Neil Druckmann polemico contro i WGA (che escludono i videogiochi)

L'autore di The Last of Us - Part II non le manda a dire, dopo l'esclusione dei videogiochi dai premi per la miglior scrittura

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

In qualsiasi modo la si pensi sull’importanza del comparto narrativo all’interno di un’esperienza videoludica, è difficile obiettare che questo medium stia ponendo sempre maggior cura nella fusione tra interazione e storytelling. Ecco perché, di recente, ha fatto molto molto discutere la decisione della Writers Guild of America di escludere i videogiochi dalle categorie che premiano i titoli meglio scritti dell’anno. Il motivo, secondo molti addetti ai lavori, sarebbe puramente “politico”: per poter essere candidati bisogna essere parte della Guild, cosa che molti autori di videogiochi non sono, motivo per cui le nomination sarebbero limitate e si è deciso così direttamente di tagliare la categoria.

Già qualche mese fa, Naughty Dog non aveva fatto a meno di far notare il suo malcontento per questa decisione, ritenuta a dir poco anacronistica, che di fatto tagliava il videogioco dall’elenco di media narrativi. Quando, nelle scorse ore, Craig Mazin – scrittore e produttore della pluripremiata Chernobyl – ha espresso la sua soddisfazione per le nomination ottenute proprio ai WGA Awards, ecco che Neil Druckmann è tornato sull’argomento.

La vena polemica di Druckmann

In risposta al tweet di Mazing, Druckmann è stato più sintetico che mai, ponendo al centro del “mirino” mediatico proprio la Guild. Nel suo cinguettio, il direttore al lavoro su The Last of Us – Part II scrive:

Ah, quindi i WGA premiano ancora il tuo medium? Dev’essere una bella sensazione.

A seguire, Druckmann non ha fatto mancare i complimenti al collega, ma la polemica è tornata sotto la luce del sole: riuscirà la Writers Guild of America a trovare il giusto compromesso per evitare di fingere, semplicemente, che i videogiochi non esistano?

Fonte: Twitter