccidendo tutti e arrivando al dunque, sebbene sia possibile in virtù di una varietà senza pari nel genere, oltre ad accorciare sensibilmente la durata significa perdere il piacere della scoperta e peccare di superficialità. Oltretutto, così facendo si nota maggiormente l’unica debolezza della produzione, ancora poco convincente sugli scontri corpo a corpo. L’IA è invece migliorata rispetto al capitolo precedente: c’è una maggiore reattività, il posizionamento delle guardie è più oculato e si traduce in azioni di concerto contro il giocatore e sa dare il meglio di sé alla massima difficoltà. È certamente perfezionabile, ma chi vuole giocare da vero purista, a difficile e rifiutando i poteri soprannaturali donati dall’Esterno, sarà ricompensato da una sfida che saprà metterlo alle strette e offrirà un ventaglio di soluzioni assai ristretto.
Plasmare il proprio destino
Al contrario, coi poteri dei due personaggi a disposizione verrà fuori tutta la libertà interpretativa di Dishonored 2, che risulta essere persino maggiore del capostipite grazie alla possibilità di poter sperimentare liberamente. Per quanto riguarda Corvo, “basti pensare ad esempio a Branco Famelico e alle nuove possibilità che può offrire, o all’abilità della Possessione, che consente ora di effettuare trasmigrazioni a catena o di rifugiarsi all’interno dei cadaveri che avete seminato lungo le strade di Karnaca. In tal senso, dovete pensare ai corpi inanimati come a dei punti strategici, da sfruttare soprattutto durante le manovre evasive o per sgattaiolare via senza avere occhi indiscreti addosso. Si pensi inoltre a ciò che Distorsione permette di fare: rallentare il tempo, fermarlo, farlo avanzare lentamente e lasciar decidere a chi gioca – di fatto – in che modo gestire l’azione su schermo. Fate lo sforzo mentale di pensare alla combinazione di queste possibilità con quelle già conosciute come Traslazione, e otterrete un’esplorazione degli scenari davvero libera e con limitazioni ancora meno evidenti”. Coi poteri di Emily si ha la possibilità di avere altri tipi di approcci, e questo significa che Dishonored 2, al di là della voglia di scoprire i finali e gli esiti determinati dalle scelte che avrete compiuto durante l’avventura, si presta a essere rigiocato più di una volta. Da guerrafondaio, rigorosamente stealth o con soluzioni miste lo deciderete solo voi, gli unici in grado di plasmare una conduzione di gioco aperta e con pochissimi paletti concettuali. Partendo con Corvo ci si sentirà subito a proprio agio e sembrerà quasi di riprendere da dove tutto si era interrotto; con Emily, invece, si potrà avere un’alternativa tutto sommato diversa, soprattutto grazie a un paio di poteri distintivi che cambiano le carte in tavola e agevolano i meno pazienti. Al di là di tutto ciò che ne consegue, di alcuni dialoghi diversificati e delle scene di presentazione delle missioni che variano e che presentano due punti di vista, la campagna non è differenziata e segue le medesime vicende narrative dall’inizio alla fine. Si consideri però che la quantità di obiettivi secondari, di segreti da portare alla luce e di bivi decisionali vi spingerà ad agire diversamente se vorrete ricominciare l’avventura con un altro personaggio.
Il valore artistico di Dishonored 2 è smisurato, sorretto da una volontà d’intenti chiara e precisa, che non tentenna mai e che sa come dare carattere ai personaggi e a un mondo di gioco stratificato e straordinario.
Abbiamo effettuato la nostra prova su PS4, pertanto non possiamo fare una disamina tecnica della versione PC, che si è momentaneamente rivelata un po’ meno solida. Si tratta in ogni caso di problematiche che verranno con ogni probabilità risolte con una patch correttiva e che non inficiano quella che è l’altissima godibilità del titolo. Su console non ci sono problemi tecnici degni di nota, e al di là delle texture in bassa risoluzione che ricoprono diversi elementi degli esterni, di rari episodi di blur o di tearing quando a bordo della barca verrete trasportati dalla Dreadful Whale alle diverse destinazioni, Dishonored 2 funziona alla grande. E saprà dare il meglio a chi vorrà e saprà cogliere tutte le splendide sfaccettature di uno dei diamanti più preziosi dell’ultimo periodo, che prosegue una tradizione che in quattro anni nessuno ha saputo portare avanti in modo così brillante.
– Libertà di approcci impressionante
– Level design da applausi
– Mondo di gioco denso, ispirato e ricco di sottotrame e segreti
– Miglioramenti evidenti alla formula, ai poteri e a molte delle carenze del primo episodio…
– … Ma gli scontri corpo a corpo sono da migliorare
– Texture in bassa risoluzione su diversi elementi degli ambienti esterni
Dishonored 2 rappresenta non solo un seguito ideale, ma costruisce attorno alle sue caratteristiche più di rilievo un vestito di gran classe, i cui tessuti più pregiati sono un game design intelligente, un level design a tratti sbalorditivo e la capacità di lasciar gestire al giocatore il modo in cui vorrà costruire il proprio destino.