Italiani, un popolo di santi, poeti e navigatori. Ma soprattutto di allenatori del lunedì mattina, seduti al bar davanti ad un caffè e all’immancabile Gazzetta dello Sport. Come ogni anno, con l’arrivo dell’autunno, si lasciano alle spalle gli inutili mesi fatti di vacanze, sole e mare e finalmente si torna a parlare dell’unica cosa che conta veramente: il calcio, naturalmente anche declinato nella sua versione digitale. Se l’apparenza indica un atavico scontro tra Fifa e Pro Evolution Soccer, la realtà fa i conti con un terzo e pesante incomodo, ossia Football Manager, da sempre una vera e propria religione per chi all’azione preferisce l’analisi delle statistiche, la tattica e il calciomercato. A poche settimane dalla sua uscita, già si pensa con quale squadra tentare la scalata dalle serie minori fino alla conquista della Champions League, ma soprattutto ci si prefigura i campionati semi-sconosciuti dove mandare attenti osservatori alla ricerca dei giovani talenti, perché ammettiamolo, il bello di Football Manager non è avere in rosa i Messi o i Cristiano Ronaldo, bensì schierare fra i pali un astro nascente della Costa d’Avorio. Se amate la serie, siete già a conoscenza delle arti divinatorie di Football Manager, motivo per cui vi potete vantare di aver scovato un certo Robert Lewandowski quando militava nel Znicz Pruszków, oppure di aver acquistato il cartellino di Marco Verratti direttamente dal Pescara targato Zeman. Purtroppo, anche gli esperti osservatori al soldo di Miles Jacobson, studio director di Sports Interactive, prendono alle volte dei terribili granchi e lo scopo di questo articolo è proprio quello di stilare un ipotetico undici di giovani promesse svanite nel nulla più totale, a dispetto delle loro statistiche in Football Manager. Siamo certi che gli allenatori più attempati conosceranno bene questi nomi e li sfidiamo nei commenti a trovare una rosa altrettanto degna di “Chi l’ha visto”.
Portiere e difesa: Arenas – Mattock – Breno – Van Den Borre – Lassissi
Libis Arenas – La partenza avviene sempre tra i pali, dove non è possibile non citare il mitico Libis Arenas, che noi italiani abbiamo potuto apprezzare nelle sue 0 presenze nella Lazio. Nonostante le promesse balenate da Football Manager 2008, basta consultare rapidamente la pagina Wiki di Arens per scovare i suoi grandi successi, divisi fra il Sud Africa, l’Uruguay ed il Paraguay prima di venire definitivamente svincolato.
Joe Mattock – Acquisto imprescindibile di Football Manager 2007, il giovane terzino sinistro britannico poteva essere acquistato per pochi spicci dal Leicester City, allora ben lontano dai fasti odierni, mentre ancora militava nella Championship League. L’etichetta di nuovo Gareth Bale che appariva nella descrizione del talentuoso fluidificante era un sinonimo di garanzia e dopo tre stagioni, la spesa di poche migliaia di euro garantiva quello che con ogni probabilità era il migliore difensore di fascia sinistra. Nonostante giovane età – Mattock è solo del 1990 – la sua carriera ha però ad oggi ben poco da spartire con quella del fuoriclasse gallese e Joe Mattock naviga ancora fra le leghe minori inglesi.
Breno – Un giocatore esplosivo proveniente dal San Paolo, il difensore centrale secondo Football Manager 2007 assicurava un roccioso e tecnico difensore centrale per le stagioni future. Forse abbagliato delle sue statistiche in colpo di testa e marcatura, anche il Bayern Monaco puntò su Breno, prima di accorgersi che di esplosivo il giocatore aveva solo il suo appartamento in Germania che, almeno stando alle indagini tedesche, lui stesso decise di mandare in fiamme. Dopo i fatti di cronaca la stella di Breno si è eclissata rapidamente ed ora siede sulla panchina del San Paolo, il club che lo lanciò fra i professionisti.
Anthony Vanden Borre – Un nome che negli anni è divenuto sinonimo di Football Manager, una vera e propria leggenda, duttile da impiegare sulla destra, a centrocampo o in mezzo alla difesa. A differenza di molti altri giocatori misteriosi, Vanden Borre aveva tutte le ragioni per apparire come una sicura futura stella del panorama calcistico europeo ed il suo trasferimento nel 2007 alla Fiorentina pareva il preludio per una gloriosa carriera, ma le sole due presenze minarono pesantemente il suo futuro. A onor del vero, Vanden Borre non è completamente sparito dalla scena calcistica e fra campionato belga e francese ha sempre trovato il suo spazio, ma dal palo colpito contro il Chelsea in Champions League all’età di 18 anni al falso allarme bomba da lui causato all’aeroporto di Bruxelles ne è passata di acqua sotto i ponti.
Saliou Lassissi – Con il promettente giocatore proveniente dalla Costa d’Avorio, Football Manager, anzi Championship Manager 2001/2002 poteva averci preso sul serio, ma se seguite il calcio con attenzione e avete una certa età saprete la triste fine di Lassissi, la cui carriera si frantumo letteralmente in una notte d’estate assieme alla sua tibia e perone. Da quel grave infortunio, purtroppo Lassissi non si riprese mai più e tra ricoveri in cliniche dove a suo dire veniva curato con metodi sbagliati e le 0 presenze con la maglia della Roma in ben tre anni, divenne una star solo nel database di un datato Championship Manager.
Centrocampo: Benedict Vilakzi – Tonton Zola Moukoko
Benedict Vilakzi – Con Vilakzi iniziano i veri botti – mai esplosi – di Football Manager, giocatori che, a metà tra la realtà e la leggenda, non si capisce bene perché dovessero essere dei fenomeni secondo gli osservatori sguinzagliati da Sports Interactive. Era la stagione 2006/2007 quando dal Sud Africa, precisamente dagli Orlando Pirates, arriva il roccioso mediano di centrocampo, con il suo 1,57 di altezza, ma 18 di tecnica (ricordiamo che il massimo è sempre 20 in tutte le statistiche), 17 in accelerazione, e con tutte le caratteristiche mentali ben al di sopra dei giocatori dalla caratura internazionale. Inutile dire che di quel roseo futuro prospettato da Football Manager 2007, Benedict Vilakzi non ha vissuto nemmeno un momento e se vi state chiedendo dove sia ora, lo potete incontrare ad allenare una squadra dilettante del Sud Africa.
Tonton Zola Moukoko – Come per Lassissi, anche con Tonton Zola Moukoko bisogna scavare fino a Championship Manager 2001/2002, edizione della serie dove il centrocampista non colpiva solo per il suo bizzarro nome, ma anche per le sue statistiche del tutto insensate per un giovane diciottenne che allora militava nelle giovanili del Derby County, squadra inglese da cui poteva essere prelevato per pochi spicci. Veloce e dalla tecnica sopraffina, era il perfetto giocatore di squadra da piazzare a centrocampo per assicurarsi filtro sulla mediana ma anche ripartenze verso l’attacco. Nonostante la sua carriera si sia rivelata nella realtà del tutto inconsistente, Tonton Zola Moukoko è entrato nel cuore di tutti i fan di vecchia data di Championship Manager, che leggenda vuole ancora gli telefonino per avere sue notizie. Inoltre, non sono poche le pagine Facebook dedicate al ex-centrocampista svedese.
Attacco: Nicolas Millan – Maxim Tsigalko – Anatoli Todorov – Supat Rungratsamee
Nicolas Millan – Giovane, a poco prezzo, già talentuoso ma dalle prospettive senza limiti: così si presentava all’alba di Football Manager 2007 il trequartista/attaccante colombiano. Le alte aspettative erano giustificate dai 4 gol in 3 partite con la nazionale under-17, ma a distanza di circa 10 anni ci si rende conto quanto la realtà sia ora differente e il Cristiano Ronaldo cileno – questo il soprannome di Nicolas Millan – nonostante la giovane età – classe 1991 – difficilmente toccherà le vette mostrate in Football Manager 2007 visto il suo vagare nelle leghe minori cilene.
Maxim Tsigalko – A blast from the past, forse uno nei nomi più noti di questa lista nera. Direttamente da Championship Manager 2001/2002, arriva Maxim Tsigalko, spietato bomber d’area da non confondere con il quasi omonimo fratello portiere: bastano pochi click per scovare l’aura di leggenda vivente dell’attaccante bielorusso della Dinamo Minsk che, nonostante i suoi 18 anni, poteva vantare svariati 20 fra finalizzazione, accelerazione, tecnica e colpo di testa. A che punto è la sua carriera oggi? Finita a soli 26 anni e ora nessuno sa che fine abbia fatto Maxim Tsigalko.
Anatoli Todorov – Forse stiamo esagerando con le scelte provenienti dal cugino defunto, ma Championship Manager è una vera e propria fucina di paracarri. Dall’edizione 2003/2004 ecco spuntare fuori Anatoli Todorov, che a quei tempi vestiva la maglia del Litex, nel campionato bulgaro. Sinceramente, è inspiegabile come il bulgaro sia stata dipinto e creato come una spietata macchina da gol quando alla realtà dei fatti tutta la sua carriera si è distribuita fra i poco prestigiosi campionati dell’est Europa, senza mai lasciare il segno. Ma ai nostalgici questo interessa poco, quello che interessa è ricordare le sue mirabolanti parabole sul campo da gioco virtuale e le statistiche prive di ogni senso.
Supat Rungratsamee – i giocatori elencati qua sopra non hanno mantenuto la benché minima promessa, ma almeno siamo sicuri siano esistiti. Ecco, con Supat Rungratsamee non siamo nemmeno sicuri che sia mai nata una persona con questo nome. Il Polybius di Championship Manager 2003/2004 è un vero e proprio mistero: perché uno sconosciuto sedicenne tailandese delle giovanili del Portsmouth dovesse diventare l’attacante più forte del mondo nessuno lo ha mai capito, anche perché la sua stella era già sparita l’anno successivo. Girando per il web è possibile imbattersi in foto che ritraggono il giovane Rungratsamee così come in discussioni su Facebook tra l’oramai ritirato attaccante e qualche nostalgico fan, ma non si è certi della realtà di questi documenti.
Football Manager ora e Championship Manager prima non sono dei semplici giochi, ma una vera e propria fede, i cui adepti portano avanti da decenni immagazzinando nella memoria formazioni, tattiche e giocatori. Nel corso degli anni l’elenco delle leggende continua ad aumentare e stando seduti ad un bar le discussioni con un vostro amico su Mika Aaritalo, Mark Kerr o Tò Madeira potrebbero andare avanti fino a tarda notte, ricordando con piacere quella volta in cui avete messo sotto contratto il sogno americano Freddy Adu. A quel punto vi guarderete attorno e vi renderete conto che avete fatto scappare ogni forma di vita del gentil sesso e vi sorriderete soddisfatti per aver mantenuto alta la bandiera di Football Manager.