5 cose che mi sono piaciute (e il solito vizietto) della Summer Game Fest

Passiamo in rassegna le novità della Summer Game Fest tra annunci che hanno fatto battere il cuore e altri... un po' meno.

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a cura di Paolo Sirio

La Summer Game Fest è ufficialmente partita con il suo evento Kickoff che ha dato, di fatto, il via all’estate dei videogiochi. Diversamente dallo scorso anno, avremo un E3 2021 da spolpare e, soprattutto, il conduttore e produttore Geoff Keighley ha progettato la sua manifestazione non soltanto come un “semplice” banner sotto cui apporre svariate presentazioni in tono minore, ma anche perché ruotasse attorno ad una serata di gala in stile Gamescom Opening Night Live.

Proprio come la Opening Night Live scorsa, Keighley ha dimostrato di aver raccolto il feedback degli appassionati nei limiti del possibile, riducendo ad un’ora e quarantacinque minuti un evento che di norma gli porterebbe via – senza lasciare peraltro particolarmente il segno – oltre tre ore di diretta. Si è raggiunta la perfezione per questo tipo di trasmissione?

Non proprio, e gli stessi annunci di rilievo (per il grande pubblico due, se non uno e mezzo) sono stati in pratica posizionati all’inizio e alla fine con in mezzo tante produzioni “secondarie” che non avevano molto da dire. Ma è evidente come ad avere un grosso impatto su uno show simile sia la carenza di materiale, con big che hanno poco da dire quest’estate e quel poco che hanno se lo terranno per sé nel fine settimana.

Quindi, e lo avevo suggerito nel “pre”, questa Summer Game Fest ha ben poco di criticabile ed è anzi un’ennesima iniziativa apprezzabile di Geoff Keighley – l’unico che, pur ovviamente con i suoi (e spesso troppo criticati) interessi economici, da qualche tempo si sta battendo nel panorama internazionale per creare dei momenti significativi per i videogiocatori, e senza il quale quel dicembre, e adesso queste estati, sarebbero di gran lunga più poveri.

A Hideo Kojima Game by Hideo Kojima

La grande coppia è tornata: dopo aver saltato una manciata di appuntamenti causa COVID-19, ecco che Hideo Kojima torna in uno show di Geoff Keighley e, sopra ogni altra cosa, lo fa alla sua maniera. Al pari di un moderno Loki, Kojima ama e applica l’arte dell’inganno come nessuno, inducendo per svariati minuti gli spettatori a pensare che la sua presenza lì sia soltanto una visita ad un amico e un “favore” al businessman che deve pompare la sua nuova serata di gala.

L’aspetto più divertente è che Kojima – una delle poche teste pensanti che ancora prendono il microfono e parlano durante questi eventi – intrattiene e fornisce spunti di riflessione pure mentre gioca a fare la sua pantomima. E, alla fine, c’è la ricompensa per averlo ascoltato tutto quel tempo: la ricompensa è Death Stranding Director’s Cut, la tanto vociferata versione PS5 con contenuti aggiuntivi il cui trailer ha prima ricordato The Last of Us Part II con quel corridoio “fungino”, poi ha ammiccato a Metal Gear Solid chiudendo spassosamente con un passato fatto di scatole di cartone e arance.

“Datemi la data e sto apposto così”

Lavorando all’evento con i ragazzi che vi hanno fornito tutte le news in tempo reale dalla Summer Game Fest, mi sono lasciato andare ad un “basta che mi diano la data e stiamo apposto così” quando ho visto Sable affacciarsi sulla scena. Ma, evidentemente, Keighley aveva preparato qualcosa di più, che è stato con ogni probabilità il momento più alto se vogliamo tirare in ballo prospettive artistiche – sempre un pochino fuori luogo con questi eventi.

La produzione ha infatti coinvolto Japanese Breakfast, che cura la colonna sonora di Sable, per accompagnare alcuni spezzoni di gameplay (tratti ancora dall’alpha ma molto più rifiniti rispetto al gameplay “crudo” che era stato mostrato nei giorni scorsi – forse ripulito per la finalità dell’esibizione?) e, alla conclusione dell’orecchiabile brano, ha svelato che uno dei giochi che aspetto di più quest’anno sarà disponibile dal 23 settembre.

Sale e sacrificio

PlayStation ha avuto il suo momento alla Summer Game Fest con una parentesi guidata da Shuhei Yoshida, veterano adesso responsabile degli indie per Sony, che è stata piccola ma di certo più marcata rispetto a quella della concorrenza (con uno showcase in arrivo domenica, ci sta). Oltre al già disponibile e delizioso Chicory, è arrivata la sorpresa di un sequel di Salt and Sanctuary, chiamato Salt and Sacrifice.

Sapevo che l’idea di un soulslike su PS4 e PS5 (ma anche su PC) vi avrebbe allettato e infatti il reveal ha riscosso un grande successo sulle nostre pagine; allo stesso modo, posso dirmi sorpreso e contento per il ritorno di un minuscolo studio indie che seguo dai tempi di The Dishwasher – uno dei primissimi Xbox Live Arcade, per chi li ricorda – e che con l’originale Salt mi ha fatto compagnia in un po’ di viaggi in treno qualche anno fa.

Planet of Lana

Planet of Lana è il primo titolo della software house scandinava Wishfully, in arrivo nel 2022 su Xbox One, Xbox Series X|S e PC. Per il momento non si parla di Xbox Game Pass e, ammesso che le cose non cambino nel giro dell’anno che ci separa dal lancio, la scelta è comprensibile – forse, c’è il desiderio di evitare che finisca in un calderone nel quale faticherebbe a farsi distinguere.

In quei due minuti di trailer ho intravisto venature di Ori, principalmente per la direzione artistica (guidata da un tratto a mano), e in particolare quel gusto per il creepy e il leggero puzzle ambientale di Playdead. Quel che basta per farmelo tenere nei miei radar, insomma, aspettando di cogliere di più sul modo di raccontare che questo studio vorrà improntare per il gioco (punterà all’oscurità di un Inside?) e, naturalmente, di scoprirne il gameplay.

Elden Ring

Sarò sincerò: quello che abbiamo visto non mi ha esaltato particolarmente, sia perché i richiami ai precedenti titoli di From Software sono marcatissimi, sia perché in questo nuovo trailer abbiamo visto tanti stili diversi messi assieme. Va pur detto che parliamo di uno studio garanzia di gameplay, che andrà messo alla prova proprio su quello aspetto, e che abbiamo visto il montaggio di una manciata di minuti tratti da un’avventura lunghissima.

Quello che conta di più, ad ogni modo, è che Elden Ring è tornato: grazie al trailer e alla comunicazione ricca di dettagli proposta da Bandai Namco per l’occasione, abbiamo acquisito un mare di informazioni prima affidate soltanto a rumor (e in pratica tutti quelli che abbiamo riportato in precedenza si sono rivelati corretti), e abbiamo una data a cui guardare, finalmente, con trepidazione. E tutto questo fino a ieri sera non esisteva (e non era neppure scontato).

Il lupo perde il pelo…

Come dicevo, Geoff Keighley e i suoi stanno gradualmente migliorando sui tempi – anche se la prova finale sarà sempre The Game Awards, dove oltre agli annunci saranno da infilare pure i premi –, senza costringerci a maratone infinite per avere una manciata di presentazioni dal vago sapore dell’evento. Considerando che in passato abbiamo visto show allestiti coi paraocchi, già notare dei passi avanti anno dopo anno è qualcosa di positivo.

Tuttavia, va osservato come pure il Kickoff della Summer Game Fest abbia evidenziato il solito “vizietto” delle esibizioni allestite dal giornalista e produttore americano: l’appuntamento con la kermesse è stato imbottito di spot dagli sponsor (di nuovo, comprensibile), e soprattutto di trailer per aggiornamenti a service game che fatichiamo ad immaginare in linea con il target della serata.

L’impressione che si ha guardando un prodotto imbastito da Keighley è sempre la stessa, ovvero che si debba raggiungere un certo minutaggio per vendere gli slot pubblicitari alle compagnie che vi investono. È la stessa logica della televisione commerciale, solo che, diversamente da Sky o Mediaset, lo statunitense non ha un ventaglio troppo ampio di argomenti da cui pescare.

Paradossalmente per il tipo di evento che i fan vorrebbero, fintanto che la logica alla base della sua creazione sarà questa, l’avvenimento proposto sotto tali insigne avrà sempre una limitazione di fondo agli occhi dei cosiddetti “hardcore”: sarà sempre un’ora e un quarto di futilità, e un quarto d’ora o se va bene mezz’ora di novità di rilievo. La speranza è che, adesso che è stato (quasi) inquadrato il format, nel prossimo futuro i grandi player dell’industria diano una mano – in un modo o nell’altro.

In conclusione

Il calcio d’inizio alla Summer Game Fest è stato un brutto evento? Viste le contingenze, e comunque il paio di update importanti che ha messo sul piatto, non vorremo mai essere così duri nei confronti dell’organizzazione dell’evento; un evento che ha, se non altro, avuto il merito di scaldare il pubblico per l’E3 2021 e in un certo senso impostare in una maniera sana le aspettative per la kermesse losangelina/virtuale.

Nell’ottica di guardare con positività alle novità del e sul medium, prendo e porto a casa queste cinque primizie, che includono la nuova versione estesa di uno dei titoli che hanno definito la generazione appena trascorsa (che piaccia o meno, è la realtà) e il ritorno attesissimo del team di sviluppo che l’aveva battuto tra mille polemiche per il GOTY 2019. È un periodo di vacche magre ma i fazzolettini per asciugarsi le lacrime non mancano.

Se volete prepararvi all'arrivo di Elden Ring, che ne direste di buttarvi su Bloodborne Demon's Souls?
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