Fate riaffiorare per un istante dalla vostra memoria i momenti più spettacolari dell’intero genere dei titoli action. Il combattimento contro l’idra del primo God of War e l’inizio del suo seguito, le Izuna Drop e lo scontro finale di Ninja Gaiden 2, la battaglia contro Nelo Angelo nel primo Devil May Cry, e via così. La mente pensando a queste scene cavalca una moto spinta a velocità supersoniche dalla sola adrenalina, e la guida su montagne e pareti di palazzi, sbattendosene altamente della forza di gravità. Se si è appassionati di questa tipologia di videogiochi sono momenti che segnano, e che risultano persino un po’ insidiosi, poiché chi li vive si convince che non possano essere superati. Poi arrivano i Platinum Games, piazzano due cariche sotto alla vostra motocicletta di fantasia, e vi spediscono direttamente nello spazio. Alla faccia dei ricordi indelebili.
Bayonetta 2 è questo, un gioco che è davvero riduttivo definire “fuori di testa”, l’incarnazione di tutto ciò che un action dovrebbe essere e uno dei migliori prodotti disponibili sull’attuale generazione di console. E se vi stiamo dicendo tutto subito è solo perché vogliamo restare in linea con la filosofia del gioco facendovi immediatamente render conto di quanto vale, proprio come i suoi primi livelli mettono le cose in chiaro dopo una manciata di minuti.
Non siamo davanti a un lavoro perfetto, ma dopo averlo completato e rigiocato per ore ed ore abbiamo riscoperto perché amiamo tanto questa geniale software house giapponese. La strega con gli occhiali val bene un WiiU.
Nessun limite
Allacciatevi subito le cinture, perché le montagne russe stavolta partono direttamente dalla trama. Nel primo Bayonetta la storia è stato l’elemento più criticato: un’accozzaglia di personaggi poco interessanti, sottotrame banalotte e flashback scarsamente ispirati, salvata solo dall’estro della protagonista e dalla grandiosità delle situazioni in cui veniva a trovarsi. In questo seguito l’autore della storia, Kamiya in persona, ha però corretto il tiro. Le vicende sono sempre al di là di qualsiasi logica, ma stavolta spegnere il cervello e godersele è molto più piacevole, visto che gli eventi non rallentano mai nemmeno per un secondo e bombardano costantemente i sensi di chi li osserva.
Abbandonate la razionalità e la campagna di Bayonetta 2 vi divertirà da matti, anche se un problemino c’è ed è legato alla continuità. Il gioco è infatti un seguito diretto del primo Bayonetta, e risulta quasi impossibile godersi i collegamenti (peraltro parecchi) senza averlo giocato. La scelta di Nintendo di inserire il predecessore direttamente nella special edition è quindi quantomai furba.
Tutto stavolta ruota attorno a un’evocazione andata male durante un attacco angelico, che costringe Bayonetta ad andare letteralmente all’inferno per salvare la sua amica Jeanne, e a un misterioso ragazzino di nome Loki. Il resto è inutile anche solo tentare di descriverlo in modo assennato. Voi ricordate solo che la nuova premessa ha dato ai Platinum la possibilità di infilare qualunque cosa gli passasse per l’anticamera del cervello nel loro gioco, e ciò è bene.
Il primo e più diretto impatto lo si nota dopo qualche ora, quando ci si rende conto che gli avversari non sono più solo dei grotteschi angeli ma anche delle mostruosità demoniache estremamente pericolose. Bayonetta 2 vi metterà contro nemici di ogni genere, tutti dotati di abilità specifiche da tenere d’occhio, e facili da abbattere solo una volta appreso ogni loro pattern d’attacco e padroneggiato alla perfezione il timing dei colpi.
Quando si ha una tale varietà di antagonisti a disposizione è necessario un combat system coi fiocchi perché l’esperienza risulti realmente eccezionale. Per fortuna l’ultimo action di Platinum costruisce sulle già stratosferiche basi del primo Bayonetta, ampliando con qualche ritocco un sistema già molto vicino alla perfezione.
Descriviamolo un po’ più nel dettaglio, per chi non lo conoscesse già: il combat system di Bayonetta è un’evoluzione di quello visto in Devil May Cry, una sorta di sfida di Kamiya a sé stesso, pensata per dimostrare le sue capacità dopo anni dalla creazione del primo reale esponente del genere. È un piccolo capolavoro di tecnicismi, mosse over the top e armi uniche, che offre meccaniche offensive e difensive perfettamente calcolate, e una varietà impressionante da ogni punto di vista. Permette di equipaggiare due diverse armi ai piedi e alle mani della protagonista e di sostituirle a metà di una combo, ma non finisce qui, poiché ogni singola arma disponibile presenta effetti unici legati alla pressione prolungata dell’attacco e conseguenze specifiche nelle combinazioni che facilitano la sconfitta di nemici di un certo tipo. A questo si aggiungono pistole per colpire dalla distanza, una schivata che, se eseguita all’ultimo momento, rallenta il tempo per qualche secondo, e l’incredibile possibilità di bufferare i colpi proprio durante la schivata, che assicura di completare una serie devastante anche dopo una manovra difensiva. Una fusione magnifica di meccaniche calcolate alla grande, che ottiene ulteriore complessità dalla presenza di svariati accessori con effetti aggiuntivi, mosse extra e oggetti curativi tutti acquistabili nell’allegro bar di Rodin. Il Witch Time, un bullet time con attacchi potenziati attivabile una volta caricato abbastanza potere magico, e la possibilità di finire gli avversari con strumenti di tortura chiudono il pacchetto con un fiocco rosa infuocato.
Per completezza citiamo anche la possibilità di controllare la protagonista con il touchscreen del paddone, ma ve lo diciamo senza mezzi termini: fate finta che l’opzione non esista. Rovinarsi un gameplay del genere in questo modo è praticamente una bestemmia.
L’unica cosa relativamente criticabile riguarda le poche innovazioni, ma è difficile non notare i perfezionamenti. Combinazioni brevi troppo utili sono state depotenziate per favorire le serie più lunghe, le armi ribilanciate, ed è possibile eseguire manovre a dir poco esaltanti durante uno scontro se si imparano ad utilizzare a dovere le qualità di ogni strumento di morte. Bayonetta 2 è esaltazione pura in battaglia.
Quando “platinare” cambia completamente significato
C’è un solo lato negativo concreto in tutto questo ben di strega, le boss fight. Non pensiate nemmeno per un momento che non siano combattimenti divertenti, semplicemente alle volte ci sono parsi fin troppo eccessivi. Un sistema affinato come quello di Bayonetta 2 dà il meglio di sé contro avversari multipli da contrastare in modo intelligente, e perde molto del suo fascino se il nemico è un bestione gigante con pattern abbastanza prevedibili. Fatto sta che nella campagna gli sviluppatori hanno voluto puntare tutto sull’esagerazione, quindi i mostri enormi non mancano e le meccaniche del titolo si snaturano un pochino. Dal punto di vista della varietà, comunque, zero proteste, perché il numero di sequenze esplosive, colpi di scena e confronti assurdi è da capogiro.
La variazione è presente anche a livello di modalità. Strutturalmente il titolo è un action nipponico in tutto e per tutto, dunque presenta una campagna non esageratamente longeva, con punteggi multipli e medaglie che vengono assegnate al giocatore in base alla sua prestazione. Ma alzando la difficoltà la sfida si fa brutale, i punteggi elevati sono molto ardui da ottenere anche in normal, e la rigiocabilità generale è altissima. Qui si tenta inoltre di pompare il tutto ancor di più, con l’aggiunta di una serie di battaglie a difficoltà crescente da affrontare dopo aver completato l’avventura, sfide segrete nascoste per i livelli, e addirittura una modalità multiplayer online cooperativa/competitiva a due, che permette di affrontare vari tipi di avversari in un serrato confronto fino all’ultimo punto stile. È possibile persino giocare con un compagno controllato dall’IA, e accumulare le aureole che fungono da valuta nel gioco scommettendo sulla propria vittoria ad ogni match.
Lodevole infine il comparto tecnico. I Platinum hanno dato vita a un tornado di colori e mosse da urlo, e l’hanno inserito all’interno di ambientazioni artisticamente ispiratissime. Il livello di dettaglio grafico non è elevatissimo (c’è qualche sgranatura pesantuccia sulle ombre nelle cutscene, il conteggio poligonale è tutt’altro che mostruoso, e non manca qualche piccolo glitch), ma l’impatto resta notevole e l’unico difetto grave sono i cali di frame rate. Attenzione, non si tratta di cali netti e costanti, solo di abbassamenti secchi della velocità d’azione in alcune situazioni davvero troppo concitate (un doppio attacco ad area con fiammate ed evocazioni in co-op, ad esempio), ma vista la rapidità dell’esperienza si notano di brutto. Peccato, eppur non basta certo a rovinare un lavoro di tale qualità.
Considerate come ultimo fattore positivo che l’esclusività Nintendo del titolo ha permesso ai Platinum di inserire un bel po’ di allegri costumi nel gioco, tutti dotati di qualche sorpresa gustosa. Non vi anticipiamo nulla, ma vi consigliamo di usare quello ispirato a Starfox nell’ultima manciata di capitoli della campagna. I nostalgici non potranno che versare almeno una lacrimuccia.
– Combat system stratosferico
– Dire “spettacolare” è seriamente troppo poco
– Rigiocabile e ricco di contenuti
– Co-op esaltante e competitiva al punto giusto
– C’è il primo Bayonetta nell’edizione speciale
– Qualche fastidioso calo di frame rate nelle situazioni più concitate
– Troppe boss fight esagerate snaturano leggermente la finezza del combat system
– Per godersi la trama è ancora necessario spegnere la parte logica del cervello
C’erano dubbi sul passaggio di consegne da Kamiya ad Hashimoto, ma Bayonetta 2 li prende e riempie di botte dopo pochi minuti di giocato. Questo è sicuramente il miglior action dell’attuale generazione e superarlo sarà immensamente difficile per chiunque arriverà dopo. Prende un sistema di combattimento già eccezionale e lo perfeziona, inserendolo in una campagna folle e adrenalinica, e condendo il tutto con una lunga serie di sorprese. Un lavoro strabiliante, che soffre solo di qualche fastidioso calo di frame rate e di un leggero eccesso di boss fight caotiche. Se amate il genere prendetelo senza pensarci un miliardesimo di secondo, c’è persino il suo predecessore ad aspettarvi nella confezione.